90min difficili, 22ª giornata di Serie A: il Sassuolo

La scialba trasferta di Monza.
Sassuolo | 90min difficili
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Un'altra settimana, un'altra squadra di Serie A in difficoltà. 

Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Tornando indietro nel tempo ci concentreremmo sul Genoa alla 1ª, poi Torino e Fiorentina, e ovviamente Empoli e Milan (insieme), per concludere con la Juventus. Di seguito invece la lista degli episodi precedenti, dalla sesta giornata in poi.

Non è stato semplice scegliere i 90 minuti più complicati vissuti da una squadra in questa giornata, terminata con ben quattro pareggi e cinque vittorie di misura. L'Atalanta ha superato all'inglese un' Udinese che arrivava da un momento estremamente positivo nonostante un calendario proibitivo; una battuta d'arresto al Gewiss Stadium, insomma, era tutto sommato prevedibile.

La scelta è ricaduta sul Sassuolo, sconfitto meritatamente all'U-Power di Monza, dal lampo di Colpani.

Il vuoto che lascia Berardi

Tre mesi fa, proprio su questa rubrica, scrivevo di un Sassuolo volubile, capace di strapazzare la Juventus ed espugnare San Siro, ma anche di conquistare soltanto 2 punti nel mese di ottobre, perdendo in maniera confusionaria con la Lazio al Mapei.

Circa 100 giorni dopo, la situazione non è migliorata. I risultati straordinari sono scomparsi e da quella sconfitta contro Sarri, Alessio Dionisi ha conquistato soltanto 9 punti in 12 gare di Serie A. Meno di uno a partita, una media inferiore a quella necessaria per salvarsi. Nella trasferta di Monza la strategia del club neroverde non ha pagato, il Sassuolo è uscito sconfitto di misura senza mai creare problemi veri a Di Gregorio dopo essere passato in svantaggio.

Domenico Berardi
Domenico Berardi of US Sassuolo gestures during the Serie A... / Nicolò Campo/GettyImages

Ed è questo uno dei temi. Con l'assenza refertata di oltre un mese di Domenico Berardi, i neroverdi sono scesi all'U-Power Stadium con molta convinzione affrontando a viso aperto i brianzoli. Concedendo e offendendo con il solito 4-2-3-1 che caratterizza l'avventura Dionisi da oltre due anni. Samu Castillejo ha rilevato il calciatore più decisivo del club, una scelta obbligata e sulla carta valida, Thorstvedt operava sulla trequarti e Laurienté a sinistra per completare il trio dietro Pinamonti. Matheus Henrique a impostare la manovra con Boloca e la novità Doig sulla corsia di sinistra.

Una gara in meno sulle gambe e una settimana in più per preparare l'impegno non sono però seriviti a fare la differenza. Il Sassuolo aveva riposato grazie alla Supercoppa, mentre il Monza era uscito con una sonora sconfitta dalla trasferta di Empoli.

Risposte e cambio modulo

Cosa dobbiamo aspettarci dal Sassuolo in quello che resta della Serie A 2023-24? La risposta odierna è che non lotti fino all'ultimo per rimanere nel massimo campionato italiano, che si salvi agevolmente con qualche giornata d'anticipo. Il club neroverde ha i mezzi per farlo, ma Cagliari ed Empoli hanno ricucito il distacco in classifica e sono soltanto a un paio di punti in una lotta che coinvolge anche Udinese e Verona. Il rischio di essere risucchiati è alto e l'infortunio di Berardi lo ha evidenziato in maniera chiara.

A Monza abbiamo visto un Sassuolo approcciare male e riprendersi nel corso del primo tempo. Una fase di costruzione lenta, gli spunti individuali di Thorstvedt (un palo e un tiro fuori) e poco più. E poi la solita fragilità difensiva. Solita non perché sia un fattore raro per una squadra di medio-bassa classifica subire 37 gol in 21 giornate, ma perché i neroverdi, con una gara in meno rispetto a molte altre, sono passati in  svantaggio 17 volte su 21 partite della corrente serie A. Un dato significativo.

E il gol che ha rotto gli equilibri è arrivato praticamente a difesa schierata, con una netta superiorità di uomini del Sassuolo rispetto a quelli del Monza e una palla in profondità di Ciurria che è bastata a piegare la difesa neroverde. Tressoldi segue lo scatto di Dany Mota portandolo sull'esterno e ricevendo anche il raddoppio di Pedersen. Letture giuste, ma marcature troppo molli che impediscono a Mota di arrivare sul fondo e filtrare la palla con un passaggio debole a centro area. In quella zona c'è solo Colpani, schermato da Ferrari, che in quel momento sembra più preoccupato di causare un calcio di rigore che altro. Il Flaco in area ha tempo di stoppare, fintare e scegliere momento e spazio giusto per esultare (la sfera passa sotto le gambe del 13 e si insacca all'angolo opposto).

Dionisi nel secondo tempo ha tolto Castillejo e Laurienté, i due esterni (tra i peggiori in campo), ed è passato al 3-5-2. Ha inserito Viti per rimpolpare la difesa con l'allargamento a quinti di Doig e Pedersen e l'ingresso di Mulattieri per far coppia con Pinamonti. I due si sono trovati raramente, nonostante il commento soddisfatto del tecnico ai microfoni di Dazn sullo spirito del secondo tempo. Il cambio di identità non ha pagato e l'unica occasione rilevante dei secondi 45 è arrivata al 94° minuto sui piedi di Mulattieri, che ha sprecato mandando alto.

L'allenatore neroverde per provare a svoltare da una scia negativa ha provato a cambiare approccio, una decisione comprensibile e segno di grande maturità, di chi mette in discussione le proprie convinzioni. Tuttavia l'ha fatto a gara in corso, in una situazione in cui il Sassuolo era già costretto a inseguire e aveva grandi difficoltà a definire palle-gol realmente pericolose.

Andrea Pinamonti
AC Monza v US Sassuolo - Serie A TIM / Jonathan Moscrop/GettyImages

Ci sono squadre disegnate per giocare in un determinato modo, ma l'adattabilità dei calciatori odierni consente ai tecnici di cambiare approccio rapidamente. Il Sassuolo, vista la nutrita presenza di esterni in rosa, è senza dubbio una compagine che predilige il gioco sulle fasce, e se Mulattieri è un attaccante più mobile di Pinamonti, non sembra comunque un 10 con i mezzi tecnici per brillare nel caotico traffico dei mezzi-spazi tra difesa e centrocampo.

Non una bocciatura dell'ex Frosinone o della nuova idea tattica di Dionisi, 45 minuti sono oggettivamente pochi per giudicare. I cambiamenti sono spesso interessanti da guardare, riconsegnano il brivido e i dubbi di inizio stagione nel bel mezzo dell'inverno e con una posta altissima in palio. La via intrapresa da Dionisi si rivelerà giusta per superare il momento negativo del Sassuolo?