Le novità della Spagna di Luis Enrique da Euro 2020 alla Nations League
Ancora tu? Citando Battisti viene naturalmente da ripensare al fatto che Italia-Spagna ha già regalato in estate una prima e indimenticabile tappa del percorso azzurro verso il trionfo a Euro 2020, indimenticabile poiché culminata nel successo ai rigori ma, per certi versi ancor di più, per le difficoltà e la sofferenza sperimentate in quel frangente dal gruppo di Mancini. Ancora la Spagna dunque e ancora in semifinale: le pressioni sono diverse, come lo è la posta in palio, ma è chiaro l'interesse per la sfida di Nations League contro una Nazionale, quella di Luis Enrique, capace più che mai di mettere alla prova gli Azzurri nel loro tragitto verso la finale di Wembley.
Dopo Euro 2020
Dopo la fine dell'esperienza agli Europei, coincisa proprio con la semifinale persa ai rigori contro l'Italia, la Roja è scesa in campo in tre occasioni, tutte valide per il girone di qualificazione ai Mondiali in Qatar del 2022. Il ritorno in campo non è stato dei più lisci, la Spagna ha infatti perso contro la Svezia per 2-1: Soler ha illuso la Roja in avvio ma la risposta immediata di Isak e il definitivo 2-1 di Claesson hanno sancito la rimonta svedese. Le due sfide successive contro Georgia e Kosovo hanno portato a un riscatto, comunque parziale dato il valore delle Nazionali affrontate e dati gli equilibri del girone: 4-0 e 2-0 i risultati, con Gaya, Soler, Ferran Torres e Sarabia in gol contro la Georgia e con le reti di Fornals e Ferran Torres col Kosovo. Vincendo contro Kosovo e Grecia, adesso, la Svezia ha la possibilità di superare la Spagna in vetta al girone B, mettendo poi pressione alla stessa Roja in vista delle ultime sfide (tra cui l'ultima proprio con la Svezia, in un possibile scontro diretto per il primo posto).
Le differenze
Non mancano differenze tra la Nazionale spagnola che ha preso parte alla spedizione di Euro 2020 e quella che si appresta ad affrontare l'Italia in semifinale di Nations League, con ritorni tra i convocati, uscite di scena e debutti. Invariata al lista dei portieri, con Unai Simon, De Gea e Sanchez, in difesa si segnalano il ritorno di Marcos Alonso dopo tre anni di assenza e la presenza di Pedro Porro, Inigo Martinez e Reguilon, assenti a Euro 2020. Out invece José Gaya, Jordi Alba e Diego Llorente, con le conferme di Eric Garcia, Laporte, Pau Torres e Azpilicueta. A centrocampo non ci sarà Pedri, inizialmente tra i convocati, mentre rientra Sergi Roberto (considerato l'infortunio di Brais Mendez, scelto inizialmente per sostituire Pedri). Regolarmente al loro posto Busquets, Rodri, Koke a centrocampo mentre alla lista di Euro 2020 si aggiungono Fornals, Mikel Merino e il giovanissimo Gavi del Barcellona. Da segnalare anche la presenza di Bryan Gil del Tottenham al posto di Marcos Llorente, infortunato, così come le defezioni di Thiago Alcantara e Fabian Ruiz. In avanti si sottolineano le assenze importanti di Morata, Dani Olmo e di Gerard Moreno, Luis Enrique ha scelto di convocare Yeremi Pino, Oyarzabal, Ferran Torres e Sarabia. Fuori, rispetto agli Europei, anche Adama Traoré.
Ciclone Gavi
Tante le novità, come detto, ma quella che sorprende maggiormente risponde al nome di Gavi (Pablo Martín Páez Gavira): si tratta di un classe 2004, un elemento non ancora maggiorenne che ha scalato le gerarchie in casa Barcellona e che trova piena fiducia anche in Luis Enrique. Gavi ha debuttato nella Liga il 29 agosto scorso e, di fatto, è riuscito a farsi strada tra i titolari blaugrana: per lui già 275 minuti in campionato, con tre presenze dal primo minuto, due da subentrato e un assist all'attivo nel pareggio in rimonta col Granada (1-1 agguantato nel finale).
Il giovanissimo talento arrivato nella Masia ad appena 11 anni sta sfruttando al meglio il periodo tutto particolare del Barcellona, un periodo per certi versi da work in progress, e di fatto proverà a ricalcare la parabola di Pedri anche in Nazionale: Luis Enrique ha dimostrato coi fatti di non aver alcuna remora a lanciare i giovani e a dar loro fiducia, a questo punto il nome di Gavi diventa automaticamente da iscrivere alla lista degli astri nascenti del panorama europeo. I paragoni eccellenti si sprecano, pensando a quel che vuol dire essere una mezzala che indossa la maglia blaugrana, ma (senza accelerare i tempi forzatamente) gli ingredienti per inserirsi sul solco degli illustri predecessori ci sono tutti.
Problema comune ma peso diverso
Pensando poi nel dettaglio alla sfida contro l'Italia si sottolinea un aspetto che accomuna adesso le due Nazionali: l'assenza in contemporanea delle prime punte classiche e dei giocatori potenzialmente più prolifici, Immobile/Belotti da un lato e Gerard Moreno/Morata dall'altro. Due situazioni che però non possono essere del tutto assimilate: nel caso dell'Italia sarà necessario uno stravolgimento che, in caso di falso nove, vedrà il 4-3-3 di Mancini cambiare decisamente volto rispetto al recente passato (con la curiosa eccezione del secondo tempo proprio contro la Spagna a Euro 2020). Nel caso degli iberici il ricorso al falso nove è una questione perfettamente parte del DNA della squadra, con Oyarzabal, Sarabia e Ferran Torres a comporre un attacco ricco di tecnica e privo di punti di riferimento fissi (col talento del City come falso nove o, in alternativa, Oyarzabal nelle stesse vesti).