La cerimonia del Pallone d'Oro tra premi scontati e fischi al Dibu Martinez

Nessuna sorpresa e i fischi al Dibu durante la proiezione della parata su Kolo Muani.
TOPSHOT-FBL-AWARD-BALLON D'OR-2023
TOPSHOT-FBL-AWARD-BALLON D'OR-2023 / FRANCK FIFE/GettyImages
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Si è conclusa da mezza giornata la cerimonia del Pallone d'Oro 2023. E come non capita spesso in occasione di questi eventi, sembra essere stata una notte semplice dal punto di vista dell'accettazione delle scelte. Nessuna sbavatura nelle assegnazioni, con tutti i principali favoriti che hanno vinto senza polemiche.

Quella del Ballon d'Or è una serata particolare. Si assegnano 6 premi individuali e 2 di squadra, e chiunque sale sul palco ringrazia in prima battuta (al massimo in seconda) i compagni che hanno reso possibile tutto questo. Pensieri reali ripetuti in serie con la conseguenza di standardizzare i discorsi dei protagonisti. Non che debbano necessariamente dire qualcosa di diverso, ma il medesimo contenuto forse contribuisce a svilire un po' l'importanza di questi premi anche per chi li ritira.

Il Pallone d'Oro maschile l'ha vinto Lionel Messi, quello femminile Aitana Bonmatí, il premio Yachine il Dibu Martinez, il Gerd Müller trophy Erling Haaland, il trofeo Kopa Jude Bellingham e il Socrates Award Vinicius Jr. La migliore squadra femminile è stata il Barcellona, quella maschile il Manchester City.

Didier Drogba e Sandy Heribert hanno condotto per circa per due ore un evento senza sorprese, il cui premio più incerto era forse il Socrates Award vinto da Vinicius Jr. Il fenomeno del Real Madrid ha ricevuto il premio grazie al suo impegno sociale in Brasile, alla fondazione di un Istituto per i bambini che vivono in condizione di povertà e alla nota lotta contro il razzismo che Vinicius porta avanti in Liga ogni giornata.

Nel video alle spalle del brasiliano sono state mostrate delle immagini di uno dei tanti episodi occorsi a Vinicius nella sua esperienza in Spagna. Immagini per le quali il Valencia si è addirittura risentito e ha pubblicato il seguente comunicato.

Per quanto riguarda gli altri successi, tutto è filato senza ostacoli (probabilmente il sogno di qualunque organizzatore). Lionel Messi si è preso l'ultimo Pallone d'Oro della sua carriera salutando il pubblico e lasciando, a parole, il presente e il futuro a Mbappé e Haaland. Aitana Bonmatí si è vista riconoscere il Pallone d'Oro femminile senza polemiche dopo un anno pazzesco, piazzandosi davanti alla compagna di squadra Paralluelo e all'australiana Sam Kerr.

Facile anche l'assegnazione dei premi delle migliori squadre dell'anno. Barcellona e Manchester City hanno entrambe dominato sia in patria che in Europa. Il trofeo Gerd Müller è frutto di un conteggio matematico di gol ed Erling Haaland e i presenti erano certi della vittoria del norvegese prima dell'inizio dell'evento. Non ha destato scalpore ma solo un po' di imbarazzo il Trofeo Kopa assegnato a Jude Bellingham, uno dei migliori calciatori al mondo in questo momento (se non il migliore) indipendentemente dall'età.

Jude Bellingham
67th Ballon D'Or Ceremony At Theatre Du Chatelet In Paris / Pascal Le Segretain/GettyImages

Insomma tutto regolare, se non fosse per il trofeo Yachine. In ordine cronologico c'è stata la consegna dei premi a Bellingham e a Vincius, poi ancora al Barcellona femminile e infine a Emiliano Martinez. Ii Dibu ha vinto il titolo di miglior portiere dell'anno grazie a un Mondiale memorabile, con l'acuto della parata su Randal Kolo Muani nel secondo tempo supplementare della storica Finale contro la Francia.

La parata del secolo, una giocata tatuata sui polpacci di molti argentini (compreso quello del Papu Gomez), che resterà nella memoria come la più iconica di tutta l'avventura in Qatar. Al momento della premiazione non sono però mancate cadute di stile da parte di alcuni nel pubblico. Nemmeno la scelta del padre di Martinez per consegnare il premio al figlio è riuscita ad addolcire i presenti che, durante la proiezione della parata nel masxischermo alle spalle dei protagonisti, hanno più volte fischiato il portiere dell'Albiceleste.

Il Dibu, vestito diversamente dai suoi panni abituali, non si è scomposto. Ha lasciato che fosse Didier Drogba a ristabilire l'ordine e si è goduto il premio che forse, quando in futuro ripenserà a quei fischi, guadagnerà ancora più sapore.