Siamo spiacenti, qualcosa non ha funzionato: DAZN, trincea e creatività

DAZN nell'occhio del ciclone
DAZN nell'occhio del ciclone / Insidefoto/Getty Images
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Se esistesse (e forse esiste) una classifica aggiornata dei mestieri meno ambiti, delle occupazioni che tutti vorrebbero rifuggire, la starebbe scalando a gran velocità chi quotidianamente deve accogliere i reclami e le lamentele degli utenti DAZN: giornate in trincea, tentando di schivare colpi ripetuti e ben assestati, pronti a tirar fuori una compilation di formali scuse e di cordiali tentativi a non mollare l'improvvida ed eroica impresa, quella di guardare la partita in TV. Tutti uniti in questo 2021 alla ricerca di una visione senza scatti e senza rotelle che girano, una crociata anacronistica a cui va dato atto di aver riavvicinato gli ascoltatori alla radio, riconsegnando a un mondo tecnologicamente viziato l'antico brivido di immaginare quel che avviene sul campo, cullati da voci consolanti e familiari, senza il fastidio così invadente delle immagini che, alla fine, ti dicono tutto e spengono la creatività.

Marco Cattaneo, Ciro Ferrara, Riccardo Montolivo
Cattaneo, Ferrara e Montolivo / Jonathan Moscrop/Getty Images

"Siamo spiacenti, qualcosa non ha funzionato"

DAZN ai suoi utenti e viceversa

In trincea

Le giornate di Serie A in archivio sono ormai cinque, la sesta bussa già alla porta, e l'illusione che i problemi tecnici fossero solo lo scotto iniziale da pagare si sta gradualmente dissolvendo, lasciando intuire qualcosa di più sinistro e abituale. Di norma le giornate si susseguono e restano in mente i gol più belli, i riflessi dei portieri, le giocate da ricordare ma, ora, si accatastano giorno dopo giorno giustificazioni e spiegazioni via via più imbarazzate e goffe: del resto, in ogni campo dell'esperienza, è nota la natura umana dell'errore (senza crocifiggersi prima del tempo) ma è altrettanto conosciuta la natura diabolica dell'insistenza. Qualcuno direbbe più semplicemente che il gioco è bello quando dura poco, che sarebbe stato carino ridurre tutto a un ironico scherzo iniziale prima di partire svelti e senza intoppi lungo le avveniristiche vie della tecnologia. E la trincea vive su un doppio terreno: da un lato l'utente versus DAZN, come ormai noto e palese, ma dall'altra parte anche gli utenti più avvelenati e frustrati contro chi, tronfio e compiaciuto, sostiene di "non aver mai avuto problemi", addossando le responsabilità all'insipienza tecnologica dell'italiano medio, visualizzato come un tizio avanti con gli anni e con la canottiera inesorabilmente unta di sugo, intento a prendere a pugni la TV e a sbraitare contro la Pina di turno.

Federico Balzaretti
Game changed? / Francesco Prandoni/Getty Images

"Sto tremando dalla paura, che paura mi fa!"

Zenga a Varriale o DAZN agli utenti

Hanno tutti ragione

Che il disservizio non sia più qualcosa di eccezionale ma sia divenuto nell'ordine naturale delle cose è un fatto: basta scorrere tra le pagine social di DAZN per notare quanti utenti scontenti e adirati, più o meno ironicamente, stiano tirando giù santi o minacciando contromisure (dall'altra parte immaginiamo una reazione di DAZN affine a quella di Zenga nell'epico scontro televisivo con Varriale). Chiaramente, dunque, non possiamo derubricare in toto la sollevazione popolare a un segno di inadeguatezza tecnologica da attribuire al privato o al singolo utente. Il problema è più profondo e si lega a una soluzione che di fatto si sta rivelando inadeguata, seppur di fronte a intenti onorevoli: si è spinto sull'acceleratore con forza senza sapere se il motore potesse reggere, o senza curarsi neanche di far benzina prima di partire, e ci si sorprende adesso se ci troviamo fermi in una piazzola di sosta ad attendere un passaggio fortuito da parte di Sky, invocato come salvatore della patria.

Attribuire in esclusiva un campionato che figura tra i cinque principali d'Europa non è uno scherzo, pur resistendo il capriccio italiano di vivere tutto col ghigno e di coltivare il gusto della pantomima, e le intenzioni (anche sul fronte della sostenibilità tecnologica del discorso) non equivalgono ai fatti. Un discorso che, ma pare persino surreale doverlo specificare, avrebbe dovuto provocare una riflessione a monte anche da parte dei club. Tutti potremmo insomma immaginare di correre un giorno la maratona di New York, nessuno ce lo impedisce, ma sarebbe complesso riuscire a farlo senza prima essersi allenati, senza aver dimostrato di poterla reggere: rischieremmo di fermarci continuamente, di farci del male.

Si stringe il cerchio?

A questo punto il rischio di farsi male potrebbe davvero palesarsi, ben più di quanto fosse verosimile dopo i primi intoppi iniziali. La pressione attorno a DAZN aumenta e la piattaforma streaming si trova a dover respingere colpi che arrivano da direzioni diverse, con segnali chiari di allarme che col tempo si sono moltiplicati, soprattutto dopo un intero tempo di Torino-Lazio e Sampdoria-Napoli di fatto inaccessibile a chiunque volesse usare la app DAZN (da Smart Tv come attraverso altre modalità). Valentina Vezzali, sottosegretaria allo sport, ha reso nota l'intenzione del governo di monitorare la situazione al fine di garantire gli utenti e gli appassionati sportivi, al contempo il Codacons ha fatto capire a chiare lettere di valutare un'istanza per la revoca dei diritti TV qualora i disservizi continuassero. Tra associazioni dei consumatori ed esponenti del mondo politico, dunque, le voci critiche si fanno sempre più ingombranti e potenti: la sesta giornata sarà il prossimo e imminente banco di prova, con l'auspicio di accantonare l'ironia social e di veder girare finalmente il pallone al posto dell'ormai tristemente nota rotella di buffering.


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