Tebas attacca City e PSG: "Sappiamo tutti cosa fanno con i petrodollari. Il TAS? È morto"
Javier Tebas, presidente della Liga, ha attaccato pesantemente Manchester City e Paris Saint Germain ai microfoni di ESPN dopo la clamorosa sentenza del TAS che ha cancellato la squalifica dei Citizens dalle prossime due edizioni di Champions League comminando solo una multa da 10 milioni di euro.
"Sappiamo tutti cosa fanno al City - le parole di Tebas riportate da calciomercato.com -. Quando furono puniti, non c’era sorpresa tra la maggior parte di noi coinvolti nel calcio europeo. Non voglio dire che fossimo felici, ma alla fine c’era un senso di giustizia contro questi grandi club di proprietà statale, l’altro è il Paris Saint-Germain. Il City sarà in Champions League la prossima stagione perché il TAS ha fatto le cose male, non perché il City ha fatto le cose nel modo giusto".
Poi l'attacco al TAS di Losanna: "Vorrei vedere la sentenza finale del TAS. Quando verrà rilasciata e la leggerò, dirò a Guardiola di cosa sono convinto, che non hanno fatto bene le cose. Hanno fatto male al TAS. Il TAS è morto. Ho avuto dubbi sul TAS per molti anni, non solo a causa di questa risoluzione, ma per molti altri. È l’opposto di quello che dovrebbe essere; non c’è trasparenza. Quando il TAS ha annullato la decisione, ci sono state proteste perché sappiamo tutti che stavano cercando di aggirare le regole del FFP".
La recente assoluzione del City è la conferma che il Fair Play Finanziario è un bluff?
Ancora Tebas: "Il City, negli ultimi cinque anni, insieme al PSG, è il club che ha speso di più. Il City non ha speso con le proprie risorse, come il Manchester United, che porta denaro attraverso la televisione o gli sponsor. Fanno spese con i petrodollari, con i soldi ottenuti attraverso il petrolio dai proprietari negli Emirati Arabi Uniti. I club di proprietà statale in Europa fanno quello che vogliono. Sponsor fittizi, diritti di denominazione per lo stadio nel caso del Manchester City. L’Etihad Stadium non vale ciò che viene pagato e ciò crea una situazione economica molto pericolosa per noi" ha concluso.
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