Un centrale per Mourinho: quale può essere il profilo ideale per la Roma?

José Mourinho
José Mourinho / Silvia Lore/GettyImages
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La sua carriera ci ha consegnato l'idea di un allenatore esigente, che nel mercato richiede ai suoi direttori sportivi investimenti importanti. Da quando però è approdato alla Roma, José Mourinho si è scontrato con una realtà nettamente diversa rispetto a quelle a cui era abituato, ma nonostante la ristrettezza economica è riuscito ugualmente a regalare ai tifosi delle soddisfazioni, una su tutte la Conference League.

La verità è che lo Special One avrà pur imparato a far di necessità virtù, a fare del proprio meglio con quello che Pinto riesce a comprargli, ma - e in questo è sempre stato molto schietto - ha sempre dichiarato che per ambire a determinati traguardi, allora servono dei rinforzi proporzionati. L'obiettivo del suo terzo (e forse ultimo) anno di mandato è senz'altro quello di riportare la Roma a giocare la Champions League, competizione per la quale in Serie A sono in corsa almeno 5 squadre.

Nuovo modulo, nuove necessità

A proposito di scendere a compromessi, nella sua seconda esperienza italiana, Mourinho ha perfino messo in soffitta il suo iconico 4-2-3-1 per abbracciare un 3-4-2-1 più adatto alle caratteristiche dei giocatori che aveva a disposizione e attorno al quale è poi ruotato il mercato dei giallorossi nelle successive sessioni. Un modulo che però richiede una certa abbondanza di centrali, una conditio sine qua non che sta venendo meno in questi mesi in cui, nonostante i 5 difensori in rosa, la Roma può contare solo sullo stakanovista Mancini e sui nuovi acquisti Llorente e Ndicka, che tra l'altro continua a lasciare interdetti i tifosi.

Kumbulla rientrerà solo nel 2024 e avrà bisogno di tempo per riprendersi dopo la rottura del crociato, mentre Smalling rappresenta un'incognita enorme per via di una tendinite avvolta dal mistero e una cartella medica piena di infortuni.

Serve dunque un nuovo centrale. Non è solo una questione di slot da riempire, ma soprattutto di alternative valide per poter far fronte a tre competizioni, con l'Europa League che tra l'altro rischia di appesantire il calendario dei giallorossi di due ulteriori partite in caso di arrivo al secondo posto nel girone.

Un giovane prospetto

Finn Van Breemen
Finn van Breemen / Soccrates Images/GettyImages

La condizione economica non proprio florida potrebbe costringere Pinto a puntare su un giovane poco conosciuto, una scommessa. In tal senso si registra l'interesse per Finn van Breemen, 20enne olandese diventato ormai titolare in pianta stabile del Basilea, club nel quale si è trasferito solo l'estate scorsa. Oltre a disporre di una fisicità non indifferente (è alto 193cm), questo mancino classe 2003 ha anche un ottimo tempo negli interventi e pure un discreto tiro dalla distanza. Utile anche dal punto di vista della duttilità, visto che gli è capitato di giocare sia in una linea a quattro sia da braccetto di sinistra in un terzetto. Costo? Secondo Transfermarkt, il suo cartellino vale solo 800mila euro.

Lo scudiero di Mou

Eric Dier
Eric Dier / Nigel French/Allstar/GettyImages

A Mou va sicuramente riconosciuto il merito di aver lanciato talenti del vivaio come Bove e Zalewski, ma il tecnico portoghese è convinto che i giovani, in una squadra che lotta per la Champions, debbano solo essere di supporto a una base che dev'essere comunque costituita da giocatori pronti e affidabili.

Ecco che allora lo Special One potrebbe chiedere a Pinto di prendergli un vecchio pupillo, quell'Eric Dier finito fuori dai radar nel Tottenham di Postecoglou. Il classe 94' ha il contratto in scadenza nel 2024 e potrebbe forzare la cessione già a gennaio in modo da giocare con più continuità e sperare in una convocazione per l'Europeo con l'Inghilterra.

Oltre all'esperienza e alla conoscenza con Mourinho, suo tecnico proprio ai tempi degli Spurs, Dier può all'evenienza essere schierato come mediano davanti alla difesa, anche se la Roma lo impiegherebbe come vice-Smalling (oppure Smalling diventerebbe il vice-Dier, questo non possiamo dirlo).

Gli esuberi della Premier League

Trevoh Chalobah
Trevoh Chalobah / Chloe Knott - Danehouse/GettyImages

La Premier League è il campionato più ricco del mondo, quello in cui girano abitualmente cifre da capogiro sia per le operazioni in entrata sia per quelle in uscita, ma a furia di accaparrarsi campioni, i club inglesi si perdono per strada giocatori interessanti che vengono prontamente ceduti a prezzo di saldo. Ne è un esempio lampante il Chelsea, che preso dal suo acquisto compulsivo ha lasciato andare a cuor leggero gente come Tomori, Loftus-Cheek e, restando in tema Roma, Tammy Abraham.

Per sopperire all'emergenza difesa, i giallorossi potrebbero allora finalmente portare in Italia Trevoh Chalobah, centrale del '99 accostato puntualmente a Inter, Milan o Napoli. Quest'anno non è mai sceso in campo, quindi i Blues dovranno accontentarsi di una cifra irrisoria se lui dovesse puntare i piedi e chiedere la cessione.

L'alternativa, restando nel massimo campionato inglese, sarebbe quella di prendere in prestito Jakub Kiwior, ex Spezia che ha sofferto il salto di qualità e che nell'Arsenal viene impiegato con il contagocce. Due delle quattro presenze stagionali in Premier del polacco sono infatti arrivate nei minuti di recupero e anche lui, come Dier, vorrebbe giocare di più per sperare nella chiamata della Polonia per l'Europeo.