Una scommessa quando ti aspetti certezze: Kokorin, la Fiorentina gioca d'azzardo

Kokorin
Kokorin / VI-Images/Getty Images
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Quando sei impantanato in una faticosa lotta per non soccombere, per non retrocedere, il primo impulso sarebbe quello di cercare un appiglio sicuro. A rigor di logica almeno. Punteresti sul bomber esperto da buttare nella mischia, ti affideresti forse al tanto sospirato metronomo che detti i tempi e dia equilibrio, muovendosi davanti alla difesa e armonizzando il gioco meglio di chi ci ha provato fin qui. Ma il rigore della logica non parla la lingua del mercato, vincolato invece a ragioni diverse: intermediari, intuizioni, vecchi pallini od occasioni per un azzardo invitante. E del resto Aleksandr Kokorin oggi è questo: suona intrigante a chi apprezza il talento, suona sinistro a chi teme gli azzardi.

Un giovane Kokorin
Un giovane Kokorin / Epsilon/Getty Images

Un nome per cuori forti o una scommessa quando ti aspetti certezze, quella della Fiorentina. Dove si trovano le ragioni per puntarci? Si trovano nel passato piuttosto remoto e nella stretta attualità: gli inizi erano quelli del predestinato, del più giovane calciatore ad andare in gol con la maglia della Dinamo nel massimo campionato russo, a soli 17 anni in prima squadra. I pareri di chi conosce il calcio russo come le proprie tasche prevedono un ritornello: un vero talento, uno dei migliori del panorama russo, al netto di tutto il contorno. E proprio questo fa storcere il naso a qualcuno, del resto non si parla di qualche battuta infelice sui social o di una scappatella episodica.

A qualcuno restano negli occhi le giocate di una giovane promessa esplosa solo parzialmente, e mai al di fuori dei confini russi, ad altri restano nelle orecchie certe notizie che sembrano fatte proprio per catturare l'attenzione: le foto con le spogliarelliste e la travagliata vita sentimentale di un giovane, senz'altro, ma ancor di più il carcere. Non una notte, magari il tempo di una foto segnaletica che gira in rete, ma quasi un anno (a fronte di una condanna a 17 mesi) per aggressione a un funzionario pubblico di origine coreana e per aver assalito l'autista di una giornalista televisiva russa. Il tutto insieme Pavel Mamaev, compagno di Nazionale. Un uomo però non si esaurisce certo con la propria biografia, non è soltanto ciò che ha fatto, e tutti meritano l'occasione per continuare a fare il proprio lavoro (dopo l'espiazione).

Kokorin
Kokorin / KIRILL KUDRYAVTSEV/Getty Images

E le speranze, dunque, oltre al passato un po' remoto riguardano anche la stretta attualità: ben 7 i gol in 10 partite, con 3 assist in aggiunta, con la maglia del Sochi dal marzo al luglio del 2020, numeri decisivi per regalare al club russo un'insperata salvezza. Numeri che trasmettono qualche spunto positivo in più anche ai viola, insieme alla domanda sulla collocazione tattica del russo classe '99: quest'anno ha giocato perlopiù a destra o a sinistra nel 3-4-3 del Sochi, a supporto di una prima punta di riferimento. Possibile dunque immaginare il tridente Ribery-Vlahovic-Kokorin o Kokorin-Vlahovic-Callejon? Forse. Anche se viene più naturale pensare al 3-5-2 (ultimamente più 5-3-2) con un centrocampo più folto e il russo come seconda punta, accanto a Vlahovic. Quel che è certo, al di là delle valutazioni di Prandelli, è la natura poco rassicurante di un simile colpo: non per le questioni extracampo ma per la necessità di ambientarsi per la prima volta fuori dai confini russi e di risolvere un problema viola (quello del gol) ormai radicato.


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