Il paradosso di Kean: fenomeno su FIFA e quasi-crack con la Juventus

Moise Kean
Moise Kean / Marco Canoniero/GettyImages
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Non credo che abbiamo capito fino in fondo Moise Kean. Tanto per cominciare il suo nome non lo pronunciamo neanche bene, perché si dovrebbe dire [Mois Kin], non [Moise Ken]. Ma è soprattutto il suo talento (o presunto tale) a dividere la comunità calcistica nostrana. C'è chi sostiene che sia sopravvalutato, il classico giocatore spinto dal proprio procuratore - che fino a poco tempo fa era Raiola -, altri invece ritengono si tratti dell'ennesimo genio incompreso passato dai campi di Serie A.

Di questo avviso è sicuramente l'EA Sports, la casa videoludica che produce FIFA e che ogni anno lo inserisce nella categoria dei "wonder kid", ossia di quei giovani che nel corso della modalità carriera raggiungono un overall davvero elevato. Su FIFA 23 Moise Kean parte con un valore di 78 - e già questo farebbe storcere il naso a gran parte dei suoi detrattori - ma gli bastano un paio di stagioni per spingersi fino a 86. A impressionare sono soprattutto la sua grandissima velocità e i dribbling con cui riesce a superare gli avversari come birilli.

Solitamente però - e qui in un certo senso FIFA sembra essere premonitore di quello che accadrà in futuro - Moise Kean non resta mai alla Juventus. Certo, le logiche completamente randomiche nei trasferimenti della modalità carriera lo portano in qualche squadra improbabile, ma trovo ironico che anche nel videogame i bianconeri decidano di non puntare sull'attaccante azzurro.

Moise Kean
Moise Kean / SOPA Images/GettyImages

Eppure, nel corso di questa stagione c'è stato un momento in cui Moise sembrava potersi prendere la Juve. Quando Vlahovic era ai box per pubalgia, erano lui e Milik a tirare la carretta in attacco, poi però qualcosa si è rotto. Il rientro del serbo, quello di Chiesa e il miglioramento della condizione di Di Maria hanno convinto infatti Massimiliano Allegri a puntare su un tridente che però sta lasciando al classe 2000 pochissimo spazio.

Dalla doppietta con la Lazio dello scorso 13 novembre, ai soli 4 minuti disputati nella gara di ieri contro il Nantes, il motivo della discesa così rapide nelle gerarchie non è da imputare soltanto al nuovo assetto tattico. In mezzo ci sono delle prestazioni deludenti che stanno portando sempre più il tecnico a preferirgli altri giocatori. La doppia occasione sprecata contro la Fiorentina denota una certa difficoltà del giocatore nel farsi trovare pronto, un evidente limite sul piano mentale che deve assolutamente sconfiggere se intende sfondare ad alti livelli.

Ora come ora, la Juve non si opporrebbe alla sua partenza. Tuttavia, come puntualizza calciomercato.com, non sarebbe affatto facile cederlo. I bianconeri hanno infatti speso 28 milioni di euro per riscattarlo dall'Everton e per motivi di bilancio devono vendere Kean per almeno 30 milioni. Di club disposti a spendere quella cifra per un attaccante un po' naif non ce ne sono molti, oggettivamente. Quindi non è da escludere una sua permanenza a Torino anche il prossimo anno. Chissà, magari la situazione si ribalterà: smetterà di diventare un fenomeno su FIFA ma lo diventerà nella vita reale.