Juve, il tonfo di Sarri: le ragioni di un epilogo da dimenticare

Cagliari Calcio v Juventus - Serie A
Cagliari Calcio v Juventus - Serie A / Enrico Locci/Getty Images
facebooktwitterreddit

La Juventus è stata clamorosamente eliminata dal Lione negli ottavi di finale di Champions League. Il futuro di Maurizio Sarri è in bilico. Come confermato dallo stesso presidente bianconero Andrea Agnelli, ora la società farà le sue valutazioni. Traduzione: la dirigenza della Vecchia Signora cercherà di individuare un profilo che possa sostituire il coach di Figline Valdarno. Ma perché si è arrivato a questo epilogo? Cosa non ha funzionato?

FBL-EUR-C1-JUVENTUS-LYON
FBL-EUR-C1-JUVENTUS-LYON / MIGUEL MEDINA/Getty Images

La Juventus, da Sarri, non pretendeva solo le vittorie. Il predecessore Allegri veniva accusato di avere una mentalità sparagnina, poco adatta ad un contesto europeo. Il coach toscano aveva un gioco essenziale, volto ad un unico obiettivo: il risultato finale. Non c'era spazio per lo spettacolo. "Quello si fa al circo", ripeteva più volte l'ex allenatore del Milan. Maurizio Sarri, con il suo Napoli, aveva incantato tutta l'Europa. Quella squadra, pur non vincendo nulla, dava spettacolo. Con lui la dirigenza della Vecchia Signota sperava di fare il salto di qualità anche in Europa.

Eppure sarebbe bastato guardare il Chelsea di Sarri per nutrire qualche dubbio in più sul coach di Figline Valdarno. I londinesi, pur vincendo una Europa League, non hanno mai convinto pienamente. Maurizio Sarri, per praticare il suo gioco, ha bisogno di giocatori che lo seguano in tutto e per tutto, che non mettano in discussione le sue teorie. A Napoli, così come ad Empoli, ha trovato un gruppo pronto a sposare le sue idee di gioco. Al Chelsea prima e alla Juventus dopo ha avuto meno disponibilità anche per le caratteristiche intrinseche dei calciatori a disposizione.

Chelsea v Arsenal - UEFA Europa League Final
Chelsea v Arsenal - UEFA Europa League Final / Shaun Botterill/Getty Images

Sarri a Napoli aveva dei brevilinei come Insigne, Mertens e lo stesso Callejon. Il gioco passava per Jorginho, calciatore abituato a giocare a uno, due tocchi. L'azione partiva spesso da Albiol, bravissimo dell'impostare l'azione da dietro e a telecomandare Koulibaly. Alla Juventus. Sarri ha avito a disposizione calciatori molto diversi. Pjanic non è mai stato il regista ideale per il toscano. Dybala e Cristiano Ronaldo, fuoriclasse dal valore indiscutibile, sono abituati a portare palla. La Juventus ha provato ad adattarsi a Sarri, il mister ha provato ad andare incontro ai suoi calciatori. Ne è venuto fuori un prodotto ibrido, senza alcuna identità. La Juventus è un insieme di formidabili solisti, non una squadra. E non sempre i campioni ti fanno vincere le partite.

Maurizio Sarri ha tante attenuanti. Ha iniziato in ritardo la stagione perché colpito da una polmonite. Il lockdown non ha sicuramente favorito la Juventus e le altre squadre italiane. La Serie A ha giocato ogni tre giorni a ritmi assurdi. Il Lione, a dispetto di quanto si diceva prima del match, è apparso più pronto anche dal punto di vista fisico nonostante il lungo stop (i francesi hanno comunque disputato diverse gare amichevoli e affrontato il Psg in Coppa, ndr). Ciò però non può giustificare il fallimento della Juventus in Champions. Una squadra come quella bianconera aveva il dovere di battere un avversario sicuramente abbordabile come il Lione!


Segui 90min su FacebookInstagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Juve e della Serie A!