Perché il ritorno di Pato non sarebbe un buon colpo per il Milan

Ricordo bene un Milan-Napoli di parecchi anni fa, era il 2008 o giù di lì, terminato 5-2 per i padroni di casa. All’epoca la squadra di Reja doveva vedersela con un Milan ancora forte e segnato dalla vittoria del Mondiale per Club di Yokohama ai danni del Boca Juniors di Palermo e Palacio. Alla corte di Ancelotti non mancavano di certo le stelle: Kakà, Pirlo, Maldini, Filippo Inzaghi e un certo Ronaldo che in quegli anni, nonostante qualche kilo di troppo, sapeva il fatto suo. La partita sembrava segnata sin dall’inizio: fu proprio il Fenomeno, dopo nemmeno un quarto d’ora, a battere Gennaro Iezzo.
Il Napoli reagisce con il Pampa Sosa, un giocatore fondamentale negli anni duri della Serie B/C, ma i rossoneri sono troppo forti e siglano di nuovo il vantaggio con Seedorf, per poi essere recuperati dall’ultimo squillo partenopeo di Domizzi (su rigore procurato da Lavezzi).
Quel Milan era però non solo straordinario per i talenti che sapeva esprimere, ma anche perché aveva in dotazione un ragazzo che era considerato l’astro nascente del calcio brasiliano. Parliamo di un attaccante rapido e veloce, che non aveva paura di dialogare con due Palloni d’Oro come Kakà e Ronaldo. Ancelotti aveva molta fiducia in lui e il Papero, come veniva soprannominato all’epoca, ripagò l’apprezzamento del mister con un goal che ancora oggi ricordo bene: l’attaccante controllò una palla impossibile proveniente da un lancio della difesa con una semplicità estrema e superò Iezzo con un piattone da cineteca.
Pato: la caduta di un predestinato, ma oggi vuole tornare al Milan
Tutto questo preambolo per dire che Alexandre Pato era effettivamente un predestinato, un giocatore veramente forte in grado subito di capire le dinamiche del nostro calcio. Oggi, dopo esperienze disastrose in giro per il mondo, sembra essere tornato a bussare alla porta dei rossoneri. Il che sarebbe un qualcosa di incredibile, visto che praticamente oggi riesce a mantenere buoni ritmi in un campionato non proprio esaltante come la Major League Soccer.
Il trentaduenne lo ha detto candidamente in una intervista alla Gazzetta dello Sport: a Orlando sto bene ma se dovesse venire un’offerta da Maldini non ci penserei due volte. A quei tempi, Pato era veramente giovane e a quei tempi non era affatto semplice gestire il peso di una squadra probabilmente in caduta libera, ma ancora formidabile (il Milan concluse la stagione 2007/2008 al quinto posto).
Pato: il ritorno al Milan appare come una delusione anticipata
In casa Milan i cosiddetti comeback non sono stati sempre esaltanti. Ricordiamo ad esempio le avventure poco incisive di Kakà o addirittura di Shevchenko. Non sempre il ritorno a casa di vecchi campioni viaggia alla pari delle aspettative che i tifosi hanno su di loro. Su Pato si potrebbe fare lo stesso ragionamento: potrebbe tornare a vestire la maglia rossonera, potrebbe anche tornare a segnare, ma nel Milan di oggi non avrebbe assicurata la titolarità, visto il quantitativo tecnico che Pioli ha a disposizione.
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