Gilardino alla Fiorentina? Pro e contro della possibile scelta per il post-Palladino

Un modulo in continuità con Palladino e adatto per esaltare Gudmundsson, tanti però gli aspetti che non convincono.
Gilardino
Gilardino / Image Photo Agency/GettyImages
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Situazione a dir poco in divenire quella della Fiorentina, dopo le dimissioni rassegnate da Palladino con conseguente risoluzione consensuale ad appena un anno dall'arrivo a Firenze. Un epilogo del tutto distante da ciò che appariva scontato, dopo l'opzione per il rinnovo esercitata dal club viola e dopo le parole di fiducia espressa da Commisso per l'ex Monza, un epilogo che - tra l'altro - non troverà neanche una spiegazione ufficiale o ufficiosa a causa di un "patto" tra le parti. Dopo la parziale consolazione di una nuova qualificazione alla Conference è rimasta comunque evidente una tensione tra piazza e proprietà, con Pradè al centro del discorso e con le parole di Commisso sulla curva come scintilla ulteriore.

Si è affermato quanto la scelta del sostituto di Palladino possa essere strategica per acuire o ridurre il peso di quella tensione, lo spazio tra le parti, e le voci legate ad Alberto Gilardino sembrano destinate a gettare benzina sul fuoco e fanno da eco alle dichiarazione di Commisso sulle scelte di un club e sulla necessità che queste siano svincolate dalle pressioni ambientali. Sia chi segue più da vicino le faccende di casa gigliata, si possono citare ad esempio ViolaNews o FirenzeViola, che media di livello nazionale, come Sky Sport o La Gazzetta dello Sport, concordano sulle quotazioni di Gilardino in ascesa: niente di scontato ma, di fatto, contatti già in corso e una soluzione che aggrada senz'altro l'ex attaccante.

Gilardino i viola: perché sì

Quali potrebbero essere i lati vituosi di un arrivo di Gila alla guida dei viola? Innanzitutto viene in mente un possibile effetto positivo sul percorso di Gudmundsson, protagonista di una stagione fatta di lampi e di cadute (anche per questioni fisiche), con minor continuità del previsto. Gilardino è il tecnico che ha saputo esaltare le doti dell'islandese in Italia, sia nell'anno della promozione genoana che nella stagione 2023/24: 14 gol e 4 assist in massima serie, con la capacità di agire al meglio da seconda punta accanto a Retegui, nel 3-5-2. Un contesto tattico che potrebbe permettere ai viola di trovare continuità rispetto agli ultimi mesi della gestione Palladino: puntare su Gilardino significherebbe ripartire da una rosa già pronta per quel modulo, senza stravolgimenti e senza rivoluzioni tattiche (più verosimili qualora arrivassero altri profili in panchina).

Genoa CFC v Cagliari - Serie A TIM
Genoa CFC v Cagliari - Serie A TIM / Simone Arveda/GettyImages

La natura improvvisa e inattesa dell'addio di Palladino, dunque, potrebbe rendere valida agli occhi della proprietà e del duo Pradè-Goretti una prosecuzione di quella stessa strada (con una squadra che, di fatto, sarebbe già impostata e definita quasi in toto). Si può anche notare come Commisso abbia sempre preferito tecnici in rampa di lancio, al di là di situazioni a stagione in corso: Gattuso, Italiano e Palladino rendono chiaro il discorso e fanno capire il debole della proprietà per allenatori giovani, con un futuro tutto da scrivere. Ultimo ma non ultimo, aspetto comunque valido solo parzialmente agli occhi della piazza, c'è il legame instaurato da Gilardino con Firenze in virtù dei trascorsi da calciatore in viola: un affetto che però, e vedremo perché, non basta per rendere del tutto "popolare" la possibile scelta.

Gilardino in viola: perché no

Pensando ai possibili "contro" di un Gilardino sulla panchina dei viola possiamo citare, innanzitutto, la volontà dell'ambiente di vedere la squadra affidata a nomi dal curriculum più importante (anche al di là del discorso anagrafico): l'ex tecnico del Genoa non può vantare trascorsi di successo che vadano al di là dei una promozione e di un undicesimo posto alla guida dei rossoblù, traguardi che non riescono a scaldare un ambiente già in fermento (e non in senso positivo) e che non si legano - oggettivamente - all'ambizione professata dal club (oltre che alla necessità di puntare al successo in Conference dopo tre tentativi dall'epilogo infelice).

Fiorentina v Bologna - Serie A
Fiorentina v Bologna - Serie A / Gabriele Maltinti/GettyImages

Anche a livello tattico, ripensando al suo Genoa e al 3-5-2 in continuità con quello di Palladino, non emergono tratti in grado di intrigare la piazza o di prospettare un approccio più propositivo rispetto a quello visto nell'ultima stagione: Sarri o un giovane come Farioli avrebbero dato un segnale diverso, in discontinuità rispetto a quanto visto negli ultimi mesi. Potremmo poi citare, pensando all'impopolarità della scelta Gilardino agli occhi della piazza, un vero e proprio effetto boomerang legato all'ufficializzazione di Sarri come nuovo tecnico della Lazio proprio nel momento in cui - a furor di popolo - Firenze auspicava l'arrivo del tecnico di Figline. Un vero e proprio smacco che richiederebbe, perlomeno a livello di impatto mediatico, una risposta differente.

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