Mourinho promette di restare alla Roma: che tipo di percorso lo attende?
La Roma fatica più del previsto, ma batte il Lecce e trova la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. I giallorossi schierano quasi tutti i titolari, mentre salentini scendono in campo con diverse riserve, ma sono proprio gli uomini di Barone a passare in vantaggio, gettando sull'Olimpico un alone di sconforto.
Alla fine i capitolini, in virtù di un tasso tecnico decisamente superiore, riescono a ribaltare la situazione e a scongiurare il rischio di una brutta figura. Nell'intervista post partita, José Mourinho si è dichiarato contento del passaggio del turno, ma non dell'atteggiamento dei suoi ragazzi.
Non è la prima volta che lo Special One ha da ridire sulla scarsa tenuta mentale dei giocatori della Roma, tant'è che in più di un'occasione si è parlato di un suo possibile addio al termine di questa stagione. Mourinho però allontana ogni voce che lo vede lontano dalla Capitale affermando che:
"Dal punto di vista della passione da 1 a 10 sono felice 11 di essere qui, non potrei esserlo di più. La gente si fida di me e a me piace aiutare e lavorare. Dal punto di vista calcistico, invece, giocare per finire tra il quarto e l’ottavo posto non è quello che voglio, ma è un momento, il prossimo anno saremo meglio di così. Abbiamo fatto un primo tempo orribile, ma non cambierei la Roma per nessun altro in questo momento e per i prossimi tre anni. Ho dato la mia parola per questo progetto che è anche il mio progetto e la manterrò".
È una dichiarazione d'amore per la piazza giallorossa o una semplice affermazione di circostanza, di quelle che fanno tutti gli addetti ai lavori del mondo del calcio per tenersi buona la stampa? Non lo sappiamo, ma possiamo provare a immaginare cosa possano riservare i prossimi 3 anni al José Mourinho allenatore della Roma.
Prima di tutto, chiederà al ds Tiago Pinto di sfoltire il gruppo squadra, cedendo quei giocatori che non solo non si confanno al suo stile di gioco, ma non offrono nemmeno garanzie sotto l'aspetto mentale. In questo caso, vedremmo i vari Kumbulla, Diawara e Carles Perez lasciare per sempre Trigoria.
È poi risaputo che il portoghese non è un tecnico che punta sui giovani, predilige anzi giocatori esperti, già pronti per dare un serio apporto alla sua causa. Di conseguenza, chiederà alla dirigenza di intervenire sul mercato per trovare dei rinforzi all'altezza e per aumentare quel carisma che, secondo lui, manca alla rosa.
Non si tratterebbe di una campagna massiccia e faraonica, ma di pochi acquisti mirati che Pinto piazzerebbe sfruttando le occasioni che il mercato saprà regalargli.
Lasciamo per un attimo da parte il discorso relativo al mercato e concentriamoci su quelli che saranno gli obiettivi di Mourinho durante il suo secondo anno di mandato da allenatore della Roma. Ovviamente, un allenatore che è abituato a vincere non può non pretendere almeno un trofeo. Tuttavia, salvo autodistruzioni da parte della concorrenza, ci sono almeno 4/5 squadre con un organico più forte di quello dei giallorossi. Di conseguenza, lo Scudetto resta ancora un'utopia.
Più probabile che lo Special One possa investire tutto sui tornei a eliminazione. La Coppa Italia può essere un traguardo raggiungibile, ma cercherà anche di regalare ai giallorossi il primo trofeo internazionale.
Certo, si tratta di supposizioni. Magari Mourinho verrà esonerato prima del termine della stagione. Se però il suo rapporto lavorativo con la Roma dovesse andare avanti, saremmo tutti curiosi di scoprire come si comporterebbe sul lungo termine un allenatore abituato a rimanere nella stessa squadra per massimo un paio d'anni.
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