Mourinho e un monito tra le righe: Roma, riconoscenza con riserva

José Mourinho
José Mourinho / Fran Santiago/Getty Images
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Per meritarsi l'appellativo di Special One occorre senz'altro compiere quel che altri non riescono a potare a termine, non si conquista certo una fama che ci precede senza che fatti solidi ci sostengano a dovere. Si parla di trofei in primis, dei tanto citati titoli, ma a comporre la natura speciale di un personaggio è anche la capacità di comunicare su più piani diversi, di avere insomma una comunicazione efficace sul fronte verbale e più esplicito, sì, ma di saper gestire al meglio anche ciò che esula dalle parole, come i gesti, i movimenti, le occhiate.

Pellegrini, Mancini e Mourinho
Pellegrini, Mancini e Mourinho / Gualter Fatia/Getty Images

Osservare compiaciuto una rissa da bordocampo o alzarsi per spostare delle tende in conferenza stampa rientra nel gioco, non c'è nulla di casuale in tutto questo, al di là del peso specifico dell'atto in sé. Accanto alla fusione riuscita di comunicazione verbale e non verbale, però, occorre anche saper leggere tra le righe e non soffermarsi solo ai titoli e agli slogan, quando si parla di José Mourinho e quando si considerano le sue dichiarazioni. Tanti e ricchi di spunti i temi tirati in ballo dal tecnico portoghese nell'ultima intervista concessa ai canali social della Roma, contesto di per sé poco consono a esternazioni a effetto ma che, grazie allo stesso Mourinho, ha fornito comunque linee interessanti da seguire.

José Mourinho
José Mourinho / ANDREAS SOLARO/Getty Images

In particolare, ripensando alle sue parole, emerge una riconoscenza di fondo verso l'ambiente (giocatori, staff e dirigenza) per un'accoglienza in linea con le aspettative, tale insomma da trasmettere le prime basi di un discorso a lungo termine, nell'ottica di rendere quotidiana e assorbita a pieno la mentalità del mister. Accanto ai tanti "grazie", però, si scorge anche un discorso parallelo e per certi versi meno luminoso: in ottica mercato Mourinho ha sottolineato l'arrivo di Abraham come un "colpo" ed è sembrato già pregustarsi quel che il classe '97 potrà dare alla causa giallorossa, al di là di Abraham però i toni sono apparsi diversi, lasciando spazio a riflessioni più amare.

La difficoltà del mercato è la cornice del discorso, aspetto certo non attribuibile alla Roma in sé o a errori specifici della dirigenza, ma in un quadro generale poco confortante fa comunque rumore capire come "la situazione Dzeko sia stata una situazione strana" e soprattutto leggere che "mancherà qualcosa che avevo pensato quando ho analizzato la squadra inizialmente, mi mancherà qualcosa". Il tutto condito da un minaccioso: "Sarà la prima e spero l'ultima volta che lo dico". Nessun attacco frontale, dunque, ma un messaggio chiaro: a priori, analizzando la squadra, Mourinho avrebbe fatto qualcosa di diverso e l'addio di Dzeko, assieme all'infortunio di Spinazzola, ha rimescolato le carte in modo poco gradito al tecnico.

Edin Dzeko
Edin Dzeko / Gualter Fatia/Getty Images

Non sembra che l'allenatore giallorosso voglia riferirsi ai nomi o al profilo di chi è arrivato, almeno a una prima lettura, ma a fronte di una curiosità mista persino a entusiasmo per alcune mosse del club, agli occhi esterni, è giusto sottolineare un contraltare meno leggero, una sorta di monito che permea (anche tra le righe) le dichiarazioni di Mourinho a un solo giorno dal debutto in Conference e a quattro giorni da quello in campionato.


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