Lo spazio dal trionfo azzurro ai fantasmi: i 5 punti chiave

Delusione azzurra
Delusione azzurra / Charles McQuillan/GettyImages
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Quante cose possono accadere in quattro mesi? Tante, le situazioni possono ribaltarsi, come tra il giorno e la notte, e gli eventi possono succedersi come sulle montagne russe, senza un filo logico di stabilità.

L'11 luglio del 2021 l'Italia portava a compimento a Wembley un percorso, un tragitto tanto entusiasmante quanto insperato, fatto di coesione, brividi, gioia sì ma accompagnata alla voglia di spendere l'ultima goccia di sudore per una causa. Dall'11 luglio al 15 novembre, poco più di quattro mesi dunque, per trovarsi a riporre bandiere, cori e sbronze euforiche e per scoprirsi costretti a tirar fuori tutt'altro, la consapevolezza di poter soffrire, di doversi giocare un accesso al Mondiale di Qatar 2022 e di dover tenere soprattutto alla larga il clamoroso epilogo di due fasi finali consecutive di una Coppa del Mondo senza gli Azzurri.

Pur senza rincorrere facili e ingenerosi processi, tantomeno ricette improvvisate, esistono tratti che hanno in qualche modo condotto a un epilogo simile, con tutti i fantasmi del caso, che sulla carta pareva evitabile?

1. Il rischio di chi vince

Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini
Estasi azzurra / GES-Sportfoto/GettyImages

Non si tratta di individuare qui tracce di presunzione o supponenza nel gruppo azzurro, un gruppo che del resto (guidato da Mancini) ha saputo mostrare a più riprese di sapersi rimboccare le maniche, di saper gestire i momenti di difficoltà che si parano davanti.

Diventa però fisiologico, per certi versi, che un trionfo quasi surreale (nei suoi contorni, nel suo scenario) renda poi difficile serrare nuovamente le fila, trovarsi di nuovo a dare tutto e a ripercorrere una strada che ha già trovato un lieto fine. Avversarie sulla carta abbordabili e l'euforia post-Europeo non hanno fatto altro che porre le basi per quel filo di appagamento (anche comprensibile) rivelatosi poi deleterio.

Non può essere casuale, del resto, che dopo la notte di Wembley l'Italia sia riuscita a vincere solo con la Lituania, pareggiando invece contro Bulgaria, Svizzera (due volte) e Irlanda del Nord, non portando a compimento un percorso di qualificazione che (prima di Euro 2020) pareva in discesa.

2. Una ruota che gira

Jorginho, Leonardo Bonucci
L'errore di Jorginho / CPS Images/GettyImages

La carriera di Jorginho ci parla fin qui di 32 rigori segnati e di 6 sbagliati, di questi ultimi ben 2 comprendono gli errori contro la Svizzera, di fatto tra gli aspetti chiave per trovarci ora a parlare di questa qualificazione diretta a Qatar 2022 scivolata via dalle mani.

Non si tratta ovviamente di colpevolizzare un giocatore che, fino a poche settimane fa, tutti indicavano come Pallone d'Oro più giusto, come eroe nazionale: il discorso riguarda più una fortuna che, nel calcio, dimostra a più riprese di essere una compagna poco leale, prima amica e poi pronta a girarsi dall'altra parte.

Il percorso a Euro 2020 ha come segnato una sorta di debito azzurro, un debito pagato nei mesi successivi con gli interessi. In un gioco senza fine che (del resto) aiuta a dare fascino e magnetismo, anche perverso, al calcio.

3. Le assenze

Ciro Immobile, Giovanni Di Lorenzo, Giorgio Chiellini
Chiellini esulta con Immobile / Alberto Lingria - Pool/GettyImages

La ricerca di alibi o scusanti appare spesso un rifugio fin troppo comodo e frequentato da chi arriva da una sconfitta, o da una delusione, ma è evidente come vivere le partite decisive senza Verratti, Chiellini e Immobile sia stato deleterio per le sorti azzurre.

Il discorso non riguarda in sé il valore assoluto dei giocatori e dei loro sostituti, o non solo quello: si tratta di una questione di continuità rispetto a equilibri già forgiati, già visti all'opera con successo pochi mesi fa.

Non sono mancati poi possibili protagonisti aggiuntivi che hanno dato forfait o che non hanno palesato la forma necessaria per esserci, elementi come Pellegrini o Zaniolo, frecce in più all'arco azzurro da utilizzare nel momento più importante dopo la conquista degli Europei.

4. L'avversario sbagliato

FBL-WC-2022-EUR-QUALIFIER-NIR-ITA
Baraclough, CT nordirlandese / PAUL FAITH/GettyImages

Senz'altro in tanti si saranno ritrovati a dire, anche come forma di autoconvincimento per leccarsi le ferite, che "se non si batte l'Irlanda del Nord è normale non qualificarsi".

Una posizione che ha in sé del vero, sì, al netto però di una considerazione: l'Irlanda del Nord di Baraclough, terza in classifica nel girone C alle spalle di Svizzera e Italia, ha concluso il percorso di qualificazione a Qatar 2022 senza prendere neanche un gol tra le mura amiche: i nordirlandesi hanno compensato le carenze tecniche con una solidità difensiva invidiabile, riuscendo anche contro l'Italia a mantenere inviolata la porta e, a dire il vero, arrivando al 90' senza aver concesso tutte quelle occasioni che gli Azzurri speravano di poter creare.

Un 3-5-2 granitico, con pochi spazi in cui inserirsi e un efficace inno del "primo non prenderle", il tutto con un sostegno importante da parte del tifo di casa. Una condizione non certo ideale per chi si sta giocando il passaggio del turno anche con l'esigenza di segnare a raffica (per difendere la differenza reti) anche se, chiaro, non un alibi sufficiente per una squadra reduce da un successo agli Europei.

5. I fantasmi del passato

Gianluigi Buffon
Buffon contro la Svezia / Robbie Jay Barratt - AMA/GettyImages

Pochi i protagonisti in campo sia nella tragica sfida di San Siro con la Svezia, nel novembre 2017, che nel deludente 0-0 di Belfast: solo Bonucci, Jorginho, Bernardeschi e Belotti.

Il filo conduttore a livello mentale però è chiaro e ingombrante: la pressione pesava senz'altro sulle spalle dell'Italia più che su quelle di una Svizzera più leggera, meno segnata da fantasmi passati che invece turbavano e turbano gli Azzurri.

Lo spauracchio dei playoff, poi purtroppo verificatosi, non rappresentava una faccenda da poco per una Nazionale che (con tutta se stessa) sperava stavolta di potersi risparmiare un passaggio così duro e così ansiogeno, quale sarà quello di fine marzo 2022.


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