Perché l'avvicendamento immediato Szczesny-Perin sarebbe un errore

Wojciech Szczesny
Wojciech Szczesny / Alessandro Sabattini/Getty Images
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La copertina del debutto stagionale della Juventus avrebbe potuto raffigurare un Paulo Dybala sorridente, forte di un ruolo nuovamente centrale all'interno del mondo bianconero e di due perle incastonate nel match della Dacia Arena. Avrebbe potuto essere così, senz'altro, e in caso di tre punti conquistati in tanti sarebbero risultati più magnanimi e tiepidi nei confronti dell'altro volto, quello affatto sorridente, finito suo malgrado nella storia di questo debutto bianconero. Wojciech Szczesny ha finito per vestire i panni scomodi del bersaglio, con responsabilità evidente sui due gol della rimonta friulana, e ora in casa bianconera c'è chi si spinge oltre: non più solo critiche e mugugni ma la volontà di assistere a un avvicendamento immediato tra i pali, con Mattia Perin chiamato a sostituire già contro l'Empoli il collega polacco.

Responsabilità da condividere

Di fronte a due errori macroscopici, quello che ha condotto al rigore col pallone non bloccato e successivo fallo plateale e quello che ha poi portato al 2-2 in modo ancora più goffo, è logico e scontato che collettivamente ci si sollevi in modo unanime nei confronti del polacco, attribuendogli l'etichetta di colpevole e lasciandolo sul banco degli imputati. Impossibile trovare basi solide per annientare un simile attacco ma, al contempo, occorre sottolineare come in occasione del primo gol, e quindi del rigore, l'Udinese sia riuscita ad affondare con eccessiva facilità e Szczesny si sia trovato a fronteggiare la situazione di pericolo senza un contributo sufficiente da parte di chi difendeva, con Ramsey troppo statico e Danilo che, sia sul primo tiro che successivamente, non ha trovato il modo di ostacolare Arslan, il tutto considerando in sostanza un posizionamento non ideale di tutti i giocatori impegnati nella difesa dell'area. Sul secondo episodio si è già espresso Max Allegri, spiegando come in certi casi non ci debba essere spazio per preziosismi e, al contrario, si debba badare al sodo, mandando il pallone quanto più lontano possibile. Certo è che il retropassaggio di Bonucci ha messo Szczesny in difficoltà, con due avversari che pressavano e attaccavano la porta e con pochissimo margine (quasi nullo) per servire De Ligt. L'errore insomma è stato quello sottolineato da Allegri: una volta elusa elegantemente la pressione di Deulofeu, Szczesny avrebbe dovuto pensare a mettersi subito al riparo, senza complicarsi la vita.

Wojciech Szczesny
Wojciech Szczesny / Alessandro Sabattini/Getty Images

L'umore dei tifosi, tra Buffon e Donnarumma

Ad aggravare la posizione già precaria di Szczesny, peraltro protagonista di mesi non facili neanche pensando al rapporto con la Nazionale e all'Europeo, ci pensa l'atmosfera generale che si respira attorno alla porta bianconera: da un lato l'addio di un monumento come Gigi Buffon, a lungo al top tra i portieri a livello mondiale e vera garanzia per i bianconeri, dall'altro anche l'impossibilità di strappare Gigio Donnarumma al PSG e di sistemare in quel modo la porta per lungo tempo, di fatto blindandola. Due situazioni, queste, che non fanno che aumentare il carico di pressione ai danni del numero uno polacco, spesso già al centro di discussioni sul fatto che "sia o meno da Juve".

Un contratto lungo e oneroso

Pensare a un avvicendamento immediato in porta trova un ragionevole ostacolo anche nel "peso" di Szczesny al di fuori del campo: il portiere bianconero, infatti, viene subito dopo CR7, Dybala e De Ligt a livello di ingaggio, si parla di ben 7 milioni di euro a stagione per l'ex giallorosso. Al di là della cifra, comunque importante, impressiona anche la durata dell'accordo rinnovato nel febbraio del 2020: Szczesny è legato alla Juventus fino al giugno del 2024, rappresentando di fatto un patrimonio della società a lungo termine e non certo un elemento marginale nelle dinamiche della squadra. L'importanza del contratto che lega il portiere al club bianconero rende, e ha reso, anche complesso pensare a scossoni sul mercato: difficile che un'altra società possa ritenere sostenibile un simile contratto o comunque accetti l'idea di offrirgli cifre che si avvicinino a quelle attuali.

Mattia Perin
Mattia Perin / Jonathan Moscrop/Getty Images

Perin già in campo?

La gogna mediatica si conclude inevitabilmente, per voce di molti, con la richiesta di un'immediata sostituzione: non mancano tifosi e addetti ai lavori che invocano (o comunque valutano) la presenza di Perin tra i pali contro l'Empoli, nella seconda giornata. Una soluzione che però, anche al di là del valore di Perin in sé, risulterebbe controproducente: impedirebbe di ridare fiducia a Szczesny dopo un debutto da dimenticare, risulterebbe una sorta di ammissione di colpa sul mercato (non avendo acquistato un nuovo titolare) e soprattutto finirebbe per svalutare, all'esterno, un patrimonio del club, quale appunto è Szczesny. Un prezzo eccessivo da pagare, tanto da rendere al momento illogico procedere con scelte di pancia e valutazioni fatte ascoltando la piazza.


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