Quale campionato domina le coppe europee?
Sorprese, conferme e veri colpi di scena. Il calcio d'Europa sta regalando a milioni di tifosi emozioni a profusione partita dopo partita, in ogni competizione disputata. Che si tratti di Champions, Europa o Conference League, gli appuntamenti infrasettimanali continuano a far registrare il picco di audience tra chi resta a casa comodo sul divano (o comunque si organizza con amici e conoscenti per assistere alla sfida tra pub, locali e quant'altro) e chi, invece, parte verso la meta da raggiungere per una notte. I tifosi dell'Eintracht sono diventati nelle scorse ore il simbolo plateale della frenesia da grande occasione, invadendo in migliaia le strade di Barcellona.
Quanto accaduto in giro per gli splendidi (chi più chi meno) impianti sportivi di tutta Europa ha, come oramai consuetudine, aperto un acceso dibattito sulla validità dei campionati nazionali in gioco. L'eliminazione dell'Atalanta al Gewiss contro il Lipsia ha riaperto all'interno del panorama italiano il solito teatrino sul livello di competitività della Serie A, un dibattito che torna ciclicamente ad ogni eliminazione tricolore fuori dal territorio italiano. L'ampia vittoria della Roma all'Olimpico lascia però ancora un piccolo spazio di manovra alla Serie A, aggrappata al futuro dei giallorossi. Ma, semifinali alla mano, quale si presenta come il campionato europeo più produttivo di questa stagione?
Premier League
Può piacere (per lo spettacolo offerto) o non piacere (per la superiore quantità di denaro che le società possono investire per migliorare le proprie rose, lì come da nessun'altra parte), ma una cosa è certa: la Premier League si presenta come la Regina d'Europa 2021/2022 (almeno in semifinale). Il campionato inglese porta alle semifinali ben quattro squadre, spalmate in tutte le competizioni. Liverpool e Manchester City si dividono le avversarie in Champions League, mantenendo alto il valore della lega dopo le esclusioni dello United agli ottavi e del Chelsea ai quarti. Note opposte arrivano, invece, da Europa e Conference League. Nella prima circostanza il West Ham si sta guadagnando il diritto di essere la favorita per la vittoria finale, avendo eliminato il Siviglia agli ottavi ed il Lione ai quarti - e con un Eintracht da affrontare in semifinale. La Conference invece presenta tra le migliori quattro un Leicester mai veramente convincente. Piccola delusione dell'Europa League (dove si è arreso a Spartak e Napoli), le Foxes non hanno mai veramente convinto dall'inizio della fase finale di questa nuova competizione voluta dalla UEFA, rischiando l'eliminazione prima con il Rennes e poi con il Psv. Le inglesi, nonostante ciò, restano in corsa per tutte le competizioni e confermano il periodo d'oro vissuto dalla terra della Regina.
La Liga
Il campionato spagnolo si aggrappa alla Champions League per far sentire la sua voce, deludendo però altrove. Real Madrid e Villarreal mantengono alto il nome de LaLiga nella maggiore competizione europea, che perde però l'Atletico Madrid nel secondo atto del confronto con l'Inghilterra (eliminato lo United, è il City a vendicare la Premier). La fitta presenza in Champions è bilanciata da una cocente delusione iberica in Europa League. Con Betis e Siviglia eliminate già agli ottavi, le speranze di passaggio del turno erano state affidate al Barcellona e al suo crescente Xavismo. Il passaggio a vuoto tra le mura amiche contro l'Eintracht accende però una spia in casa blaugrana, sinonimo che il percorso da svolgere per essere meritevoli delle lodi avanzate nel corso delle ultime settimane è ancora lungo. Ciò che resta al momento è solo la consapevolezza, per il Barcellona, di aver sprecato una grande chance di conquistare il titolo finale.
Bundesliga
Il campionato tedesco da anni si conferma come una presenza assidua nelle due principali competizioni europee, mantenendo fede alla propria fama anche in questa edizione. Lascia un po' l'amaro in bocca il percorso del Bayern Monaco. I bavaresi erano per tutti una delle formazioni destinate ad entrare quantomeno nella top 4 delle più grandi in Europa, ma la sufficienza e l'arroganza messe in mostra contro il Villarreal sono state fatali. In Europa League la situazione si capovolge completamente, potendo contare addirittura su due società tra le quattro semifinaliste. Eintracht Francoforte e Lipsia si sono dimostrate in grado di superare le avversità del caso (tra cui l'Atalanta, che aveva eliminato in precedenza l'altra tedesca, il Bayer Leverkusen) mettendo in mostra un gioco pulito ed efficace, caratteristico del calcio tedesco. Sulla carta almeno una delle due parte favorita per raggiungere la finale, ma Rangers e West Ham sono tutt'altro che da sottovalutare.
Serie A
Male, a tratti malissimo, ma non tutto ancora da buttare. L'avventura italiana fuori dai conflitti del tricolore non ha lasciato grandi soddisfazioni alla Serie A, se non qualche magra consolazione in virtù dei risultati ottenuti dall'Inter (che ha messo in difficoltà il Liverpool) e dall'Atalanta. I bergamaschi si mostrano ancora lontani dal diventare una grande squadra a tutti gli effetti, perdendo la possibilità di ottenere un traguardo prezioso come l'Europa League nonostante il gioco propositivo di Gasperini invidiato da molti. Non lanciano segnali incoraggianti, invece, Juventus e Napoli. Sono soprattutto i bianconeri ad essere entrati nell'occhio del ciclone, dimostrando di avere ancora tanto a cui lavorare per poter tornare ai livelli degli scorsi anni e avvicinarsi così alle vette della Champions. Le speranze europee delle italiane restano dunque avvinghiate alla Roma di Mourinho. I giallorossi sembrano esser finalmente entrati negli schemi impartiti e richiesti dal tecnico portoghese, alla caccia del successo in Conference per completare al meglio il proprio anno di ritorno in Italia. Non sono mancate le difficoltà, ma ora la compagine capitolina può essere definita la favorita del torneo.
Ligue 1
Nella stessa identica situazione della Serie A naviga il campionato francese. Solo la Conference resta alla Ligue 1 per far valere la sua voce in Europa, in virtù delle eliminazioni eccellenti di Psg e Lione. Il compito del Marsiglia, ultimo superstite, di Payet e soci potrebbe però incappare in un pericoloso ostacolo: il Feyenoord, l'ultima olandese ancora presente in corsa. La formazione biancorossa ha dimostrato infatti di essere in grado di strappare risultati importanti in impianti tutt'altro che favorevoli come quelli di Partizan Belgrado e Slavia Praga. Sarà una sfida che si deciderà all'ultimo pallone giocabile, sulle note dei tifosi francesi che saranno presenti al ritorno del Velodrome.
Sorprese
Quest'annata non è stata avara di sorprese, regalando alle tre competizioni le realtà da supportare anche tra non appassionati. In Champions il Villarreal vince a mani basse il trofeo della favola d'Europa. Il sottomarino giallo mette da parte i rimpianti del passato per il rigore sbagliato da Riquelme contro l'Arsenal, prima vincendo l'Europa League e poi arrivando - la stagione successiva - in semifinale di Champions - eliminando tra gironi e fase finale colossi come United, Atalanta, Juventus e Bayern Monaco. La formazione di Unai Emery si è messa in mostra per un gioco meno "spagnolo" e più orientato al risultato. Non sono mancate le circostanze in cui il sottomarino ha rinunciato alle proprie potenzialità offensive per difendere le proprie chance di avanzare nella competizione.
In Europa League sono i Rangers a prendersi il ruolo di sorpresa della competizione. Gli scozzesi guidati da Giovanni Van Bronckhorst sono tornati a conquistare una semifinale europea dopo quattordici anni dall'ultima volta, eliminando a sorpresa la più accreditata Braga (che con la sua eliminazione ha chiuso anzitempo le speranze di ribalta della Liga Portugal). Tavernier e soci si preparano ora ad affrontare il Lipsia in semifinale, con la speranza di poter replicare quanto fatto ai playoff contro il Borussia Dortmund e avanzare così nel tragitto.
La Conference consegna, infine, un'unica grande sorpresa: il calcio "meno noto". Il primo anno della competizione ha permesso a società meno presenti sotto i riflettori (Kairat e Zorya sono solo un esempio) di rincorrere il proprio momento di gloria. Inoltre, la competizione ha dato lustro anche a campionati europei non sempre in luce come l'Eredivise. Gli olandesi hanno portato addirittura quattro squadre agli ottavi (Vitesse, Feyenoord, Az e Psv), ritagliandosi un proprio spazio il giovedì sera. C'è ancora da migliorare, soprattutto perché appare clamorosa l'assenza del VAR in una competizione voluta e creata dalla UEFA, ma le basi per offrire un ottimo spettacolo in futuro non sembrano mancare.
Delusioni
Alle luci non possono che affiancarsi le ombre, di chi non ha reso come dovuto o ipotizzato in partenza. Il Psg può essere definita la grande delusione di quest'anno. I parigini partivano nella fase finale con una consapevolezza: ci si poteva allontanare dalla Ligue 1 (dove il vantaggio dalla seconda era abissale) per giocarsi tutto in Champions, rendendo fede all'enorme monte ingaggi accumulato in estate. Nonostante i grandi nomi però, la corsa all'oro del Psg si è subito schiantata contro il primo ostacolo, spingendo addirittura i propri tifosi a contestare Messi e compagni per la cocente eliminazione e per non essere quantomeno arrivati tra le prime quattro della classe.
Tra Champions ed Europa League c'è chi poi ha convinto meno di zero. Si tratta del Borussia Dortmund, partito alla grande sulle ali di Haaland e terminato nello scorso febbraio ad essere eliminato ai playoff di Europa League da un modesto Rangers. Meglio non è andata neanche allo Zenit, eliminato nello stesso turno dal Betis.
In Conference la delusione più grande ha un nome anche abbastanza altisonante: Tottenham. La formazione inglese sembrava avere le potenzialità per dominare la competizione con scioltezza fino alla fine, ma qualcosa non ha funzionato. Gli uomini di Conte hanno infatti vinto solamente due delle sfide del proprio girone, mostrandosi molte volte sufficienti contro avversari che molto valore hanno dato a questa competizione. La sconfitta a tavolino per gli Spurs è stato il modo peggiore per abbandonare la competizione già ai gironi, difatti perdendo la possibilità di dare ai propri tifosi la gioia di alzare un trofeo europeo - ed essere i primi a farlo nella storia della competizione.
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