I criteri per stabilire la classifica in caso di parità nella storia della Serie A

  • Evoluzione storica e modifiche varate nel corso dei decenni
  • Il recente ritorno degli spareggi possibili per Scudetto e salvezza

Serie A
Serie A / Insidefoto/GettyImages
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Il campionato di Serie A sta vivendo un momento particolarmente combattuto in determinate zone della classifica: se il discorso Scudetto appare ormai indirizzato, in modo saldo, lo stesso non si può dire per la qualificazione alle coppe europee e, se possibile ancor di più, in chiave salvezza (con tante squadre racchiuse in pochi punti e con un quadro pronto a mutare di settimana in settimana). Una situazione che porta automaticamente a interrogarsi sui criteri con cui vengono classificate le squadre in caso di arrivo a pari punti a fine stagione, criteri che del resto (in una prospettiva storica) hanno spesso subito cambiamenti, anche di recente.

Proiettandoci semplicemente sul presente abbiamo ormai interiorizzato il meccanismo che regola, attualmente, l'ordine di arrivo in caso di squadre a pari punti in caso di squadre coinvolte nella lotta per un posto in Europa: qualora le squadre a pari punti fossero due sarebbero da considerare nell'ordine i punti fatti negli scontri diretti, la differenza reti negli scontri diretti, la differenza reti generale e le reti realizzate in totale nel corso del campionato.

Qualora invece le squadre a pari punti fossero più di due dovremmo affidarci alla cosiddetta classifica avulsa: di fatto si tratta di un classifica che prende in considerazione soltanto le partite disputate tra le squadre arrivate a pari merito in fondo al campionato. Si tornerà a questo punto a prendere in considerazione i punti negli scontri diretti, la differenza reti negli scontri diretti, la differenza reti generale e le reti realizzate in totale nel corso del campionato, andando a stilare una classifica tra le tre (o più) squadre prese in considerazione.

Andrea Consigli, Edin Dzeko, Georgios Kyriakopoulos
Consigli e Dzeko / Jonathan Moscrop/GettyImages

Diversa la situazione in caso di lotta per lo Scudetto o per la salvezza, come abbiamo visto con Verona e Spezia lo scorso anno (ma con una novità ulteriore in ballo, proprio legata alla salvezza ): in caso di due squadre a pari punti, dalla stagione 2022/23, si è tornati a disputare lo spareggio (abbandonato nel 2006). Un aspetto interessante, in questo senso, è l'assenza dei supplementari in caso di parità al novantesimo sia per quanto riguarda l'eventuale spareggio Scudetto che quello legato alla permanenza in A: si va direttamente ai rigori.

Dalla stagione 2023/24 c'è un distinguo fondamentale da fare: l'eventuale scontro diretto per lo Scudetto si disputerebbe in gara secca, in casa della squadra meglio posizionata coi criteri della classifica avulsa, mentre - a differenza dell'anno scorso - lo spareggio salvezza prevedrebbe andata e ritorno (ritorno in casa della squadra avvantaggiata dai criteri della classifica avulsa).

Dallo spareggio al quoziente reti

Come in ogni aspetto del nostro campionato però, pensando alla formula, al numero di punti per vittoria o alla presenza di un girone unico, nel corso dei decenni si sono avvicendate modalità diverse per ordinare le squadre arrivate a pari punti. Possiamo partire in tal senso dall'osservazione di quanto accadeva nel primo campionato di Serie A a girone unico, stagione 1929/1930: in presenza di squadre a pari punti si sarebbe tenuto uno spareggio per decidere chi dovesse avere la meglio (nell'assegnazione dello Scudetto, nella qualificazione alla Coppa Europa Centrale e nella lotta per non retrocedere).

Una soluzione che restò in vigore fino alla stagione 1937/38: dalla Serie A 1938/39, infatti, venne introdotto il criterio del "quoziente reti", un rapporto tra reti segnate e subite che - di fatto - avrebbe annullato il rischio di dover procedere a spareggi che facessero prolungare la stagione calcistica. Si trattava di dividere il numero di gol fatti da una squadra per il numero dei gol subiti, mettendo poi a confronto questo rapporto con quello delle altre squadre arrivate a pari punti. Il quoziente reti, peraltro, si rivelò da subito decisivo in ottica salvezza: nella prima stagione di utilizzo sancì la permanenza in A della Triestina, nell'anno successivo toccò invece alla Fiorentina avere la meglio secondo tale criterio, poi ancora alla Lazio nel '40/41.

Jair Da Costa
Jair / Alessandro Sabattini/GettyImages

La differenza reti dal 68/69

Dal 1942/'43 si tornò invece alla possibilità di ex-aequo e di conseguenti spareggi, senza dunque dirimere la questione a priori tramite il quoziente reti. Il ricorso agli spareggi venne meno per quanto riguarda la zona retrocessione dal 1968/69: venne introdotto il criterio della differenza reti per stabilire, a pari punti, chi dovesse restare in Serie A e chi invece retrocedere. In sostanza, dalla stagione 68/68 lo spareggio era previsto per l'assegnazione dello Scudetto, la differenza reti era considerata in chiave salvezza e il pari merito era possibile qualora il posto in classifica non influisse in modo decisivo (appunto con Scudetto e salvezza).

Il regolamento, alla vigilia di quella stagione, cambiò in tal senso: "In caso di parità di classifica fra due o più squadre, quando sia necessario stabilire una graduatoria al fine di determinare la retrocessione nella categoria inferiore, non si applicano le norme di cui ai comma d) ed e); in tale caso l'ordine di classifica viene stabilito in base alle risultanze della differenza fra le reti segnate nell'intero campionato e quelle subite. Soltanto se risulterà parità anche nella differenza reti si farà luogo agli spareggi, come previsto dai surrichiamati comma d) ed e)". Dalla stagione 1970/71 il criterio della differenza reti divenne decisivo anche per la qualificazione nella neonata Coppa UEFA.

Giancalo Antognoni, Pierpaolo Virdis, Giuseppe Furino
Fiorentina-Juventus / Alessandro Sabattini/GettyImages

La classifica avulsa

Il concetto di classifica avulsa venne invece preso in considerazione a partire dalla stagione 1980/81 nell'ottica di superare l'impasse legata pari merito tra più di due squadre: la stessa classifica avulsa, in sostanza, divenne il criterio basilare per stabilire il posizionamento finale in classifica di squadre con lo stesso numero di punti. Con due sole squadre a pari merito tornava invece in ballo lo spareggio, pensando in particolare all'attribuzione dello Scudetto.

Dal campionato 1986/87 la classifica avulsa ebbe meno peso, tornarono infatti in ballo potenziali spareggi anche per la salvezza e per un posto in UEFA, con la classifica avulsa che di fatto aveva semplicemente la funzione di stilare la graduatoria finale senza avere squadre pari merito. Per avere un cambiamento sostanziale dal punto di vista dei criteri seguiti a pari merito occorrerà attendere la stagione 2005/2006: la classifica avulsa tornò ad essere il primo punto preso in considerazione, seguita poi da differenza reti e numero di gol segnati in generale. Di fatto, con tale novità regolamentare, si escluse in assoluto lo spareggio (poi tornato in ballo nel 2022/23).

Claudio Villa Archive
L'ultimo spareggio: Bologna-Parma / Claudio Villa/GettyImages

Dal 2011/2012 l'assetto è poi diventato affine a quello attuale, pensando alla parità di squadre coinvolte nella corsa per l'Europa, con punti fatti negli scontri diretti, la differenza reti negli scontri diretti, la differenza reti generale e le reti realizzate in totale come criteri di riferimento in caso di parità tra più squadre.

Il sorteggio, infine, rappresenta formalmente l'ultimo appiglio in caso di parità assoluta tra tutti gli altri aspetti considerati. Dalla stagione scorsa, la 2022/23, si è tornati come detto a contemplare lo spareggio per Scudetto e salvezza (a cui si è ricorso per sancire la retrocessione dello Spezia in Serie B e la permanenza del Verona in massima serie).