Avvio da incubo per la Fiorentina: semi di una crisi o percorso fisiologico?

Segnali minacciosi e altri ordinari all'interno di un nuovo ciclo che deve partire
Pioli
Pioli / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Dopo 10 minuti della sfida col Como, al Franchi, sembrava che l'inerzia negativa d'inizio stagione si potesse invertire e che - complice il passaggio al 4-4-2 - la Fiorentina avesse intrapreso un percorso diverso, quello immaginato fino a qualche settimana fa. Un'illusione che si è sgretolata col passare dei minuti, sfumando in modo definitivo (e doloroso) in una ripresa dominata dai Lariani, con la costante sensazione di dominio espressa dagli uomini di Fabregas. Il pari e la successiva rimonta apparivano, insomma, una mera questione di tempo.

Falsa partenza

Le valutazioni sul cambio di modulo hanno lasciato spazio ad altro, a un'oggettiva difficoltà viola ad uscire dalla propria metà campo e a fornire palloni giocabili ai due attaccanti: contenere il Como è diventata la sola impronta della ripresa, senza esprimere alcun intento diverso dal reggere l'urto. Inizia a serpeggiare una riconoscibile aria di crisi: si tratta di un semplice discorso di assestamento o di una deriva più rischiosa?

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ACF Fiorentina v Como 1907 - Serie A / Image Photo Agency/GettyImages

L'arrivo di un nuovo tecnico, di numerosi nuovi interpreti nella sessione estiva e la necessità di trovare una quadratura del cerchio a livello tattico fanno sì che - al di là del valore effettivo della squadra - non ci si possa stupire delle difficoltà iniziali, per certi versi fisiologiche all'interno di un ciclo che parte (e lo si è visto a più riprese, anche altrove, in storie poi decollate positivamente).

Il peso di tante valutazioni e della conseguente delusione si può legare, senz'altro, anche alle aspettative estive: da un lato investimenti importanti sul mercato rimasti fin qui senza una risposta sul campo (Sohm e Piccoli gli esempi più efficaci), d'altro canto la tanto rivendicata ambizione, citata a più riprese da proprietà e dirigenza ma profondamente lontana dai risultati e dal gioco offerto fin qui.

Intoppi logici o sinistri presagi?

Accanto ad aspetti per certi versi fisiologici, tali da rendere prematuro il fantasma di una crisi, esistono temi più delicati e in grado di preoccupare: andando oltre le possibili disamine tattiche, del bandolo della matassa ancora da trovare, si può notare un atteggiamento per certi versi paradossale per una squadra che deve ancora esprimersi, che deve ancora costruirsi.

Un capitano che, dopo un contrasto riuscito sull'1-0, irride l'avversario (Nico Paz) con fare provocatorio; un centravanti che - dopo un duello col difensore - inizia a mostrare i muscoli; un nuovo acquisto che scomoda grandi nomi per definirsi e per consegnare la propria cifra: momenti ai limiti del grottesco quando i risultati deludono, tali da rendere ancor più critico il racconto del momento viola. Ancor più rumoroso il tonfo che si fa quando si cade.

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Kean e Ranieri / ISABELLA BONOTTO/GettyImages

Al contempo non mancano altri aspetti in grado di gettare i semi di una certa perplessità, come minimo: non tanto le voci e le speculazioni sullo spogliatoio che "non segue il tecnico", quanto i ragionamenti emersi già in estate sull'input di natura tattica (difesa a tre come diktat) trasmesso dalla dirigenza al potenziale allenatore. Spifferi e ragionamenti distanti da ogni logica di costruzione, idee ancora una volta grottesche che renderebbero fragili le basi su cui avviare un nuovo ciclo. Con l'auspicio che, come spesso accade, si tratti semplicemente del consueto fumo negli occhi di chi - nelle difficoltà - trova appagante rimestare nel torbido.

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