Effetto Pioli per la Fiorentina: i temi chiave del ritorno in viola

Un effetto domino costruttivo causato dal ritorno di Pioli a Firenze, tra campo e mercato
ACF Fiorentina v AC Milan - Serie A TIM
ACF Fiorentina v AC Milan - Serie A TIM / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Dopo l'ufficialità sancita domenica, una firma per cui è stato necessario attendere per motivi di natura prettamente burocratica, quello di ieri è stato il primo giorno di Stefano Pioli come tecnico della Fiorentina. Un ritorno arricchito poi, in serata, dal bagno di folla al Viola Park e dall'abbraccio con la tifoseria gigliata, pronta a salutare la nuova avventura di Pioli a Firenze e ad aspettare con ansia le parole dei calciatori al centro del mercato (Kean in primis).

Le dichiarazioni incoraggianti del centravanti, orientato verso una permanenza in viola per la gioia della tifoseria, si possono del resto collegare allo stesso arrivo di Pioli in panchina e a una sorta di effetto domino col nuovo tecnico al centro. Si può partire da un tema cardine, da una sorta di rilancio dopo lo stupore (amaro) connesso alle dimissioni di Palladino: la Fiorentina ha scelto, per la prima volta nella gestione commisso, di rivolgersi a un tecnico esperto e già forte di successi in carriera.

Non più profili emergenti o in rampa di lancio, come Italiano post-Spezia o come Palladino post-Monza, ma un allenatore già dotato di un'identità chiara e costruita negli anni, forte di esperienze in piazze di primo piano (Lazio, Inter, Milan e Fiorentina fino al 2019) e di uno Scudetto - a suo modo sorprendente e storico - vinto in rossonero. Un cambio di paradigma da parte di Commisso che, perlomeno sulla carta, si connette a quell'ambizione a cui spesso i dirigenti viola hanno fatto riferimento negli ultimi anni: un'altra scommessa, agli occhi della piazza e verosimilmente anche del gruppo squadra, avrebbe raccolto reazioni ben più tiepide.

Tra radici e voglia di crescere

Un altro fattore determinante per comprendere il peso dell'arrivo di Pioli si collega al legame umano con la città, un rapporto costruito prima da calciatore - quella viola è la squadra in cui l'ex difensore ha militato più a lungo - e poi da allenatore.

Come tecnico non si può certo conservare memoria di una Fiorentina memorabile con Pioli alla guida, erano del resto anni di un chiaro ridimensionamento dei viola targata Della Valle, ma nemmeno le dimissioni del 2019 hanno intaccato il legame tra l'allenatore e la tifoseria. Il dramma legato ad Astori, individuato proprio da Pioli come capitano nell'estate del 2017, ha poi forgiato in modo definitivo questo legame e ha amplificato un rapporto già solido e cementato nei decenni.

Davide Astori, Stefano Pioli
ACF Fiorentina v Bologna FC - Serie A / Gabriele Maltinti/GettyImages

Riconnettendoci a quanto affermato in principio, a una forma di garanzia rispetto al gruppo, si può considerare come Pioli possa risultare anche un timbro rilevante in sede di mercato: i trascorsi del tecnico e l'esperienza accumulata negli anni fanno sì che, anche agli occhi dei potenziali nuovi arrivi, il progetto posto dal tavolo sulla Fiorentina suoni più credibile e competitivo. Tutte valutazioni che, va da sé, avranno spinto la dirigenza a un cambio di rotta deciso rispetto ai profili scelti nel recente passato, per dare coerenza a un piano di crescita più volte professato.

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