La storia dietro all'esultanza: come e quando è nata la "nonchalance" di Cantona

La storia dell'iconica esultanza dell'ex fuoriclasse francese dello United.

Eric Cantona contro il Sunderland
Eric Cantona contro il Sunderland / Mark Thompson/GettyImages
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I gesti che diventano routine, la palla in rete e poi quel movimento particolare che sai benissimo arriverà, una godibile ripetizione nel tempo che diventa marchio di fabbrica: solo così un'esultanza può diventare iconica, può restare nella storia?

A rigor di logica la ripetizione del gesto è un ingrediente necessario per stampare una particolare esultanza nel libro di ciò che è meritevole di attenzione, persino di una spiegazione, ma il rigor di logica è un linguaggio che certi artisti non conoscono o che, più probabilmente, riescono a reinventare in corso d'opera, a plasmare secondo la loro volontà.

"Non ho mai festeggiato un gol nella stessa maniera di un altro perché ogni gol è diverso. È bello fermarsi e prendere l'energia dei tifosi"

Eric Cantona

Il museo di Eric Cantona

Se entriamo nel museo di Eric Cantona troviamo quadri, ognuno con la sua pennellata e i suoi colori, e non c'è modo d'imbattersi in repliche o copie prodotte in serie: tutto è un pezzo unico, vale per quel che è. Compresi i gol, compresi gli assist (equiparati da Cantona alle reti, per dignità e merito) e comprese le celebrazioni dopo una rete.

Eric Cantona
Eric Cantona / GERRY PENNY/GettyImages

Lo stupore di un tifoso di fronte all'esultanza di Eric Cantona contro il Sunderland, per il definitivo 5-0, è lo stesso stupore che si prova di fronte al gol ed è quello stupore che non risparmia i compagni di squadra: significativo, in questo senso, quanto affermato dal difensore David May, che avviò l'azione di quel gol.

May, in sostanza, ha ammesso che segnando una rete del genere avrebbe corso come un matto, ha ammesso di essersi aspettato anche da Cantona una gioia più scomposta, più rabbiosa. Eppure, a posteriori, il modo in cui Cantona esultò fu parte integrante del valore estetico del gol stesso: una prosecuzione del gesto tecnico dopo che il pallone era già andato in rete, con una parabola che lascia a bocca aperta.

Oltre la routine

Qui si arriva al dunque, si arriva cioè al punto in cui la natura "iconica" di un gesto non dipende soltanto dalla sua ripetizione, dalla capacità di imprimersi nella mente dei tifosi a lungo termine, ma dipende in questo caso dal peso specifico di un gesto, da ciò che contiene. Probabilmente si tratta di una curiosa prerogativa di chi appartiene solo di sfuggita al mondo del pallone, non come ambizione o sola carriera possibile ma alla stregua di un piacevole diversivo rispetto alla vita quotidiana.

CANTONA MANU
Un'esultanza di Cantona / Chris Cole/GettyImages

Si tratta cioè di una mente creativa messa, per qualche anno, al servizio del pallone. Si dà poi il caso che facendolo abbia elevato il livello stesso della Premier League, che abbia contribuito a fare grande quel Manchester United. Per certi versi, seguendo il ragionamento, ogni singolo gesto tecnico di Cantona potrebbe avere una storia o un retroscena da svelare, potrebbe toccare tasti diversi e corde inedite.

Non è niente di più di quanto ammesso dal francese, proprio prima di raccontare il gol col Sunderland e la sua esultanza: "La mia esultanza contro il Sunderland? Non saprei, non ho mai festeggiato un gol nella stessa maniera di un altro perché ogni gol è diverso" ha spiegato Cantona al podcast ufficiale dei Red Devils. Quel gol, però, è probabilmente "più diverso degli altri" e regala ragioni per essere ripercorso nel suo prima, nel durante e ancor di più nel dopo.

Come nasce la nonchalance di Cantona

Siamo alla diciottesima giornata della Premier League 1996/97, lo United non ha vissuto un avvio del tutto convincente e si trova a inseguire l'Arsenal: sono 7 i punti di distacco da recuperare per raggiungere i Gunners. Sono arrivate peraltro sconfitte anche pesanti, un 0-5 col Newcastle e un 3-6 col Southampton: per risalire la china serve ritrovare continuità e i due pareggi consecutivi contro Sheffield Wednesday e West Ham non sembrano incoraggianti.

Arriva dunque il Sunderland di Peter Reid all'Old Trafford, una squadra che tra i pali ha come titolare un connazionale di Cantona, un suo ex compagno di squadra al Nimes, quel Lionel Perez che finirà suo malgrado per essere protagonista della celebre "nonchalance" di Cantona dopo il 5-0. Un gol irrilevante ai fini del risultato, già in cassaforte grazie alla doppietta di Solskjaer, a un rigore dello stesso Cantona e a Butt, ma passato comunque alla storia.

Cantona raccoglie sulla destra un suggerimento di May, salta due uomini con un gioco di prestigio e si accentra per dialogare con McClair, perfeziona un uno-due col compagno, accompagna il pallone al limite dell'area (con lo sguardo) e al momento giusto lo tocca, una pennellata che vola nel sette, un tocco sotto che lascia Perez del tutto inerme (pur con un disperato tentativo di raggiungere la palla). Ma il gesto non è finito qui: Cantona si volta dalla parte opposta e piano piano inizia ruotare su se stesso, alzando le braccia, come a godersi il trionfo del suo Old Trafford. Scoprendosi ancora una volta e sempre di più The King.

E poi c'era quel portiere...

Un'esultanza che appartiene al racconto del gol così come tutto ciò che viene prima, come tutti i gesti tecnici che puntano a costruirlo: cosa può esserci di più "iconico" di un festeggiamento che diventa parte stessa della giocata?

Lionel Perez
Lionel Perez: la vittima sacrificale / Graham Chadwick/GettyImages

Ad arricchire il momento, poi, quanto raccontato da Cantona al podcast dello United due anni fa: "È bello fermarsi e prendere l'energia dei tifosi. E poi c'era quel portiere. Era francese, io ho giocato con lui in Francia e siamo diventati amici, era un buon portiere. Nel tunnel, prima della partita col Sunderland, mi sono avvicinato per dargli la mano perché non ci vedevamo da tempo e lui ha rifiutato. Forse quel gol l'ho segnato per questo, per un portiere prendere gol in quel modo è l'umiliazione più grande...e quel tipo di esultanza anche".

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