Reichart sul rapporto Juventus-Superlega e sulle prospettive del progetto

Reichart
Reichart / Tristar Media/GettyImages
facebooktwitterreddit

Il tema della Superlega è tornato d'attualità sostanzialmente per due ragioni non di poco conto: da un lato il nuovo volto del progetto, legato all'attività di A22 e al nome del CEO Bernd Reichart, e d'altro canto dalla presenza di una sentenza che va in direzione diversa rispetto a quelle passate (sempre in linea con le aspettative della UEFA). E proprio Reichart ha parlato ai microfoni de La Stampa soffermandosi sulle prospettive della Superlega e sul possibile ruolo della Juventus in tal senso.

Sulla Juventus: "Non cambia il livello di impegno del club bianconero. E spero che Andrea Agnelli continui a dare il suo contributo al nostro progetto: apprezzo la sua convinzione che il calcio possa avere una funzione utile anche ad avvicinare i cittadini europei".

Sulla UEFA: "L’ultima riforma dell’Uefa è stata 30 anni fa. Se è così datata nel tempo significa che qualcosa non va e bisogna ricominciare a cambiare. Riforma Champions positiva? No, anzi. Accresce un problema attuale, cioè il fatto che le sfide attraenti iniziano con la fase di eliminazione diretta".

Le prospettive della Superlega: "Il nostro interesse principale è quello di mettere sul tavolo l’esigenza di un’azione per migliorare il calcio. Sappiamo che i presidenti di Uefa ed Eca non ci appoggiano. Ma noi stiamo dialogando molto con le leghe più piccole e alcuni club delle leghe partecipanti. Oltre alle società delle grandi città che non fanno parte dei campionati più ricchi: sono squadre di grande tradizione che hanno bisogno di fare affidamento su un percorso più prevedibile nelle coppe europee per crescere. Altrimenti il gap diventerà sempre più ampio. Molti campionati nazionali stanno perdendo di interesse. Come funzionerà? E’ troppo presto per scendere nei dettagli. Prima dobbiamo avere una base legale solida, per questo occorre aspettare la sentenza della Corte di Giustizia Europea in primavera. A quel punto sarà anche più facile prendere accordi con i club. Vogliamo un percorso minimo di 14 partite europee a stagione".