Le potenziali soluzioni per ovviare al calo di Bonaventura

Prima parte di stagione da leader tecnico e involuzione palese nell'ultimo periodo.

Italiano e Bonaventura
Italiano e Bonaventura / Gabriele Maltinti/GettyImages
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La prima parte di stagione della Fiorentina ha visto in Giacomo Bonaventura un vero e proprio faro, una rappresentazione evidente del modo in cui un calciatore sappia superare il peso degli anni che passano, puntando su qualità tecniche, intelligenza tattica e su una nuova collocazione in campo (tale da enfatizzarne il peso offensivo). Il rendimento di Bonaventura, ormai stabilmente utilizzato da trequartista nel 4-2-3-1 di Italiano, è stato tale da attirare l'attenzione di Spalletti e da renderlo nuovamente papabile per un'esperienza in azzurro, possibilità che appariva preclusa solo pochi mesi fa.

Giacomo Bonaventura
Bonaventura / Gabriele Maltinti/GettyImages

Una vera e propria rinascita, insomma, da fulcro insostituibile per Italiano: Bonaventura, del resto, stava dando un gran contributo anche in zona gol (6 le reti segnate in campionato, record personale in viola) oltre che da punto di riferimento su cui appoggiarsi per blindare il possesso, grazie alle indubbie qualità tecniche. Il tutto unito a una maggiore libertà in fase offensiva, con la possibilità di inserirsi e di far male anche in zona gol con continuità (come stavano dimostrando appunto i 6 gol nelle prime 14 giornate).

Il calo di Bonaventura: oltre ai numeri

Illustrare la situazione di partenza aiuta a fotografare più efficacemente lo stato attuale delle cose, ben lontano da quell'idillio e tale da consegnarci un calo evidente. Non si tratta soltanto di una questione di numeri e di contributo in quel senso ma di un Bonaventura lontano parente, ad oggi, di quello che Firenze si stava godendo fino a dicembre, tanto da immaginare un rinnovo "a vita" che permettesse all'ex Milan di chiudere la carriera in maglia viola.

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Le ultime prestazioni dell'esperto jolly ci raccontano di un elemento meno decisivo, meno protagonista della manovra viola, senza quella sicurezza e quella serenità che lo avevano proiettato tra le sorprese più gradite della prima parte della stagione. E senza un posto garantito da titolare. un calo che è complesso slegare in toto da voci e suggestioni di mercato, col gelo ormai appurato a tema rinnovo e con l'idea di un approdo alla Juventus (nel mercato invernale) che non ha certo giovato al rapporto con la piazza.

Quali sono, adesso, le soluzioni per ovviare a una situazione ben distante da quella che vedeva in Bonaventura un punto fermo della Fiorentina? La più spontanea e diretta riguarda Lucas Beltran e la possibilità di vederlo ancora a supporto di Belotti, rendendo il 4-2-3-1 più affine ad un 4-4-2 particolarmente offensivo (con Gonzalez e Ikoné sugli esterni) e sfruttando le capacità di Beltran di muoversi tra le linee e di rendere al meglio con un altro attaccante vicino. Al contempo non manca la possibilità di tornare a puntare su Barak, reduce dal gol di Frosinone e desideroso di riscatto dopo le voci di mercato tramontate e dopo un campionato fin qui deludente.

Giacomo Bonaventura, Antonin Barak
Barak e Bonaventura / Gabriele Maltinti/GettyImages

Ben più defilate altre ipotesi, come quella di un ritorno al 4-3-3 o di rispolverare uno tra Castrovilli e Infantino: il primo è ancora alle prese col recupero dal grave infortunio che ne ha bloccato la cessione al Bournemouth, il secondo è rimasto ma - come dimostra il recente impiego in Primavera - non viene ancora ritenuto pronto per giocare con continuità in prima squadra. Di fatto tutto lascia intendere che la coppia Belotti-Beltran possa essere la prima risorsa possibile per ovviare al periodo di involuzione di Bonaventura, considerando soprattutto come le caratteristiche dei due attaccanti possano essere ideali per integrarsi senza forzature.