Nuovo stadio di Milano: perché è bloccato e cosa manca all'inizio dei lavori?

Lo stadio Giuseppe Meazza
Lo stadio Giuseppe Meazza / Maria Moratti/Getty Images
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Il nuovo stadio di Milano rischia di essere l'ennesimo progetto tanto bello sulla carta quando irrealizzato? È già successo a Roma, con la sospensione del progetto di Tor di Valle. Ma anche a Firenze e a Cagliari, altre due piazze che sognano un nuovo impianto, le difficoltà non mancano.

A Milano la situazione è bloccata. E il rischio è di ritrovarsi davanti ad una corsa contro il tempo per rispettare l'iniziale tabella di marcia, che vedeva (e vede ancora oggi...) l'inaugurazione del nuovo stadio di Inter e Milan poco prima dell'inizio delle Olimpiadi 2026. Ma sono ormai passati circa 19 mesi dal giorno della presentazione dei due progetti a cura di Sportium e Populous.

E c'è di più. La situazione rischia di non sbloccarsi a breve. Il progetto del nuovo stadio è chiuso in un cassetto del Comune di Milano e - probabilmente - non verrà riaperto prima delle elezioni comunali in programma in autunno.

L'iter del nuovo stadio di Milano

Inter e Milan hanno unito le forze e diviso le spese per la progettazione del nuovo stadio di Milano. Inizialmente si è parlato di ristrutturare l'attuale Giuseppe Meazza ma le relazioni sui costi/benefici non hanno premiato questa idea e le due società hanno deciso di spingersi oltre, puntando alla riqualificazione dell'area San Siro, costruendo un nuovo impianto nella stessa area e demolendo (in parte) l'attuale stadio. E a fine settembre 2019 le dirigenze di Inter e Milan in conferenza stampa hanno presentato i due progetti a cura di Populous e Sportium.

Paolo Scaroni, Giuseppe Marotta
Scaroni e Marotta, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Milan e Inter / Emilio Andreoli/Getty Images

Nel giro di un mese, tra fine ottobre e inizio novembre 2019 arrivano le approvazioni al pubblico interesse del Consiglio Comunale e della Giunta. Le due società si mettono al lavoro per la presentazione del progetto definitivo, che viene presentato ufficialmente al Comune di Milano il 7 maggio 2020.

Il progetto definitivo trova subito degli ostacoli. C'è distanza tra l'indice di costrizione chiesto dai due club e quello definito dal Comune tramite il piano regolatore. Una distanza abbastanza ampia: 0,35% come da piano regolatore; 0,63% la richiesta di Inter e Milan. Un compromesso arriva alla fine di giugno 2020 con un indice di costruzione dello 0,51%. In poche parole: 145mila metri quadrati.

Perché è tutto bloccato?

Iter bloccato. Per quale motivo? Possiamo riassumere tutto in alcune dichiarazioni del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala: "Non ho mai avuto preoccupazioni sulla famiglia Zhang, così come sul fondo Elliott del Milan. Se non ci fossero trattative aperte sull’Inter non avrei avuto problemi, ma visto che ci sono devo cautelarmi".

Il problema sta tutto qui. Il Comune vuole delle rassicurazioni e delle garanzie sulla continuità dell'investimento da parte dei nuovi - eventuali - proprietari dell'Inter. L'attuale proprietà nerazzurra potrebbe abdicare a causa di alcune limitazioni arrivate dal governo cinese sugli investimenti nel mondo del calcio fuori dal Paese. E questo, ad oggi, sta limitando i movimenti della famiglia Zhang (anche nella gestione ordinaria del club) che - di conseguenza - potrebbe cedere le quote della società. Questa situazione di incertezza ha rallentato le procedure per la costruzione del nuovo stadio di Milano. Solo un rapido cambio di proprietà o una conferma netta da parte di Suning sul loro futuro al comando dell'Inter potrebbe sbloccare la procedura.

Cosa manca per l'inizio dei lavori?

Una volta ricevuto l'ok del Comune, l'iter burocratico per l'inizio dei lavori prevede la scelta definitiva di uno dei due progetti con l'elaborazione del piano economico. Questo serve per prevedere le spese totali e il ritorno dell'investimento. Per esempio è stato già stilato - in linea di massima - che la costruzione del nuovo impianto genererà tra i 3000 e i 3500 posti di lavoro.

Una volta redatto questo documento verrà dichiarato il vincitore tra Populous e Sportium. A quel punto l'iter proseguirà con la conferenza dei servizi in Regione Lombardia e infine in Consiglio Comunale per l'approvazione finale. Per tutto ciò serviranno - senza intoppi - circa sei mesi di tempo.

Ma il tempo stringe. L'impianto deve essere pronto e funzionante per le Olimpiadi 2026 e per questo motivo l'inizio dei lavori non potrà andare oltre la prima metà del 2022.


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