Il riscatto di Rabiot: fuoco di paglia o rilancio con vista sul futuro?
Prestazione da top di reparto, sfida vinta con il più rinomato (e campione d'Europa) Barella in campo e fiammata social pronta ad esternare quanto albergava nella mente dei tifosi bianconeri al triplice fischio del derby con l'Inter: Adrien Rabiot per una sera ha conquistato la Juventus, spingendo un Allianz in veste pre-Covid a dedicargli addirittura una standing ovation al momento del suo cambio.
Il francese ex Paris Saint Germain ha forse sentito sulla sua pelle, per la prima volta, il calore di un ambiente che negli ultimi anni poco gli ha perdonato, se non proprio nulla. Sarà stata questa nuova sensazione, o magari la volontà di sfruttare il momento per avvicinarsi ai propri tifosi, la causa di quel rovente commento social nel terzo tempo del derby. L'unica cosa certa è che Rabiot apre ora un nuovo capitolo con la Juventus, quello decisivo per il suo futuro.
Un passato che pesa
La conferma in bianconero sarà tutt'altro che semplice. Una fantastica prestazione nel delicato derby dello scorso weekend non cancella le prestazioni tutt'altro che convincenti raccolte negli ultimi due anni e mezzo. Rabiot in questo periodo è apparso in molte circostanze un pesce fuor d'acqua, qualsiasi fosse la guida tecnica seduta in panchina. Le difficoltà del centrocampista sono apparse soprattutto dal punto di vista mentale, dove qualcosa sembrava non connettersi a pieno. Il francese ha sempre dimostrato di avere una buona gamba ed un fisico (sia di stazza che dal punto di vista della condizione) prestante, ma in campo non sembrava mai raggiungere il 100% delle sue potenzialità.
Seppur la posizione in campo (almeno con Allegri) rispecchi pienamente il suo ruolo, l'aspetto in cui Rabiot ha mostrato carenze è stato quello mentale. Non si possono oramai contare gli errori commessi per disattenzioni o per lentezza di calcolo con la sfera tra i piedi, dato che lo ha reso quasi un separato in casa con la tifoseria negli scorsi mesi. Basti ritornare alla mancata marcatura su Parejo contro il Villareal (dove difendeva sulla linea dei venti metri come se fosse una mezzala sinistra e non un esterno di centrocampo), alle continue impostazioni sbagliate per aver giocato la sfera senza prima alzare lo sguardo e con troppa fretta, come se la sfera bruciasse e l'obiettivo fosse quello di liberarsi al più presto della patata bollente. Giocate assolutamente non meritevole, da quel punto di vista, dei pieni 7 milioni a stagione che percepisce dal suo approdo a Torino.
Nonostante tutto, prima Pirlo e poi Allegri hanno espresso grande fiducia su di lui. Nessun allenatore, anche per una chiara politica del calcio dove non si mandano gli agnelli in pasto alle fauci dell'opinione pubblica, ha mai mostrato deprezzamento per le sue giocate ed il suo comportamento. Lo stesso commissario tecnico della Nazionale Francese Didier Deschamps si è mostrato pronto a difenderlo, insinuando come possa essere la Juventus il problema di Rabiot e non viceversa.
In questa circostanza, però, la ragione sembra trovarsi nel mezzo. È fattuale che il francese renda meglio in Nazionale, ma allo stesso tempo giocare in un centrocampo di stelle affermate come Kante e Pogba non equivale a scendere in campo in una linea mediana ancor non definita tra Locatelli, Arthur, Mckennie e Bentancur - quantomeno quando era ancora membro dei bianconeri.
Ci sono le basi per il futuro?
Ma quindi l'avventura alla Juventus di Rabiot è giunta al punto conclusivo? La risposta a questo grande quesito esistenziale per i tifosi bianconeri è lontana dall'essere scritta, come oggi anche settimane fa. La società guidata da Andrea Agnelli non si ritiene soddisfatta di quanto visto finora e non è una sola partita, persa d'altronde, a far cambiare le carte in tavola. Dal canto suo, il francese può contare sull'apporto di mister Allegri, il quale sembrerebbe aver trovato la sua quadra ideale nel 4-2-3-1 (un sistema attualmente poco utilizzato per le diverse mancanze che in attacco hanno colpito la società torinese).
La base per il futuro attualmente sembra traballare, ma le parti sono ancora in tempo per riavvicinarsi e riportare il francese al centro del progetto, magari con un contratto abbassato rispetto alle cifre attuali. Tutto si deciderà nelle prossime settimane, l'unica cosa certa è che per continuare a vedere Rabiot all'Allianz due circostanze devono verificarsi: una continuità di prestazioni ad alto livello da parte dell'ex Psg ed un silenzio rispettoso da parte di una persona in particolare della sua famiglia.
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