Nobili impolverate danno segni di vita: il ritorno della classe media in Serie A?

Fiorentina-Torino
Fiorentina-Torino / Gabriele Maltinti/Getty Images
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La famiglia del calcio italiano viene spesso ridotta nel racconto a un nucleo di sole sorelle, sette per l'esattezza, pronte a suo tempo a spartirsi le parti più nobili della classifica di Serie A e tornate di recente (seppur con volti diversi) a condizionare la lotta per l'Europa, a spartirsela inesorabilmente. Un tempo erano Juventus, Milan, Inter, Lazio, Parma, Fiorentina e Roma, oggi l'Atalanta e il Napoli hanno di fatto preso il posto di un Parma tornato a far spola tra A e B e di una Fiorentina da anni fuori dai piani alti. Se lo Scudetto è dal 2001 un gioco esclusivo di un gruppo ancor più ristretto, tra la Torino bianconera e le milanesi, è altrettanto vero e significativo che da anni anche l'accesso alle coppe europee sembra essere ad accesso quasi esclusivo, con rare incursioni esterne (Torino 2018/19, Fiorentina fino al 2016, Sassuolo nel 2015/16).

Rafael Toloi
Nuove e vecchie sorelle / BSR Agency/Getty Images

Le sorelle minori?

Osservando poi la classifica perpetua dalla Serie A appare evidente come esistano realtà calcistiche esterne al circolo delle big ma capaci negli anni di mantenere una media importante, restando nella top ten: club come Sampdoria e Bologna o ancor di più Torino e Fiorentina stanno giocando di recente il ruolo poco ambito e invidiabile di nobili non decadute ma zoppicanti, ferme a un passato da raccontare a bassa voce, senza disturbare troppo, a fronte di una nuova sorella come l'Atalanta capace invece di rovesciare gli equilibri familiari, di togliere certezze e di fare rumore. L'idea di inserimenti a sorpresa e di incursioni inattese ai piani alti si è resa sempre più connessa al ricordo, sempre più nostalgica più che praticabile al presente e, anzi, il divario finanziario ancor prima che tecnico si è fatto via via abissale, generando due campionati diversi e una effettiva spaccatura a cui la sola Atalanta (di fatto) ha saputo sopravvivere, senza cadere in acque torbide.

Andrea Belotti
Delusione granata / Gabriele Maltinti/Getty Images

In cerca di pace

E prendendo in considerazione proprio le quattro squadre citate, Fiorentina, Torino, Bologna e Sampdoria appare evidente come gli ultimi anni queste abbiano tracciato un solco tra vecchie ambizioni e una nuova realtà meno serena. La Fiorentina non si qualifica per l'Europa dalla stagione 2015/16 con Paulo Sousa in panchina e si è dovuta accontentare successivamente di arrivare ottava per due volte, poi sedicesima, decima e tredicesima, lottando di fatto per non retrocedere quasi fino alla fine (in particolare nella scorsa stagione e nell'ultima della proprietà Della Valle, 2018/19). Il Torino vede ne settimo posto della stagione 2018/19 una felice eccezione rispetto a posizioni di metà classifica e soprattutto rispetto a due salvezze da difendere con le unghie e con i denti, come accaduto nelle ultime due stagioni, quelle dell'effettivo tracollo. Il Bologna dal canto proprio arriva da due dodicesimi e due quindicesimi posti inframezzati da un più degno decimo posto nel 2018/19 (a soli 6 punti però dall'ultima squadra retrocessa). Il necessario lavoro a ritroso è ancor più profondo nel caso degli rossoblu, basti pensare che negli ultimi 10 anni il miglior risultato è stato il nono posto del 2011/12, con tante annate dure e una retrocessione in B nel 2014 a rendere ancor più fosco lo scenario. Infine la Samp: dopo il ritorno in A nel 2012/13 i blucerchiati hanno visto nel settimo posto della stagione 2014/15 la loro massima vetta, attestandosi altrimenti tra il quindicesimo e il decimo posto.

Vlahovic e Gonzalez
Vlahovic e Nico Gonzalez / Insidefoto/Getty Images

Guardandoci intorno

Quel che appare interessante e significativo lo si afferra anche attraverso un mero esercizio di confronto con altre realtà europee, contesti in cui al di là delle big assolute esiste un novero di squadre capaci via via di inserirsi e di conquistare l'accesso alle coppe, o comunque giocandoselo, contro i pronostici della vigilia. Al di là di una realtà consolidata come il Leicester, non più ospite estemporaneo ai piani alti, si sottolineano le diverse sorprese stagionali in Premier League, una consuetudine che oltre alle Foxes ha visto alternarsi club come West Ham, Wolverhampton, Southampton e persino Burnley in zone utili per l'Europa. A fronte del concetto comunque valido di nobili decadute, con realtà come Everton o Aston Villa che faticano a ripercorrere fasti più datati, è evidente che i presupposti per sognare sono diversi e meno preclusi rispetto a casa nostra. Al di là dei singoli casi, di un mero confronto con le principali realtà europee, è chiaro che la spaccatura tra big assolute e outsider sia comunque presente ma il panorama italiano offre da anni un divario ancor più inesorabile, che peraltro trova spesso una spiegazione efficace nel fatturato e nella solidità dei club di spicco rispetto a contesti con entrate nettamente inferiori e un monte ingaggi non paragonabile a quello delle big. La sensazione è che qualcosa possa cambiare e forse non è un caso che possa accadere proprio in un contesto che ha visto andare in sofferenza, causa pandemia, anche realtà generalmente granitiche e solide.

Ivan Juric
Ivan Juric / Gabriele Maltinti/Getty Images

Il momento giusto

Realtà come Fiorentina, Torino, Bologna e Sampdoria insomma (ora più che mai) possono provare ad approfittare di un contesto in cui le big assolute, pur con un giro d'affari ancora distante, si trovano a stentare, a fare i conti con una realtà tutt'altro che idilliaca. Quanto accaduto a Juve e Inter è emblematico del resto, con l'addio di Cristiano Ronaldo e Lukaku verso la solita Premier pigliatutto e con altri addii importanti in direzione Ligue 1 come Hakimi o il rossonero Donnarumma, attratti dalle sirene parigine. Al contempo esistono segnali di riscatto e di possibile rivalsa da parte di realtà recentemente sottotono come Fiorentina e Torino, capaci con due tecnici come Italiano e Juric e con rinforzi mirati di andare a trovare un nuovo respiro, forse più lontano dai recenti affanni. Ecco dunque che, con un discorso potenzialmente allargato anche a Sampdoria e Bologna (al netto dell'ultima disfatta di San Siro), qualcuno potrebbe trovarsi finalmente a non rispolverare soltanto vecchie foto ingiallite, con gli altri che ascoltano distrattamente: il ritorno della "classe media" potrà dare finalmente una nuova verve alla parte sinistra della classifica.