Ikoné alla Fiorentina: evidenti pro e un possibile contro

Jonathan Ikoné
Jonathan Ikoné / Catherine Steenkeste/GettyImages
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La sessione invernale di mercato è sempre più vicina ed è dunque logico che, in Serie A, ogni squadra faccia le valutazioni del caso: assenze a cui far fronte, obiettivi diversi da quelli prefissati a inizio stagione o, semplicemente, tanta voglia di non perdere per strada quanto di buono fatto fin qui.

Il caso della Fiorentina somiglia senz'altro all'ultimo esempio citato: la stagione, dopo il clamoroso divorzio immediato con Gattuso, partiva con Vincenzo Italiano alla guida e con tanta voglia di riportare entusiasmo e coinvolgimento in una piazza anestetizzata (e spaventata) da due anni poveri di spettacolo, con salvezze non certo agevoli ma da conquistare punto su punto.

Vincenzo Italiano
Italiano a Bologna / Alessandro Sabattini/GettyImages

Tra le doti principali mostrate da Italiano spicca la riscoperta di risorse fin qui inesplorate, o dimenticate, all'interno del gruppo viola: Duncan è rientrato con prepotenza nel giro dei titolari, fornendo prove mai viste fin qui a Firenze, Saponara si è dimostrato alter ego del tecnico sul campo e ha dipinto parabole magiche col suo destro, Callejon sta crescendo e sta mostrando finalmente segnali di crescita, con due prove eccellenti contro Empoli e Samp.

L'equilibrio c'è, la rosa non ha lacune troppo pesanti, ma all'appello manca un esterno offensivo che vada ad aggiungersi a Gonzalez, Saponara, Sottil e Callejon e il profilo individuato dai viola è quello di Jonathan Ikoné del Lille. La Nazione di oggi ribadisce come l'affare sia in dirittura d'arrivo, con la possibilità concreta che il francese sia a Firenze già nei primissimi giorni di gennaio, e l'arrivo dal Lille del classe '98 presenta un buon ventaglio di vantaggi ma, al contempo, apre la strada a qualche possibile perplessità per le scelte di mercato ad ampio raggio.

I pro di Ikoné in viola

I vantaggi si legano a una strategia certo virtuosa, come principio, la stessa che in estate ha portato a Firenze Nico Gonzalez: cifre importanti per il cartellino (15 milioni nel caso di Ikoné) non rappresentano un rischio quando si tratta di giocatori ancora giovani, con ingaggi tutt'altro che stellari e con, dunque, la possibilità di veder crescere il valore in futuro.

Jonathan Ikone
Jonathan Ikoné / Ian MacNicol/GettyImages

Un investimento sia sportivo che economico, con una discreta rete di salvataggio a meno che non si palesi un fallimento tecnico francamente impronosticabile. Il livello del calciatore, poi, fa ben sperare e si sposa con le esigenze di Italiano: avere Gonzalez a sinistra e Ikoné a destra può garantire il giusto mix di rapidità, foga agonistica, dribbling e tecnica, col francese che ha vestito spesso i panni dell'uomo assist in Ligue 1, sfruttando il suo morbido sinistro e la sua fantasia. Un gruppo di cinque esterni, come richiesto in estate, tutti dotati di caratteristiche peculiari, complementari e da alternare in base agli avversari e al momento della partita.

I contro di Ikoné in viola

Dov'è dunque il rovescio della medaglia? Si tratta di capire, in prospettiva, di cosa potrebbe avere bisogno la Fiorentina, pensando all'addio di Dusan Vlahovic come inevitabile fantasma che incombe sui viola. Kokorin fin qui non si è rivelato un sostituto pronto, anche per i problemi fisici, e Borja Mayoral presenta caratteristiche diverse dal serbo, pur essendo tecnicamente valido e certamente prolifico (il miglior marcatore della Roma 2020/21).

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic / Alessandro Sabattini/GettyImages

Avere uno sfogo offensivo come Vlahovic, un giocatore fisicamente imponente e in grado di reggere l'urto con ogni centrale nella difesa del pallone, è vitale per questa Fiorentina: il serbo è il fulcro e il gioco gigliato è un satellite che gli gira felicemente attorno. Un investimento davvero importante dovrà dunque essere fatto su una prima punta come Scamacca, Cabral o Nunez, pur con tutti i distinguo del caso e le differenze rispetto a Vlahovic nel modo di interpretare il ruolo.

Un eventuale "contro" dell'arrivo di Ikoné, quindi, riguarda la strategia ad ampio raggio del club e non tanto il valore assoluto del francese: l'investimento è da ritenere virtuoso e valido ma, al contempo, non dovrà togliere spazio (e risorse) alle giuste valutazioni sul nodo nevralgico, quello della prima punta del futuro (un futuro senza Vlahovic, sempre più alle porte).


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