La Superlega e gli incassi: le maxi cifre che ruotano attorno a questo torneo

Florentino Perez e, in lontananza, Andrea Agnelli
Florentino Perez e, in lontananza, Andrea Agnelli / GERARD JULIEN/Getty Images
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La notte tra il 18 e il 19 aprile 2021 rischia di diventare epocale per il mondo del calcio europeo. La nascita della Superlega ha creato il panico generale. La UEFA minaccia i club fondatori del nuovo torneo l'esclusione dai campionato europei e nazionali, in accordo con le varie federazioni; la FIFA che spera in un accordo tra le parti; i giocatori gettati nella mischia con il rischio di dover svestire la maglia della propria nazionale in caso di partecipazione alla Super League.

La battaglia tanto annunciata - in passato - tra i top club europei e la UEFA è alle battute iniziali. Impensabile, ad oggi, che non si cerchi un accordo tra le parti. Anche se, a dirla tutta, questa volta le dodici società fondatrici della Superlega sembrano essersi spinte avanti, tra comunicati stampa, sito ufficiale e un istituto di credito molto importante come JP Morgan pronto a metterci la faccia e - soprattutto - il denaro. E alla fine siamo sempre lì, il denaro. Quello che ha guidato i dodici club verso questo passo. Quanto incasseranno i club con il nuovo torneo? La differenza rispetto alla Champions League?

Superlega e le cifre stellari

Partiamo da un presupposto. Per i 15 (12 per ora) fondatori della Superlega, avere garantita la partecipazione al torneo, indipendentemente dal loro risultato in campionato, è di per sé una vittoria. Certo, sicuramente non etica e neanche sportiva, ma economica sì (e il calcio moderno, possiamo aggiungere purtroppo, va verso questa direzione). Ed è qui il punto. Sapendo di avere delle entrate fisse, i club possono muoversi diversamente. Ad oggi la Champions League non garantisce ciò e - per esempio - dei sei club inglesi fondatori, almeno due rischiano ogni anno di perdere entrate dai 50 ai 100 milioni di euro a causa di una mancata qualificazione al torneo.

Ma andiamo per ordine. Secondo quanto riportato nei comunicati stampa dei club italiani, i club fondatori della Super League dovranno spartissi 3,5 miliardi di euro, una tantum, al fine di bilanciare l'impatto economico del Covid e per investimenti delle infrastrutture (Milan e Inter hanno ancora in gioco la costruzione del nuovo impianto). A questi 3,5 miliardi di euro, potrebbero aggiungersi fino ad altri 10 miliardi di euro nel periodo iniziale del torneo, cifra che si raggiungerà con la crescita dei ricavi. Secondo alcuni rumors, i club partecipanti incasserebbero circa 350 milioni di euro al momento dell'accesso a questo torneo.

Stiamo parlando di cifre che ad oggi la UEFA non può garantire. Infatti per la Champions League vengono distribuiti - almeno stando all'ultima stima (non definitiva, a causa della pandemia) - circa 2 miliardi di euro. Ma questa cifra va distribuita, non in parti uguali, ai 32 club che partecipano alla competizione.

Per fare un esempio, negli ultimi due anni le squadre che hanno vinto la Champions League, ossia Liverpool e Bayern Monaco, hanno portato a casa rispettivamente 110 e 130 milioni di euro. La cifra oscilla perché dipende da tante variabili, a partire dal Market Pool, passando per i singoli risultati delle gare della fase a gironi e della fase ad eliminazione diretta. Insomma, il guadagno generato dalla Champions League - per ora - dipende da troppe variabili.

Più big match, più incassi?

18 partite assicurate, ossia quelle di andata e ritorno della fase a gironi da 10 squadre. Attualmente sono solamente 6. E nella Superlega non stiamo parlando di gare di basso livello, ma ci sarà ogni settimana un big match. Ecco, consideriamo tutto ciò con la ripartenza del calcio (ossia, stadi aperti e tifosi ovunque). Quanto potrebbe aumentare il ricavo dei club rispetto alla Champions League?

Oggi - parliamo solo della fase a gironi - la Champions League ti garantisce sei gare, di cui forse una contro una big. E questo dal punto di vista economico può fare tanta differenza, perché di conseguenza le società potranno puntare ad incassare più soldi dagli sponsor tecnici e commerciali.


Insomma, se dal punto di vista etico e sportivo questa idea lascia il tempo che trova (poi ognuno avrà la propria opinione), dal punto di vista economico rischia di essere il fattore decisivo per aumentare i fatturati delle big europee, garantendosi i migliori calciatori del mondo e, a questo punto speriamo, garantendo ai tifosi spettacolo calcistico.


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