Maradona è morto e io piango come un bambino. Diego aveva un sogno (irrealizzato)

Napoli Training Session
Napoli Training Session / Etsuo Hara/Getty Images
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Diego Armando Maradona è deceduto all'età di 60 anni, compiuti lo scorso 30 ottobre. L’ex numero 10 del Napoli e dell'Argentina è morto per un arresto ​cardiorespiratorio che lo ha colpito nella sua casa di Tigres, quartiere di Buenos Aires. Un dolore immenso per milioni di sportivi di tutto il mondo. In queste ore non c'è calciatore, del presente oppure del passato, che non abbia ricordato in qualche modo l'ex Pibe de Oro.

Diego Armando Maradona
Diego Armando Maradona / Giuseppe Bellini/Getty Images

Un napoletano come me, figlio degli anni 80, non può trattenere le lacrime dinnanzi alla notizia relativa alla dipartita di Maradona. Diego ha caratterizzato tutta la mia vita. Quella di un bambino che giocava a pallone per ore per le strade della città, ogni pomeriggio. Ogni giocata, se davvero bella, faceva scattare l'inevitabile paragone: "Che bella punizione, alla Maradona", "Un tiro alla Diego", queste erano le frasi pronunciate da noi piccoli. Maradona era nell'aria. Chi è venuto dopo di lui ha dovuto fare i conti con la sua ombra. Una sorta di dio pagano da venerare ogni giorno.

Maradona
Maradona / Michael Steele/Getty Images

Diego Armando Maradona ha incarnato tutti i sogni di noi bambini negli anni 80. Chi non ha sognato, almeno per un minuto, di ripetere in qualche modo le magie dell'argentino? Non mi vergogno nel dire che la notizia della sua morte mi ha sconvolto. Non è retorica se dico che piango come un bambino. È come se fosse venuto a mancare una persona cara, un parente. Maradona era nell'aria. Si respirava. Il suo nome risuonava nello stadio di Napoli prima di ogni partita. Lo scugnizzo nato solo per caso in Argentina era napoletano nell'anima. Con tutti i pregi e i difetti del caso.

Maradona è andato via, ma il suo ultimo desiderio è rimasto irrealizzato. Sognava di lavorare nel Napoli, di essere ancora protagonista nella sua città adottiva. In un ruolo diverso, ma egualmente importante. Dio lo ha chiamato prima, lo ha voluto con sé. Diego è un eroe e, in quanto tale, è immortale. Rivivrà nel cuore di ogni napoletano ogni volta che un pallone rotolerà da qualsiasi parte del mondo. Perché Diego non è il migliore giocatore di tutti i tempi, ma è l'essenza stessa del Calcio.


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