Nessuno tocchi Mourinho: il timbro di Totti e De Rossi sullo Special One
Non tutte le voci hanno lo stesso peso, non tutte le opinioni hanno modo di lasciare il segno e di fare la differenza: esistono parole che suonano come sentenze, più complesse da mettere in discussione, e quando si parla di Roma è evidente che le dichiarazioni di Francesco Totti e Daniele De Rossi abbiano il valore di un monito più che di mere parole al vento, di frasi di circostanza che si perdono in mezzo alle altre.
Parole che pesano
Potremmo citare, ad esempio, il modo esplicito con cui Totti - al momento dell'addio alla Roma come dirigente - consegnò di fatto una sorta di eredità morale a Lorenzo Pellegrini, come ideale seguito dei tratti d'identità che da sempre i giallorossi coltivano, potremmo anche considerare come DDR, dal canto proprio, abbia dimostrato di saper parlare al di là dei luoghi comuni e delle retoriche espressioni attribuibili spesso a chi vive di pallone.
Trovare comunione d'intenti e identità di pensiero tra due bandiere ha un peso, dunque, e dipinge in modo evidente la strada da intraprendere: il problema ora non risiede tanto nel giudizio su José Mourinho, nei risultati più o meno deludenti ottenuti, quanto nella continua esigenza di mettere in discussione anche chi (per carriera, per quanto dimostrato) merita ancora credito, considerando soprattutto il contesto in cui si trova a operare.
Un bene da preservare
"In che posizione dovrà essere la Roma per dirsi soddisfatta? La Roma potrà dirsi soddisfatta se non avrà fatto stufare anche Mourinho": parole di De Rossi, dichiarazioni che dicono tutto e che, senza nascondersi, ripercorrono l'idea secondo cui la piazza di Roma, di per sé, abbia forti spinte autodistruttive, perlomeno autolesioniste, e che non sia semplice tenerle a bada.
Lo stesso Totti ha fatto eco e ha sottolineato come mettere in discussione Mourinho significhi "aver sbagliato tutto": entrambe le bandiere giallorosse, senza giri di parole, avvertono dunque l'ambiente capitolino e in qualche modo tentano di raddrizzare la rotta, tenendo alla larga l'ennesimo processo, l'ennesimo esercito di favorevoli e contrari.
Del resto non mancano i motivi logici per sottolineare come il credito di Mourinho abbia tutte le carte in regola per resistere, senza essere preda dei risultati ottenuti fin qui: una squadra con qualche lacuna di troppo e sconfitte sfortunate negli scontri diretti, del resto, autorizzano ancor di più a tenere alla larga l'idea di un Mourinho sul banco degli imputati.
Monito alla società
Un monito, quello di Totti in particolare, che non si rivolge però soltanto alla piazza e all'anima più viscerale dell'Olimpico: pochi come lo storico 10 giallorosso sanno quanto conti anche l'appoggio della dirigenza per costruire qualcosa di duraturo nella Capitale, per non trovarsi investiti dalla tempesta, ed è dunque anche alla società che Totti si rivolge, invitandola a stare vicina allo Special One e a non disattendere auspici e promesse fatte.
Il mercato di gennaio in tal senso potrebbe rappresentare già una prima "resa dei conti", con una squadra che dovrà somigliare sempre di più al suo tecnico, lasciando partire chi non è ritenuto funzionale e accogliendo elementi più esperti e pronti, come auspicato da Mourinho anche in modo esplicito.
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