Valzer di panchine in vista: cosa può succedere in estate? Protagonisti e suggestioni
L'addio di Antonio Conte al Tottenham, seppur nell'aria da tempo, ha dato il via a una cascata di voci e ipotesi più o meno fondate su quel che potrà accadere in estate sul fronte degli allenatori: un solo ingranaggio, in sostanza, è stato sufficiente per immaginare un effetto domino dalla portata internazionale, pronto a investire anche la Serie A da maggio in poi. Si tratta di intrecci e correlazioni più o meno fortuite o pretestuose, tali da trascinare in un vortice affine alla Fiera dell'Est di Branduardi, in una filastrocca in cui non si capisce quale sia l'inizio e quale la fine.
Diventa evidente come il ruolo di Conte sia cruciale in un simile scenario: l'idea di rivederlo sulla panchina dell'Inter passa da ostacoli non da poco, del resto se ne andò nel 2021 proprio per la divergenza di vedute sul progetto sportivo, così come abbondano i possibili problemi (ingaggio in primis) per vederlo protagonista su altre panchine di Serie A.
Tanti profili, tutti distanti
Sul fronte Inter, però, quelle su Conte non sono le uniche suggestioni: il valzer passa anche dalla Milano nerazzurra e Tuttosport, oggi, cita anche Diego Simeone come potenziale sostituto di Inzaghi (in bilico) in caso di addio del Cholo all'Atletico Madrid che, a quel punto, potrebbe puntare su Gian Piero Gasperini. Due ere cruciali nella storia dei due club che andrebbero a chiudersi in contemporanea, insomma: quella di Gasp alla Dea e quella di Simeone ai Colchoneros.
Ciò che incuriosisce sul fronte Inter è il ricorso a profili distanti tra loro da più punti di vista, come esperienza e come impronta di gioco: Conte, Simeone, Thiago Motta o De Zerbi (in virtù delle ottime cose fatte anche al Brighton), tutti allenatori dall'identità di gioco ben chiara e tra loro profondamente differente, con annesse conseguenze sul piano tattico e con diverse prospettive di mercato per Marotta e Ausilio.
Juve: candidature a sorpresa?
Il nome di Conte percorre però anche altre strade, pensando a un altro eventuale ritorno è chiaro come la suggestione Juventus resti una delle più intriganti (con il lungo ciclo di vittorie intrapreso proprio dal salentino dopo anni di difficoltà).
Oggi però, a livello bianconero, sono emerse voci differenti e decisamente meno dispendiose: da un lato l'autocandidatura di Pirlo e dall'altro l'idea, rilanciata da Tuttosport, di Tudor come possibile candidato ideale per sostituire Massimiliano Allegri in caso di addio di quest'ultimo.
Una situazione però complessa, proprio partendo da un Allegri che ha saputo raccogliere consensi presso la nuova dirigenza grazie alla gestione ammirevole della penalizzazione in classifica. Il tutto senza poter nascondere poi il peso dell'ingaggio del tecnico livornese e la difficoltà a interrompere un rapporto contrattualmente saldo (anche a prescindere dall'epilogo della stagione e dalla qualificazione o meno all'Europa che conta).
Milan tra Pioli e il richiamo internazionale
Il profilo di Conte torna in ballo anche pensando al Milan o alla Roma, nel primo caso però è chiaro come il credito di Stefano Pioli sia ancora importante e tutt'altro che esaurito: un buon finale di stagione, al netto dello Scudetto ormai scucito dal petto, potrebbe rendere logico proseguire insieme e dare continuità alla sinergia con gli uomini mercato.
I nomi fatti per il futuro della panchina rossonera poi, in caso di addio dell'attuale tecnico, si legano a suggestioni e ipotesi che lasciano immaginare un Milan propositivo, arrembante e desideroso di dominare il gioco: Luis Enrique e Nagelsmann (accostato anche al Tottenham) le due idee più curiose e stimolanti in ottica rossonera, assecondando un respiro internazionale.
Il PSG insidia la Roma...e l'Italia?
Sul fronte Roma, infine, tutto dipende ovviamente dal dialogo Mourinho-Friedkin e dalla possibilità di proseguire insieme, con la qualificazione in Champions League come reciproco timbro di garanzia per rinnovare i rispettivi sì. Secondo Il Messaggero, però, non mancherebbero insidie importanti sullo Special One, considerando un PSG pronto ad accantonare Christophe Galtier e a individuare un tecnico che si riveli più avvezzo a gestire spogliatoi ricchi di stelle.
Il nome di Mourinho, per carisma e curriculum, diventerebbe dunque un candidato naturale e il rapporto con Campos aiuterebbe a trovare un accordo. Occhio però: secondo il quotidiano non mancherebbero posizioni avverse all'arrivo di Mourinho al PSG, per un approccio troppo conservativo, tanto da far emergere sullo sfondo anche il profilo del CT azzurro Roberto Mancini. A quel punto, poi, si aprirebbe un'ulteriore spirale di nomi e di ipotesi legate al futuro della panchina dell'Italia: per il momento però, anche restando ai soli club, la carne al fuoco appare già abbondante.