I 5 motivi per credere in un nuovo corso di Mancini con l'Italia

Nazionale azzurra
Nazionale azzurra / Visionhaus/GettyImages
facebooktwitterreddit

Il disastro del Barbera, perché di questo si tratta, ha messo in discussione una squadra - la Nazionale azzurra - che fino all’estate scorsa era salita sul tetto d’Europa battendo Nazionali del calibro di Belgio e Spagna.

Tuttavia, la mancanza di una punta vera e l'incapacità di mettere in difficoltà una squadra come la Macedonia del Nord ci hanno impedito di accedere per la seconda volta ad un Mondiale, una delusione in un certo senso ancora più grande rispetto a quella provata a San Siro nel lontano 2017, quando allora fummo eliminati dalla Svezia.

Proviamo ora a vedere se esistono cinque motivi quantomeno validi che possano convincerci a dare una seconda opportunità a Roberto Mancini in vista del Mondiale che si terrà nel 2026 o comunque del nuovo percorso di riscatto che attende gli Azzurri.

  1. Dare spazio ai giovani
Nicolo Zaniolo, Gianluca Scamacca
Zaniolo e Scamacca / Claudio Villa/GettyImages

Probabilmente Mancini doveva pensarci un po' prima: rinfrescare una Nazionale con i giovani che ha a disposizione poteva essere una scelta valida contro una squadra chiusa e non proprio esaltante come la Macedonia.

In futuro, se il Mancio dovesse effettivamente rimanere, occorrerebbe dare sempre più spazio a talenti come Gianluca Scamacca, Giacomo Raspadori, Niccolò Zaniolo e tanti altri. Insomma, per aprire un nuovo ciclo servono ragazzi preparati e pronti a gestire le pressioni della maglia azzurra, ragazzi da responsabilizzare subito.

2.       Cambiare modulo

Mattia Zaccagni, Pierluigi Gollini, Mattia De Sciglio, Sandro Tonali, Alessio Cragno, Salvatore Sirigu
L'Italia a Konya / Claudio Villa/GettyImages

Un cambio di modulo ogni tanto e con interpreti diversi potrebbe essere la chiave di volta per capire come mettere in difficoltà l’avversario. Ciò che è mancato è Palermo, del resto, è stata propria la semplicità con la quale gli avversari capivano le mosse azzurre.

Per vincere bisogna anche giocare d’astuzia e saper intrepretare diversamente una sfida anche in corso d'opera, senza risultare necessariamente legati a un solo assetto tattico.

3.       Creare strutture dedicate ai giovani

Caleb Okoli, Nicolò Fagioli
Azzurrini in allenamento / Claudio Villa/GettyImages

Per migliorare una Nazionale serve anzitutto una struttura, o meglio una squadra di osservatori, che sappia valutare appieno quei nomi interessati che potrebbero essere lanciati anche nel contesto della Nazionale maggiore.

Un ruolo importante in questo caso viene giocato dai singoli club: Mancini dovrebbe rimanere in contatto con le squadre Primavera di Serie A per visionare, e all’occorrenza, valutare di persona.

4.       Mantenere un legame stretto con l’Under 21

Paolo Nicolato Italy U21 coach, during the friendly match...
Paolo Nicolato / Vincenzo Izzo/GettyImages

Il punto è sempre quello: i giovani. Tenendo presente che il prossimo Mondiale si terrà nel 2026 Mancini dovrebbe riuscire a creare un legame sempre più stretto anche con il Ct dell’Under 21 Nicolato.

C’è bisogno di una maggiore collaborazione e scambio di idee per cambiare una Nazionale e per farlo non soltanto a breve termine, comprendendo esigenze condivise e strategie per una crescita che non sia solo estemporanea.

5.       Non pensare al passato

Alessandro Bastoni
Il sorriso di Bastoni / Claudio Villa/GettyImages

Un punto importante da sottolineare è anche psicologico: la Nazionale, infatti, dovrebbe mettere da parte la delusione del mancato accesso a due Mondiali consecutivi e pensare con speranza al futuro, trovando in sé ragioni per costruirlo.

Si tratta probabilmente della sfida più complessa e stimolante, di una risposta decisiva in un contesto che rischia altrimenti di scivolare in una deleteria "crisi perenne" e in complessi difficili da gestire.


Segui 90min su Instagram.