Kakà: "Milan, sei sulla strada giusta. Derby con l'Inter? Faccio due nomi"
Ricardo Kakà ha rivissuto le emozioni con la maglia del Milan addosso nel corso di una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, anticipando i temi caldi del prossimo derby tra i rossoneri di Stefano Pioli e l'Inter di Antonio Conte.
Debuttò in un derby con un gol. Il primo di una lunga serie, spesso decisivi, quasi sempre importante. Ricardo Kakà, che con la maglia del Milan ha vinto tutto, compreso un Pallone d'Oro, parla a La Gazzetta dello Sport in vista del derby di sabato sera: "Mi auguro che presto ci saranno altri sudamericani, meglio se brasiliani, protagonisti nel Milan. Ma quello rossonero, come l’Inter, è un club che abbraccia il mondo, è sempre stato così. Una grande apertura, con un occhio fermo sulla struttura italiana. Una spina dorsale necessaria".
MILAN DI OGGI - "Il mix di senatori e ragazzi. Quando sono arrivato ero giovane e ho trovato una struttura precisa che mi ha aiutato. È importante continuare. Mi pare che il fondo Elliott abbia dettato una linea giusta, che l’a.d. Gazidis sta mantenendo. Il lavoro di Maldini e prima anche di Boban è stato importante. Pensiamo ai modelli tedeschi, alla nazionale del 2014. Mi piace la linea verde del Milan, imparare dai più vecchi però è fondamentale. Senza quelli che ho incontrato a Milanello non sarei diventato quello che sono stato".
GIOVANI - "I giovani non bastano, mi pare evidente. Pensiamo al modello Arsenal. Bello, ma negli ultimi anni non hanno vinto nulla. Bisogna essere un po’ più concreti. Per me così funziona di più: senatori e giovani con un futuro di qualità".
PIRLO - "È divertente. Mi piace vedere i miei ex compagni così impegnati in grandi squadre. Sembrava destinato alla gavetta con le giovanili ma è già arrivato lì. Va bene. Andrea conosce il calcio. Sarà bello da seguire. Ha avuto la fortuna di lavorare con tanti e ha imparato da tanti. Ancelotti, Allegri, Conte. Alla fine credo che Pirlo sarà unico nel suo genere, anche da allenatore".
TIFO - "Guardo da amante del calcio, ma se c’è il Milan ovviamente tifo Milan. Adoro gli amici, però il senso di appartenenza per un club non si può cancellare. E va oltre l’affetto che si prova per quelli con i quali hai vissuto tante esperienze".
IBRAHIMOVIC - "Fa salire tutti di livello, è pazzesco per motivazioni oltre che per qualità. Aiuta tantissimo i più giovani, fa crescere il gruppo, insegna agli altri a mantenersi ad alti livelli e toglie pressione. Il campionato sarà lungo e duro, scommetto che lui farà la differenza fino alla fine".
CARRIERA - "Ciascuno di noi ha la sua storia, ho smesso quando ho capito che era il momento giusto, adesso sto cercando il mio percorso nel calcio".
MALDINI O GATTUSO -" Mi sentirei più a mio agio dietro a una scrivania. La mia famiglia si è appena allargata con la nascita di Esther, il Covid ha costretto la Uefa ad annullare molte date del mio corso. Vediamo che cosa succederà, la cosa più importante è che il mondo non continui ad ammalarsi. Milano e l’Italia hanno patito tanto, ma anche il Brasile ha dovuto confrontarsi con questo problema enorme".
VECCHI IN SERIE A -"Il calcio italiano più di altri ha avuto a cuore la storia dei campioni, lasciandoli in campo non per meriti passati, ma perché aveva fiducia in loro. Ha permesso loro di allungare le carriere, con rispetto. La trovo una cosa molto bella. È un pregio del vostro sistema calcio: i più esperti non restano a svernare, ma per trasmettere valori concreti ai più giovani. Poi bisogna continuare a curare i vivai, ma il calcio italiano ha giovani strepitosi: Bastoni, Tonali, tanto per fare due nomi da derby. Però ripeto, serve un mix. Anche se il calcio verde è bellissimo".
DERBY -"Due nomi? Facile. Ibrahimovic, il leader, e Lukaku, che fa sempre i movimenti giusti. E’ un giocatore molto intelligente. Il Milan ama giocare e divertirsi, l’Inter ha la faccia di Conte, che non molla mai. Vediamo i risultati. Come finisce? Vinciamo noi 2-1. Ma che fatica".
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