Le soluzioni tecniche e tattiche a disposizione dell'Italia di Roberto Mancini

L'Italia di Roberto Mancini
L'Italia di Roberto Mancini / 90min
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Ormai ci siamo, l'attesa sta per terminare. Dopo un anno d'attesa, Euro 2020 è pronto a partire. E ad inaugurare la competizione sarà l'Italia di Roberto Mancini, nel match contro la Turchia in programma venerdì 11 giugno alle ore 21 allo stadio Olimpico di Roma. C'è grande aspettativa (forse anche troppa, considerando la classica scaramanzia italiana) intorno a questa Nazionale.

Dopo aver saltato il Mondiale di Russia 2018 (abbiamo già pianto abbastanza), il commissario tecnico degli azzurri ha riportato entusiasmo tra i tifosi italiani. Un girone di qualificazione per l'Europeo pressoché perfetto, goleade contro squadra di basso livello che raramente si sono viste in passato, continuità di risultati, bel gioco e anche - è sempre bene ricordarlo - l'accesso alle Final Four della Nations League (che si disputeranno a fine anno tra Milano e Torino).

Ma torniamo a Euro 2020 e agli azzurri. Le scelte sono ormai ufficiali. I 26 calciatori che vestiranno la maglia dell'Italia sono stati scelti con l'ultimo cambio improvviso tra Sensi e Pessina per via dell'infortunio muscolare (l'ennesimo) del centrocampista dell'Inter. Sicuramente la lista dei convocati - come di consueto nel Bel Paese - ha un po' diviso gli appassionati, ma anche per il Mancio non è stato facile prendere le decisioni. E a parte Zaniolo, out da tempo e in via di guarigione per la prossima stagione, la scelta più sorprendente è stata quella di escludere Moise Kean, a favore del talentino Giacomo Raspadori.

Detto ciò, vediamo quali sono le soluzioni tecniche e tattiche a disposizione di Roberto Mancini per la nostra Italia in vista di Euro 2020.

La formazione tipo dell'Italia

Si parte da una certezza: il 4-3-3. Roberto Mancini - a parte qualche piccolo esperimento iniziale - si è sempre affidato a questo modulo nella sua esperienza da commissario tecnico degli azzurri. E questo sarà il modulo base dell'Italia a Euro 2020. Nella mente del Mancio, a parte forse uno, forse due ballottaggi, c'è una formazione tipo.

Gianluigi Donnarumma è il portiere titolare. La difesa tipo è composta da dalla coppia centrale tutta bianconera Bonucci-Chiellini, con Florenzi e Emerson Palmieri sulle corsie esterne. A centrocampo Jorginho in cabina di regia, Verratti a dare qualità in fase di palleggio e Barella a correre per due e garantire quantità e qualità al reparto. Nel tridente Insigne è il designato per coprire la corsia mancina, Immobile parte sempre in leggero vantaggio nel ballottaggio con Belotti, mentre sulla corsia destra - probabilmente - ci sono i maggiori dubbi per il ct. Berardi e Chiesa si giocano costantemente una maglia, con Bernardeschi - uno dei fedelissimi di Mancini - lì nell'ombra, a disposizione.

La formazione dell'Italia senza Verratti

L'Europeo dell'Italia però - salvo sorprese dell'ultimo momento - inizierà senza uno dei giocatori più rappresentativi ed esperti a livello internazionale: Marco Verratti. Il centrocampista del Paris Saint-Germain è alle prese con un infortunio al collaterale, che ha messo anche a rischio la sua presenza nel gruppo azzurro. Verratti c'è, ma presumibilmente salterà l'esordio.

Come lo può sostituire il Mancio? Le alternative non mancano, con caratteristiche diverse rispetto a Verratti, sia chiaro. Probabilmente il giocatore più simile all'ex Pescara è Stefano Sensi, ma - come già detto poco sopra - ha dovuto dare forfait.

Sono sicuramente tre i calciatori in grado di ricoprire il ruolo di Verratti: si tratta di Lorenzo Pellegrini, Manuel Locatelli e Matteo Pessina.

Con Locatelli l'Italia si garantirebbe una sorta di doppio regista, creando qualche difficoltà in più agli avversari nella ricerca della fonte del gioco azzurra; Pellegrini e Pessina invece hanno caratteristiche più offensive e potrebbero agire quasi da trequartisti.

La formazione dell'Italia con Toloi

La scelta Toloi ha sorpreso diversi addetti ai lavori. Eppure dietro questa convocazione c'è un'idea tattica di Roberto Mancini. Il difensore atalantino infatti può ricoprire il ruolo di terzino destro, trasformando la difesa azzurra in una finta linea a tre (con Bonucci centrale e Chiellini come terzo centrale), e lasciando di conseguenza libero sfogo al "terzino sinistro" di turno, che sia Emerson o Spinazzola.

Questo atteggiamento tattico può essere utilizzato in varie circostanze, sia in caso di punteggio negativo (dando più libertà al terzino sinistro e creando superiorità numerica su quella corsia), sia in caso di punteggio positivo, dando più fisicità e più copertura difensiva alla squadra.

Come cambia l'Italia con Immobile, Belotti o Raspadori come terminale offensivo

Tre prime punte per un solo posto da titolare. Immobile e Belotti si giocheranno costantemente questa maglia, ma occhio all'outsider Raspadori, chiamato da Mancini dopo un ottimo finale di stagione con il Sassuolo.

Partiamo da un presupposto: il pensiero tecnico e tattico del Mancio sembra non sposarsi pienamente con le caratteristiche di Immobile e Belotti. Infatti entrambi sono giocatori che danno il meglio di sé nelle ripartenze e con un gioco verticale. Il ct azzurro preferisce invece di gran lunga il palleggio (e ogni tanto ha optato per la soluzione del falso nove).

Ma diventa difficile per il commissario tecnico rinunciare ai due bomber italiani. Ma attenzione al talentino Raspadori, per caratteristiche - probabilmente - quello più simile al prototipo di centravanti ricercato dal Mancio in questi anni. Brevilineo, rapido sullo stretto e abile a palleggiare con la squadra, quasi da trequartista (dando la possibilità alle mezze ali di occupare l'area di rigore con gli inserimenti alle spalle della difesa avversaria).

Come cambia l'Italia con Berardi o Chiesa

Sarà uno dei ballottaggi fissi di Euro 2020. Chi mettere come esterno destro offensivo? Berardi o Chiesa? Chiesa o Berardi? E la scelta di un giocatore rispetto all'altro potrebbe cambiare il modo di giocare.

Federico Chiesa è uno che ha bisogno di spazi. Ha gamba ed è bravissimo ad inserirsi dietro la linea difensiva avversaria e in questa stagione ha dimostrato di essere cinico sotto porta, segnando anche gol pesanti. Domenico Berardi è più calciatore da palleggio, da possesso palla. Un calciatore che preferisce ricevere la palla sui piedi, da fermo, per poi tentare la giocata con il suo delicato mancino.

Entrambi arrivano da due stagioni brillanti e non sarà facile per Mancini escludere uno dei due di gara in gara.


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