I punti fermi della nuova Superlega e i 10 principi cardine nel dettaglio

Bernd Reichart
Bernd Reichart / Clemens Bilan/GettyImages
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Come un fiume che scorre sotterraneo, ormai da anni, il processo di creazione della Superlega è andato avanti e ha condotto oggi a un nuovo annuncio da parte dell'amministratore delegato di A22 Bernd Reichart. Un annuncio che si lega al lavoro diplomatico più che mai delicato, svolto dallo stesso Reichart, nell'ottica di confrontarsi con quasi 50 club europei e con tutti i soggetti direttamente coinvolti da un'eventuale ridefinizione del panorama calcistico internazionale.

Reichart si è espresso così sullo stato dell'arte: "I club si assumono tutti i rischi imprenditoriali, ma troppo spesso sono costretti a rimanere in disparte quando vengono prese le decisioni chiave e si ritrovano ad assistere allo sgretolamento delle loro fondamenta sportive e finanziarie. Dalle nostre discussioni è emerso chiaramente che i club spesso non sono in grado di esprimersi pubblicamente contro un sistema in cui la minaccia di sanzioni viene usata per soffocare ogni opposizione. Il nostro dialogo è stato onesto, diretto e fruttuoso. Siamo giunti a conclusioni chiare sulla necessità di un cambiamento e su quali siano gli elementi costitutivi per realizzarlo".


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La fase di scambio e di condivisione con club e stakeholder aveva lo scopo di individuare criteri più condivisi e meno divisivi del progetto, un'opera che si è tradotta in 10 punti cardine che dovrebbero guidare la nuova Superlega. Un ruolo chiave, nei prossimi passaggi, sarà ovviamente la sentenza della Corte di Giustizia europea sul "monopolio UEFA" e sulla possibilità o meno della federazione di legittimare (od ostacolare) competizioni esterne al suo dominio. Reichart ha spiegato che, dopo la sentenza, ci si muoverà per presentare un progetto sportivo che sia sostenibile per i club e che sia aperto ai 27 stati membri dell'UE.

I 10 principi cardine della nuova Superlega

Competizioni su base ampia e meritocratica

Il campionato europeo di calcio deve essere una competizione aperta, con più divisioni e da 60 a 80 squadre che consenta una distribuzione sostenibile dei ricavi lungo tutta la piramide. La partecipazione dovrebbe essere basata sul merito sportivo; i club dovrebbero essere soggetti a promozioni e retrocessioni annuali e non dovrebbero esserci membri permanenti. Una qualificazione aperta basata sui risultati nazionali garantirebbe accesso alla competizione ai club emergenti, mantenendo al contempo le dinamiche competitive a livello nazionale.


Tornei nazionali, la base del calcio

I club partecipanti dovrebbero continuare a essere pienamente impegnati nei tornei nazionali come fanno oggi. Allo stesso tempo, è fondamentale che venga affrontata la necessità di bilanciare, rafforzare e rendere più competitivi i tornei nazionali in tutto il continente. Le competizioni europee dovrebbero svolgere un ruolo cruciale nel contribuire al raggiungimento di questo obiettivo, generando e allocando risorse aggiuntive in tutto il sistema.

Migliorare la competitività con risorse stabili e sostenibili

Per migliorare la competitività delle competizioni nazionali ed europee sono necessarie risorse finanziarie aggiuntive da condividere all’interno della piramide nonché regole di sostenibilità finanziaria da applicare in maniera rigorosa. I club hanno anche bisogno di una maggiore stabilità e prevedibilità delle entrate annuali, così da poter assumere impegni ragionevoli e di lungo termine per quanto riguarda le spese per i giocatori e le infrastrutture. Un miglioramento significativo del formato e dell’attrattività delle attuali competizioni europee genererebbe risorse aggiuntive. Offrendo ai club un minimo di 14 partite europee garantite per stagione, si migliorerebbero notevolmente sia la stabilità che la prevedibilità degli introiti.

La salute dei giocatori deve essere al centro del gioco

La salute dei giocatori deve essere una componente fondamentale nel determinare il numero di partite annuali. Il numero delle giornate delle competizioni europee per club non dovrebbe essere aumentato oltre a quello previsto dagli attuali calendari delle competizioni. Le organizzazioni dei giocatori dovrebbero essere coinvolte per salvaguardare la loro salute e dovrebbe anche essere promosso il dialogo sociale in tutta l’UE. È altresì importante che i club e i giocatori europei non siano obbligati a partecipare a tornei allargati o nuovi imposti da parti terze.

Competizioni gestite dai club con regole di sostenibilità finanziaria trasparenti e applicate adeguatamente

Le competizioni europee per club dovrebbero essere gestite dai club, come avviene a livello nazionale, e non da parti terze che ne traggono vantaggio senza assumersi alcun rischio. La struttura di governance deve essere pienamente conforme alla legislazione dell’UE. Per migliorare la sostenibilità, la spesa dovrebbe essere basata solo sulle risorse generate, non su iniezioni di capitale che distorcono la concorrenza. Le norme sulla sostenibilità finanziaria dovrebbero consentire ai club di spendere solo una percentuale fissa dei loro ricavi annuali legati al calcio per gli stipendi dei giocatori e i trasferimenti netti, con disposizioni adeguate per i club più piccoli nonché regole di transizione.

La migliore competizione calcistica del mondo

Nello sviluppare una competizione paneuropea, l’aspirazione deve essere quella di creare l’evento sportivo più avvincente al mondo. Gli appassionati di calcio meritano le migliori partite e la migliore esperienza. È inoltre fondamentale che le giovani generazioni, attratte dagli sport e dall’intrattenimento digitale statunitensi in espansione a livello globale, continuino ad abbracciare il calcio come lo sport più amato al mondo. Questo obiettivo può essere raggiunto esclusivamente con competizioni che permettano ai migliori giocatori al mondo di sfidarsi durante l’intera stagione con partite emozionanti dall’inizio alla fine.

Miglioramento dell’esperienza dei tifosi

Il calcio è un gioco popolare e il dialogo con i tifosi e i gruppi di tifosi indipendenti è essenziale per raccogliere idee che possano migliorare l’esperienza dei fans. Dovrebbero essere adottate misure supplementari per facilitare la partecipazione dei tifosi alle partite in trasferta. Dovrebbero essere previsti anche standard per le infrastrutture, per portare gli stadi di calcio a livelli di qualità elevati e uniformi in modo da migliorare lo spettacolo del calcio dal vivo.

Sviluppare e finanziare il calcio femminile

Gli stakeholder del settore calcistico dovrebbero promuovere e sviluppare il gioco femminile mettendolo “al centro della scena” al fianco delle competizioni maschili. Per raggiungere questo obiettivo, i finanziamenti dovrebbero essere incrementati in maniera significativa, al di là degli attuali contributi provenienti dalle competizioni europee per club femminili. Gli investimenti dovrebbero essere previsti non solo a livello professionale, ma anche a livello di base.

Un aumento significativo della solidarietà

La solidarietà di base è un pilastro essenziale del calcio europeo e dovrebbe essere aumentata ben oltre i livelli attuali. Come annunciato in precedenza, un importo minimo di 400 milioni di euro all’anno ai club non partecipanti, per la solidarietà di base e le cause sociali – più del doppio del contributo proveniente dalle attuali competizioni europee per club – dovrebbe raggiungere questo obiettivo. La trasparenza dovrebbe essere garantita dalla supervisione di autorità indipendenti, con una chiara rendicontazione annuale della spesa e del suo impatto.

Rispetto del diritto e dei valori dell’Unione europea

Il calcio europeo e i suoi stakeholder sono chiamati ad abbracciare i valori, le leggi e le libertà fondamentali dell’Ue. Inoltre, nessun club europeo dovrebbe essere costretto a ricorrere a sistemi di risoluzione delle controversie al di fuori del diritto comunitario. La giurisdizione dell’arbitrato sportivo dovrebbe essere strettamente limitata alle questioni sportive. Ogni altra controversia dovrebbe essere rivolta alle sedi appropriate. Tutti i procedimenti dovrebbero essere sottoposti alla supervisione ultima del sistema giudiziario dell’Ue.