Maldini: "Primo posto, c'è un segreto! Dirigente? Devo (ri)guadagnarmi il rispetto"

Paolo Maldini
Paolo Maldini / Paolo Bruno/Getty Images
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Il direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio 105 toccando vari argomenti. Ecco le sue parole:

LA SOSTA: "Non dirò mai ai miei calciatori di non pensare alle Nazionali. Si tratta di un traguardo ambito per tutti. La settimana di sosta, negli ultimi anni della mia carriera da giocatore, era la più tranquilla di tutte perché avevo l'occasione per riposarmi".

Paolo Maldini
Paolo Maldini / Jonathan Moscrop/Getty Images

MILANELLO: "Per me è un posto speciale. Lo era da calciatore, lo è anche ora che sono un dirigente. Negli anni non è cambiato tanto. Si respira una grande pace, la calma. Resta il posto migliore per preparare le partite".

PRIMO POSTO: "Abbiamo fatto un grande lavoro. C'è qualcosa di segreto, che forse non scopriremo mai. Puntiamo su calciatori giovani, forti, dal grande avvenire. Non abbiamo fatto follie sul mercato, portiamo avanti una idea chiara di gioco con il nostro allenatore. Vogliamo rendere il Milan competitivo e bello da vedere. Deve regalare spettacolo ai tifosi".

IL NOME MALDINI: "Il mio passato è importante, ma ora occupo un ruolo diverso e mi devo guadagnare il nuovo rispetto con il mio lavoro. Il ruolo di dirigente mi appassiona, partecipo alle gioie e alle sofferenze ella squadra. Non ho mai avuto paura di rovinare il mio rapporto con i tifosi svolgendo il mio nuovo incarico".

Paolo Maldini
Paolo Maldini / Jonathan Moscrop/Getty Images

I TIFOSI: "Qualcuno mi chiama capitano, altri Paolino. C'è chi mi chiama direttore. Ecco, a questo mi sono abituato meno facilmente (ride, ndr)".

IL CAMPIONATO: "Ci hanno detto che siamo in testa alla classifica perché si gioca senza pubblico e che abbiamo quindi meno pressioni. Non è così. la mancanza di pubblico, ma in realtà ci avrebbe dato più forza. Il campionato è molto aperto, ci sono tante squadre competitive".

IBRAHIMOVIC: "L'ho incontrato diverse volte da avversario in campo. Giocavo da centrale, lo marcavo sui corner. Vedendolo da vicino ora mi sembra più grosso".


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