Quali regole della Kings League ci piacerebbe vedere nel calcio reale?

Kings League
Kings League / Cesc Maymo/GettyImages
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Dobbiamo ancora capire se Gerard Piqué sia un genio destinato a rivoluzionare il mondo dello sport entertainment o se stia soltanto attraversando il complicato periodo con il quale ogni calciatore deve fare i conti dopo il ritiro. Fatto sta che dopo il seguitissimo mondiale di palloncini, l'ex difensore del Barcellona ne ha pensata un'altra delle sue.

Dimenticatevi del padel! Quella è roba vecchia per boomer che vogliono illudersi di essere giovani. La nuova frontiera dello sport per chi non ha voglia di fare sport è la Kings League, che sembra uscito dal libro Ready Player One di Ernest Cline o dallo spot della Nike per Qatar 2022, ma che a quanto pare è una roba (non saprei come definirla in maniera diversa) che esiste davvero.

Calcio, pallanuoto, basket e un pizzico di Yu-Gi-Ho: Piqué e il suo fido compare Ibai Llanos l'hanno combinata grossa stavolta, perché se questo torneo sta spopolando in rete il merito è soprattutto nella sua originalità...e nel modo in cui i suoi organizzatori stanno cavalcando la faccenda relativa a Shakira, ma questa è un'altra storia.

Nelle scorse ore Javier Tebas ha liquidato la Kings League paragonandola a un circo. Tuttavia, il presidente de La Liga e ogni altro personaggio incravattato che si occupa del futuro del pallone dovrebbero studiare più a fondo questo fenomeno che attrae sempre più pubblico, soprattutto giovane.

Quali spunti, dunque, il mondo del calcio potrebbe trarre dalle regole assurde della Kings League?

Kings League: quello che c'è da sapere

Sono sicuro che sai già come funziona la Kings League, ma magari sei rimasto su un'isola deserta per una decina di giorni o - opzione decisamente più improbabile - non sei iscritto ad alcun social e quindi hai bisogno di un'infarinatura generale sul funzionamento dello sport destinato a conquistare il cuore di tutti...tranne quello di Shakira, è ovvio.

Partiamo dal principio: la Kings League è una competizione che vede affrontarsi 12 squadre in un'unica classifica. Ogni squadra può avere un massimo di 12 calciatori, sette dei quali (un portiere e sei di movimento) scendono in campo.

Adesso arriva il bello. In un modello che ricorda un po' quello dei designated players della MLS, una franchigia di questo meraviglioso torneo ha 10 slot per giocatori "comuni", (selezionati dal mondo dei content creator e degli streamer) mentre gli altri due sono riservati a calciatori professionisti ancora in attività o che comunque hanno smesso da poco (es. Sergio Aguero).

Il torneo si articola poi in undici giornate in cui tutte le squadre si affrontano in una gara secca. Le partite prevedono due tempi da venti minuti l'uno. Al termine della regular season (anche qui è forte l'influenza americana) iniziano i playoff che vedono per protagoniste le prime otto classificate. Alla fine, come potete immaginare, vince chi si aggiudica la finale playoff.

Regole non applicabili al calcio

Ora che sai grosso modo come funziona, partiamo da tutte quelle componenti che, seppur vitali nel gioco ideato da Piqué e Llanos, nel calcio vero (è ancora possibile definire come "vero" il nostro calcio? E se la Kings League gli avesse già usurpato il trono?) non potrebbero mai essere adottate.

In primis la palla al centro. Nella Kings League non esiste infatti il lancio della monetina, ma le squadre partono schierate sulla linea di fondo per poi contendersi il primo possesso della partita scattando verso la metà campo. Certo, vedere due giocatori correre per prendere il pallone ha il suo fascino e ricorda molto il film "Palle al balzo - Dodgeball", ma questo può portare a degli interventi al limite della criminalità già nelle prime battute di gara. Oltre alla pericolosità, l'altro motivo per cui la palla al centro, che la Kings League ha preso in prestito dalla pallanuoto, non è permutabile al calcio che tutti conosciamo risiede nell'enorme differenza nelle dimensioni del campo. In altre parole, ve lo immaginereste un Giroud farsi 55 metri di corsa per arrivare primo sul pallone?

Altro elemento davvero ammaliante ma comunque inapplicabile in una partita di calcio sono gli shootout. Qualcuno in passato ha provato a mettere in cantina gli statici rigori per prendere in prestito dall'hockey le sue discese e tiro, ma a che serve far scattare inutilmente un giocatore dalla metà campo se poi tirerà a pochi metri dal portiere?

Regole applicabili e auspicabili per il calcio del domani

Passiamo ora alle regole della Kings League che non sono poi così tanto assurde da essere improponibili per il calcio tradizionale. In particolare, c'è un espediente che soddisfa quella fame di intrattenimento da parte del pubblico, che non ne può più di ritmi blandi e giocatori che camminano in campo, ma vuole vedere il pallone girare sempre a mille all'ora. Le sostituzioni illimitate potrebbero essere una delle innovazioni che l'IFAB (ossia l'unico organo che può mettere mano al regolamento del calcio) dovrebbe introdurre in un futuro nemmeno così lontano. Permettere a un allenatore di togliere e mettere giocatori in continuazione non solo renderebbe ancora più complesso la tattica di una partita che sempre più si va formando di tante micro-partite interne, ma - in maniera più banale - garantirebbe sempre la freschezza degli uomini in campo.

Il secondo spunto riguarda invece il VAR a chiamata. Nella Kings League funziona esattamente come nella pallavolo: ossia l'arbitro lo utilizza esclusivamente quando uno dei due allenatori lo richiede e può farlo per un tot di volte per tempo/a partita. Nel calcio gli episodi, come un banale fuorigioco, sono molti di più, quindi bisognerebbe sì lasciare che i tecnici possano avere un determinato numero di chiamate, ma per il resto la moviola dovrebbe essere sempre consultabile dal direttore di gara.

Sergio Aguero
Sergio Aguero / Quality Sport Images/GettyImages

Regole non applicabili al calcio ma che vorremmo comunque vedere

Veniamo ora alla parte più divertente, cioè quella riguardante tutte quelle regole della Kings League che sono talmente inverosimili che darei di tutto pur di vederle almeno una volta applicate al calcio. Partiamo dal draft, un sistema già adoperato dalla MLS che a sua volta l'ha copiato dall'NBA. Si tratta di un modo interessante per costruire le squadre (pardon, le franchigie) perché mette tutte le società iscritte più o meno sullo stesso piano. Tuttavia, è proprio per questo motivo che sarebbe impossibile vederla, ad esempio, in Serie A.

Lo sapevi che nella Kings League non esistono i pareggi? Infatti se una partita finisce in parità le due squadre si sfidano agli shootout, che già sono assurdi di per sé, ma vi immaginate cosa sarebbe il calcio senza il golden punticino strappato con le unghie difendenosi a oltranza contro un avversario decisamente più forte di noi? Probabilmente metà degli allenatori italiani straccerebbe il tesserino.

Dulcis in fundo, ci sono le wild cards. Difficile tradurre il termine in italiano: si tratta di bonus che nella KL vengono estratti prima del calcio di inizio e che possono essere giocati in qualsiasi momento della partita. Queste carte speciali sono in tutto sei ma ogni squadra può sorteggiarne al massimo una. Proprio come succede in un qualsiasi videogame o gioco da tavola, questi imprevisti servono a mettere in difficoltà il rivale o ad agevolare la propria squadra. Le wild cards sono sei: l'ammonizione di un calciatore avversario a scelta, un rigore (normale) omaggio, uno shootout omaggio, la possibilità di raddoppiare il valore di ogni gol segnato per due minuti da quando la carta è stata giocata, la possibilità di rubare la carta della squadra avversaria e infine il jolly, la carta “Comodìn”, che consente alla squadra che la gioca di scegliere tra uno dei cinque bonus precedenti. Sarebbe fantastico vederle nel mondo del calcio, ma i puristi si lamenterebbero per la troppa confusione.



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