Il Pisa sorprende in Serie B: un progetto ambizioso sta spiccando il volo
Ogni stagione ha una sua favola e non sarà certo settembre a dirci cosa succederà stavolta. Settembre non dispensa giudizi risolutivi, no, ma offre comunque spunti che meritano di essere osservati da vicino e compresi anche in prospettiva, cercando di capire quanto siano estemporanei o invece saldi. Il Pisa è partito con l'acceleratore premuto fino in fondo in Serie B, ce lo dicono innanzitutto i semplici numeri: 5 vittorie su 5 partite, 12 gol fatti e solo 3 subiti fin qui, capolista solitaria e rullo compressore sia in casa che fuori (anche contro realtà di spicco come SPAL e Monza). Desta peraltro curiosità l'idea di un club toscano che finalmente, con Fiorentina ed Empoli come uniche protagoniste da tempo, prova a trovare la spinta per ambire a qualcosa di diverso dalla salvezza in B (e con tante realtà regionali ormai perse nei meandri delle serie inferiori, anche fuori dal professionismo).
La spinta di Knaster
Inutile nasconderci, è chiaro che l'ingresso in società di un imprenditore di livello e intenzionato a investire con forza possa fare la differenza, soprattutto se questo - nello specifico Alexander Knaster - non si trova ad agire su precedenti macerie ma in un contesto già avviato e stabile, senza dover rifare tutto da capo. Parliamo di un imprenditore dal patrimonio superiore ai 2 miliardi di euro, che ha fatto la sua fortuna a capo della più grande banca privata commerciale russa, Alfa Bank a partire dalla metà anni '90 (quando il Pisa, intanto, viveva l'incubo del fallimento e dell'Eccellenza). Knaster, nato a Mosca e trasferitosi negli USA ad appena 16 anni, è oggi presidente e CEO di Pamplona Capital Management, società di private equity fondata dallo stesso imprenditore nel 2005.
L'ingresso di Knaster, a inizio 2021, ha comportato di fatto il passaggio del 75% delle quote del club da Ricci e Paletti allo stesso magnate della finanza, un passaggio di mano che ha visto al contempo preservare le quote in mano a Ma.Gi.Co di Giuseppe Corrado, in segno di continuità rispetto al progetto già in piedi. Il discorso sportivo ovviamente assume un ruolo prioritario, come giusto che sia, ma al contempo (come nel caso di altre proprietà arrivate in Italia) reclama un peso rilevante anche un centro sportivo che veda finalmente confluire le attività del club in una sola zona, un po' come per il Viola Park di Commisso, così come si punta al restyling dell'Arena Garibaldi.
Un'eccezione virtuosa
Un piano che si annunciava ambizioso fin dalle prime battute, sia considerando il peso del nuovo acquirente che la sua dichiarazione d'intenti: "Il mio investimento è solo l’inizio di un percorso che accompagnerà la squadra e la società verso nuovi traguardi sportivi e non", disse Knaster al momento dell'ingresso in società. Sul fronte sportivo emerge un dato interessante e significativo, pensando al panorama della Serie B e alla situazione economica generale: il solo Beruatto milita in nerazzurro con la formula del prestito (dalla Juve) mentre il resto della rosa a disposizione di mister Luca D'Angelo è di proprietà del Pisa, senza dunque la classica idea di "sfruttare" giovani talenti per una sola stagione e vederli poi tornare alla base, per una logica di bilancio che rende di fatto asserviti (sportivamente) alle realtà di caratura maggiore. Un aspetto emblematico che si traduce in una rosa ricca di talento, con elementi esperti e altri ancora tutti da scoprire ad alto livello, una chiave idilliaca per fare mercato in mano a Claudio Chiellini, DS nerazzurro da giugno e fratello del centrale di Juve e Nazionale.
I protagonisti: è solo l'inizio
La continuità è garantita anche dalla permanenza del tutto meritata di Luca D'Angelo in panchina, forte un'esperienza in nerazzurro che dura ormai dal 2018 e che ha regalato al Pisa la promozione in B e due salvezze consecutive (nono e quattordicesimo posto), esperienza che negli ultimi anni ha trovato una certezza nel 4-3-1-2, alternato in questo inizio di stagione, con successo, ad altri moduli. Non mancano elementi d'esperienza in rosa, dal portiere Nicolas al centrale Caracciolo, dal capitano Gucher (forte di un passato in A) all'ex Sassuolo Masucci, al contempo il progetto punta forte anche su giovani e giocatori nel pieno della loro maturità che, anche in prospettiva, sembrano dare garanzie importanti. Parliamo del romeno Marin, di Idrissa Touré, di Adam Nagy o dell'israeliano Cohen, di elementi cioè che in B possono assolutamente fare la differenza affiancati da giovani (anagraficamente) già protagonisti come Lorenzo Lucca e Samuele Birindelli, figlio d'arte dell'ex difensore della Juve.
La nuova proprietà ha dimostrato di voler e poter investire con forza su giocatori già pronti e di certo ambiti anche in piazze sulla carta più reclamizzate, elementi che possono rappresentare un nucleo degno di nota per sognare in grande, per non vedere più come un ricordo sbiadito, come mera memoria da conservare, l'esperienza in Serie A conclusa ormai 30 anni fa.
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