Fagioli, Miretti e Rovella intrigano la Juve: su chi puntare in prima squadra?
La pesante sconfitta rimediata contro il Genoa dello scorso venerdì ha acceso nuovamente un campanello di allarme in casa Juventus. Diverse sono state le imprecisioni ed imperfezioni in campo, di una squadra che ancora una volta convince solo in parte piazza e media per quanto mostrato in campo. Il capovolgimento finale ha spinto nuovamente gli appassionati a chiedere un cambiamento nella struttura della compagine bianconera, che ancora una volta vede il proprio allenatore come centro delle polemiche più aspre.
Le lacrime di Vlahovic ed i continui pesanti errori in ogni reparto hanno messo nuovamente il tecnico toscano sotto la lente di ingrandimento, soprattutto per la qualità del gioco espressa, a tratti inesistente. Diversi sono gli atleti che si sono resi protagonisti di strafalcioni anche elementari, lasciando ricadere sulla propria guida tecnica il peso dell'inceppamento dell'ingranaggio bianconero. Gli errori in area di De Sciglio, la svogliatezza di Arthur e la serata da dimenticare di Kean hanno messo in ginocchio una Juventus che per gran parte della gara ha avuto il pallino del gioco tra le mani, ma non è mai stata in grado di chiudere definitivamente la contesa.
La lentezza del possesso palla e la staticità degli uomini in attesa della sfera sono due degli aspetti più criticati ad Allegri, riaccendendo due grandi quesiti sulla sua persona ed entrambi orbitanti nella galassia dei giovani calciatori da schierare in campo. Secondo alcuni esperti infatti, il tecnico attualmente alla guida della Juventus non avrebbe nel suo DNA il corredo genetico necessario per far crescere giovani atleti nella propria formazione, mettendoli sempre ai margini del progetto. E qui allora il dubbio nasce e anche forte: quanto conviene parlare di ringiovanimento bianconero alla sua corte?
Alle giuste condizioni
Le sirene attivate nella piazza Juve si schierano apertamente contro l'allenatore ex Milan, etichettato come un gestore di spogliatoio e non un creatore. Mancherebbe, quindi, al tecnico bianconero la capacità di creare una nuova idea di gioco che possa dare risultati positivi nel futuro, valorizzando gli elementi presenti in rosa e quelli futuri. In un quadro di controllo e non creazione, Allegri è visto come un "distruttore" di giovani talenti, lasciandosi trasportare dalle notizie che arrivano dall'Inghilterra - sponda Tottenham - su Kulusevski. La verità però non sempre è come si cerca di vedere le cose.
La Juventus quest'anno, quando ha avuto la possibilità fisica di poter attingere ad una rosa più che sufficiente, ha schierato diversi atleti nati dal 1999 in poi stabilmente, come De Ligt, Pellegrini, Kean e lo stesso Vlahovic. Atleti che, nonostante un'età anagrafica non elevata, contano tanta esperienza in Italia ed in Europa. Ed è qui che si focalizza l'attenzione di Allegri. Il tecnico toscano ha più volte ribadito di essere pronto a dare spazio ad altri giovani atleti, ma solo a condizioni favorevoli.
L'obiettivo è quello di far crescere il ragazzo senza che vada incontro alle pressioni del grande campionato, un aspetto che negli ultimi anni in Italia ha eletto a campioni tanti ragazzi per poi lanciarli nel dimenticatoio poche settimane dopo. L'apertura c'è quindi, ma solo in circostanze che non possano "bruciare" la promessa. È un atteggiamento giusto? Probabilmente la risposta non la sapremo mai, perché il campionato italiano è pieno di ragazzi che un giorno sembrano essere fenomeni e l'altro faticano a mantenere la categoria (Maleh della Fiorentina ne è un esempio, un centrocampista con evidenti qualità che nonostante tutto non è riuscito a strappare la titolarità a Duncan).
Apertura o meno però, il futuro della Juve passerà dalla scelta che in comune accordo tra allenatore e società si prenderà sulle promesse in orbita bianconera. Con un campionato che oramai non ha nulla più da dire per la Juventus, l'attenzione è stata già fiondata sulla prossima sessione di calciomercato. Si attendono dalla dirigenza piemontese i giusti rinforzi per tornare ad essere competitivi quantomeno in Italia, capitolo rinviato per l'Europa. Le valutazioni dovranno in quest'ottica prendere atto dei tre nomi che oramai sono sulla bocca di tutti e che potrebbero rivoluzionare il centrocampo di Allegri, ovvero quelli di Fagioli, Miretti e Rovella.
Corsa a tre
Tutti e tre si presentano come validi centrocampisti italiani che qualcosa possono donare alla mediana della Juventus. Qui entra in campo il secondo quesito: chi dei tre merita la maglia a strisce della prossima stagione? Non sarà possibile, infatti, vedere tutti a Torino nella stagione 2022/2023, vista la volontà del duo Arrivabene - Cherubini di regalare un colpo da 90 in mezzo per aumentare esponenzialmente la qualità del gruppo (e con i possibili addii di Arthur e Ramsey sarebbero in questa circostanza solo due i posti liberi in rosa).
Chi parte in vantaggio nella battaglia per il centrocampo bianconero è Miretti. Fabio ha debuttato con Allegri, lo ha già colpito in allenamento ed in campo, mostrandogli di essere pronto per la Serie A e di avere le caratteristiche adeguate per il suo gioco. Il giovane classe 2003 nelle due chance a disposizione ha dimostrato di non avere timore di cercare con insistenza (e molta precisione) la verticalizzazione verso gli attaccanti, un aspetto apprezzato e non poco da chi siede in panchina. La gamba va ancora allenata, soprattutto in virtù dei crampi rimediati dopo settanta minuti di gioco al Ferraris, ma la qualità nel palleggio e la disinvoltura delle giocate disegnano un profilo che la Juventus dovrebbe non lasciarsi scappare.
L'altro slot a disposizione vede una lotta tra Fagioli e Rovella, con il primo però leggermente in vantaggio. Il centrocampista del Genoa ha vissuto una stagione altalenante in rossoblù, lasciando intravedere buone cose nella prima parte di stagione e giocando con il contagocce nella seconda (dovendo far fronte a diversi problemi fisici). Il centrocampista natio di Segrate potrebbe conquistare Allegri grazie alla sua capacità in fase di interdizione di recuperare il possesso dai piedi avversari, ma la presenza del trittico Locatelli - Rabiot - Zakaria potrebbe rendere le sue qualità utili ma non estremamente necessarie.
Diversa è la situazione per quanto riguarda Fagioli. Il centrocampista piacentino alla Cremonese ha dimostrato di saper essere decisivo sia come mezzala di qualità e di inserimento, ma anche e soprattutto come mediano. Sempre alla ricerca della giocata raffinata, il classe 2001 possiede quella duttilità che tanto potrebbe far comodo ad Allegri nel caso di redifinizione del centrocampista in base agli impegni. Nicolò resta, inoltre, un pupillo del tecnico toscano, che già anni fa decantava delle sue qualità. L'unico dubbio che resta è quello legato all'esperienza in Serie A, ancora da maturare. Ciò lascerebbe la porta aperta ad un possibile altro anno di prestito (con la possibilità di restare alla Cremonese), lasciando così cadere la decisione su chi portare all'Allianz su Rovella. In entrambi le circostanze, la Juventus avrà a disposizione un giovane profilo italiano pronto ad esplodere, una contesto che non può che giovare alla rinascita bianconera.
Segui 90min su Instagram.