I 2 record negativi che preoccupano la Juve dopo 10 giornate

Paulo Dybala
Paulo Dybala / Chris Ricco/GettyImages
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La Juve 2021/22, quella del ritorno di Max Allegri e dell'addio di Cristiano Ronaldo sul finire del mercato, pareva per certi versi aver tirato fuori la testa dall'acqua per poi immergersi nuovamente, proprio quando il rischio di annegare sembrava scongiurato.

La sconfitta interna contro il Sassuolo ha interrotto infatti una striscia positiva fatta di vittorie "di cortomuso" (citando Allegri) e del pareggio agguantato nel finale con l'Inter, una striscia positiva sì pensando ai punti ma che, al contempo, non ha mancato di scatenare qualche mugugno e ancora perplessità per il gioco espresso dalla squadra, al netto di assenze anche importanti.

Impossibile e illogico buttare tutto e dimenticare l'inizio di risalita emerso da un mese a questa parte ma, al contempo, esistono numeri e dati che non possono infondere fiducia negli osservatori delle cose bianconeri e soprattutto nei tifosi, abituati a ben altri scenari ormai da tempo.

I dati che preoccupano

I record da prendere in considerazione in tal senso sono essenzialmente due e riguardano le sconfitte rimediate nelle prime dieci giornate di campionato (tre, contro Empoli, Napoli e appunto Sassuolo) e i gol subiti dai bianconeri nello stesso arco di tempo (tredici in questa stagione).

Per quanto riguarda le sconfitte, e ci riferiamo qui all'era dei tre punti, era successo soltanto i due altre occasioni che la Juve perdesse almeno tre partite sulle prime dieci disputate: una situazione emersa nel 1995/96 con le sconfitte rimediate contro Milan, Lazio e Udinese e nel 2015/2016 con ben quattro sconfitte contro Udinese, Roma, Napoli e Sassuolo nelle prime dieci giornate.

Fiorentina-Juve
Scudetto in rimonta nel 2016 / Gabriele Maltinti/GettyImages

Il primo caso, quello del 95/96, riguarda la Juve di Lippi che riuscì poi a trionfare in Champions League e che arrivò comunque seconda in campionato, alle spalle del Milan, mentre il caso del 15/16 ha a che fare proprio con Max Allegri e si concluso comunque col titolo nazionale, senza dunque patire il colpo di quelle numerose battute d'arresto iniziali.

Basti pensare che in quella stagione, dopo le quattro sconfitte trovate già nelle prime dieci giornate e il conseguente dodicesimo posto, la Juve rimase imbattuta fino al 2-1 del Bentegodi (penultimo turno), unico passo falso arrivato dopo la decima giornata.

Entrambi i casi dimostrano come le sconfitte nelle prime dieci giornate non vadano in sé a compromettere un cammino, con la possibilità di trovare rimonte anche insperate che si è dimostrata nelle corde del club e soprattutto di mister Allegri: il caso del 2015/16 è emblematico in tal senso, con la Juve capace di inanellare un'impressionante serie di vittorie consecutive e di ridurre un gap che alla decima giornata sembrava già proibitivo (undici punti dalla Roma, capolista in quel momento).

I gol subiti

Pensando invece ai gol subiti nelle prime dieci giornate, tredici, il discorso può preoccupare maggiormente anche perché regala pochi precedenti di riferimento: bisogna tornare al 1992/93, quando i bianconeri subirono lo stesso numero di gol nelle prime dieci giornate, sempre tredici appunto, e parliamo in sostanza di 29 anni fa, quando a fine stagione i bianconeri arrivarono quarti.

La Juve 1992/93
La Juve 1992/93 / Alessandro Sabattini/GettyImages

Servirà un'impresa

Sommando i due dati appare evidente come, per rientrare nel discorso Scudetto, Allegri debba compiere un ennesimo miracolo, ancor più importante rispetto all'esempio 2015/16: le due squadre in fuga, Napoli e Milan, non danno segni di cedimento e la rosa a disposizione del tecnico bianconero non appare al livello di quella condotta al titolo in rimonta cinque anni fa.

Giorgio Chiellini, Leonardo Bonucci
Chiellini e Bonucci / Chris Ricco/GettyImages

Una rosa che non sembra fornire lo stesso numero di certezze e punti di riferimento stabili su cui contare per iniziare quella striscia incredibile che, proprio dopo una sconfitta contro il Sassuolo, prese il via in quell'occasione.

Unendo i due fili del discorso, peraltro, appare evidente come in quel caso la tenuta difensiva (oggi dimenticata) sia stata proprio la base della risurrezione bianconera: Buffon, Bonucci, Barzagli e Chiellini furono tra i protagonisti principali di quell'impresa, come testimoniano peraltro i soli venti gol subiti a fine stagione.


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