Indagheremmo mai lo sguardo di una macchina? CR7 è tornato: niente da temere
Ce lo possiamo dire anche fuori dai denti, senza mezze parole: è Cristiano Ronaldo, lo è mai stato, quel campione che sogneresti di avere come amico, come compagno di scorribande o come parte del tuo gruppo? No, salvo rare eccezioni (anche piuttosto misteriose) la risposta si suppone sia no. Ti guarderebbe male ogniqualvolta la tua condotta deviasse da comportamenti sani e retti, ti giudicherebbe per ogni chilogrammo preso, tirerebbe fuori una sconsolata aria di biasimo per ogni sosta al fast food, al massimo ti ci potresti concedere un bicchiere di vino (uno) al giorno. Ma volendo esagerare, che sia insomma un'eccezione.
Ci sono del resto campioni istrionici, dalla battuta pronta, mossi da un animo da intrattenitori mancati e, dall'altro lato, ci sono le (rare) macchine da guerra che non perdono tempo in qualsiasi cosa non sia allenarsi, migliorare, vincere, macinare record a oltranza, tanto da perderne il conto. E, dunque, potremmo noi preoccuparci di come una mattina ci guarda la lavatrice o di come ci risponde il televisore? Verosimilmente no, non è compito loro, insomma, generare empatia e farci compagnia. Dunque, in casa Juve dopo il ritorno di CR7 alla Continassa, risulta un esercizio fine a se stesso cercare grandi cenni d'intesa o d'entusiasmo nell'atteggiamento del portoghese, indagarne il comportamento a caccia di qualcosa che vada al di là di un pollice alzato o di un mezzo sorriso appena accennato.
Dall'altro lato esiste un rischio, rischio che corre chi si abitua al lusso e a chi non si rende perfettamente conto di quel che ha in casa: come avere una villa con piscina, fin da quando si è piccoli, e non comprendere più fino in fondo l'entusiasmo di chi arriva e la brama con desiderio e con malcelata invidia. Di più: sarebbe come assuefarsi a tal punto da iniziare a pensare che magari, al posto di quella piscina, potremmo metterci un gazebo o farci un orto. Un rischio che non riguarda tanto il mondo bianconero in senso più ampio, comprendendo dunque i tifosi che hanno accolto CR7 al suo ritorno, ma che tocca in primo luogo la società, presa da equilibri che spesso trascendono il semplice lato sportivo e toccano altro, in un momento in cui il calcio cerca avidamente qualcosa che somigli a una sostenibilità.
Quando l'oggetto del discorso è Cristiano Ronaldo, però, c'è poco che riesca effettivamente a trascendere i numeri e che meriti realmente di farlo: le micro espressioni, l'aria più o meno gioviale e le pratiche da scrivania meritano di restare nei cassetti, quel che resta (quel che sicuramente Allegri sottolineerà in conferenza stampa) è la professionalità, la presenza di quel prezioso lusso da osservare con gioia, senza aride dietrologie di mercato, senza trasformarsi in calcolatrici.