Una fascia da difendere: ogni scelta è politica, la UEFA si salva in corner
Partiamo da un presupposto necessario: tutto, nella sua essenza, è politico. Ogni scelta quotidiana può avere una valenza che trascende la dimensione individuale per approdare a quella pubblica: dal bar in cui prendiamo il caffè alla macchina che guidiamo, dal giornale che acquistiamo a quel che scegliamo al supermercato. In potenza, volendolo fare anche in modo un po' tendenzioso, potremmo dunque trovare ogni gesto come "politico" soprattutto in un mondo del calcio che, ora come non mai, è una cassa di risonanza fenomenale e per certi versi unica (basti pensare a CR7 come personaggio più seguito su Instagram in assoluto).
Ed Euro 2020 si pone come amplificatore ancor più potente, il caso Cristiano Ronaldo-Coca Cola ce lo dice chiaramente, per porre determinate istanze sotto gli occhi di tifosi, addetti ai lavori ma anche di seguaci occasionali che assistono ai contenuti divenuti più virali pur senza amare il calcio. Il prototipo del calciatore medio vorrebbe il protagonista di turno impegnato a lanciare soldi per aria, imbarazzato dalla scelta tra la nuova macchina di lusso prodotta in soli cinque esemplari e l'ennesima villa in cui sistemarsi, ma fuori dal luogo comune esiste una coscienza anche in queste apparenti macchine da guerra che veneriamo dentro e fuori dal campo: anche nei piccoli gesti di un calciatore popolare esiste una nota politica, un atto privato che diventa pubblico, ma questo non può essere a priori biasimato o rifuggito dalle istituzioni.
L'idea di un Manuel Neuer multato per la fascia arcobaleno, atta a sottolineare i diritti della comunità LGBT nel pieno del Pride Month, aveva in sé qualcosa di cieco e di grottesco, qualcosa di ottuso insomma che, sospiro di sollievo, è stato scongiurato dalla decisione della UEFA: "La UEFA ha reso noto di aver fermato l'indagine sulla fascia arcobaleno del capitano tedesco Manuel Neuer. La fascia è stata individuata come un simbolo di diversità, associato a una buona causa".
Un comunicato ufficiale che ci risparmia dunque una sanzione che avrebbe dato il via a comprensibili polemiche, sollevando un polverone anche al di fuori del contesto calcistico, una situazione che insomma sarebbe risultata in netta controtendenza con l'intenzione di illuminare simbolicamente anche l'Allianz Arena coi colori dell'arcobaleno nella sfida di mercoledì, tra Germania e Ungheria. Una presa di posizione effettivamente "politica", anche in questo caso, ma che non può per questo essere accantonata o bloccata a priori: da un lato si tratta della possibilità di esprimersi criticamente sulle politiche ungheresi in merito ai diritti LGBT, d'altro canto è un segnale significativo in un mondo, quello del calcio, sovente associato a derive omofobe e a tematiche simili percepite ancora come tabù, aspetti da lasciare fuori dallo spogliatoio e dal campo.
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