Dzeko-Abraham: punti in comune, differenze e spunti in chiave Roma

Tammy Abraham
Tammy Abraham / Alex Burstow/Getty Images
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La girandola di attaccanti pronta a partire, legata in modo evidente all'addio di Lukaku all'Inter per tornare in Premier League e vestire di nuovo la maglia del Chelsea, investirà in modo potente anche la Roma: i nerazzurri hanno scelto di puntare su Edin Dzeko come primo sostituto di Lukaku, in attesa di nuovi colpi, mettendo i giallorossi stessi nella posizione di dover trovare un nuovo attaccante che, per quanto possibile, vada a rimpiazzare il bosniaco.

Un compito non facile, parliamo del resto del terzo miglior marcatore nella storia della Roma considerando tutte le competizioni, compito che potrebbe gravare sulle spalle di Tammy Abraham, classe '97 che Tiago Pinto sta provando a portare alla corte di Mourinho. Vediamo dunque cosa potrebbe accomunare e cosa potrebbe invece distinguere nettamente il centravanti in partenza e quello che d'altro canto potrebbe arrivare nella Capitale:

Jose Mourinho, Edin Dzeko
Mourinho e Dzeko / Gualter Fatia/Getty Images

Tratti in comune

Uno dei tratti che potrebbero in qualche modo avvicinare il vecchio centravanti della Roma col suo possibile sostituto non è certo di natura tecnica ma meramente fisica, 1,93 per Dzeko e 1,90 per Abraham, due attaccanti dall'importante presenza fisica dunque, aiutati nel gioco aereo dalla statura. Si tratta in entrambi i casi di attaccanti non certo egoisti o avulsi dal contesto, riescono cioè a dare il proprio contributo (seppur con armi diverse) al gioco della squadra e alle dinamiche offensive, non avendo soltanto il gol personale come pensiero fisso. Sia nel caso di Dzeko che in quello di Abraham la fisicità non ostacola l'eleganza nei movimenti e la qualità tecnica. Non si tratta insomma di due bomber che spariscono dal gioco per appostarsi in area e regalare la zampata vincente, c'è in tutti e due i casi una partecipazione attiva al lavoro della squadra, così come emerge la tendenza a rientrare spesso e volentieri a raccogliere palloni in zone più arretrate del campo. Il gol non come unica ossessione, dunque, ma sia nel caso di Dzeko che in quello di Abraham la rete che si gonfia è una fedele compagna: il bosniaco come detto è il terzo miglior marcatore di sempre dei giallorossi, Abraham dal canto proprio, quando ha avuto fiducia e continuità, è riuscito a segnare a raffica sia ai tempi della Championship che in Premier (15 gol con Lampard alla guida nel 2019/20, miglior marcatore stagionale del Chelsea).

Tammy Abraham, Trevoh Chalobah, Ruben Loftus-Cheek
Abraham si scalda / Catherine Ivill/Getty Images

In cosa eccelle Abraham

I lati in comune ci sono, non è dunque surreale immaginare Abraham come potenziale rimpiazzo di Dzeko, ma al contempo spiccano aspetti peculiari che non avvicinano i due giocatori per caratteristiche: Abraham fa dell'atletismo uno dei punti di forza, così come della sua velocità in campo aperto, e spesso quando arretra il raggio d'azione riesce ad andar via al diretto avversario puntando proprio sulla maggiore velocità rispetto a quella dei difensori avversari. Rispetto a Dzeko, osservando le mere statistiche, emerge anche un maggiore cinismo nello sfruttare le occasioni che gli capitano, una cattiveria sotto porta riscontrabile osservando il rapporto tra conclusioni a rete e gol effettivamente messi a segno. Un altro lato da sottolineare positivamente è una maggiore duttilità, Abraham del resto ha iniziato come attaccante esterno e, grazie alla propria rapidità, può anche disimpegnarsi in tale veste con un'altra prima punta in campo.

In cosa eccelle Dzeko

Al contempo è evidente come l'esperto bosniaco abbia tratti distintivi ben definiti che, del resto, lo rendono un centravanti perfettamente riconoscibile rispetto ai concorrenti. Rispetto ad Abraham riesce a ricoprire alla perfezione il ruolo di rifinitore per i compagni, una sorta di regista offensivo che dopo aver preso palla in posizione più arretrata riesce a servire con precisione e fantasia chi accompagna l'azione. Abraham non si affida spesso ai lanci lunghi, Dzeko lo fa con frequenza e in modo efficace rispetto al più giovane inglese che preferisce appoggi più semplici e leggibili. E a proposito di età è evidente che Dzeko sia avvantaggiato dai tanti anni vissuti ad alti livelli e dalle numerose stagioni alle spalle anche in Serie A, con Abraham che dal canto proprio dovrebbe adattarsi a un contesto totalmente nuovo e non sempre agevole per attaccanti che arrivano da campionati diversi (per quanto competitivi).

La prospettiva giallorossa

Un aspetto da tenere in considerazione, certo fondamentale per immaginare Abraham immerso nella nuova realtà giallorossa, è la stima da parte di José Mourinho: lo Special One, non certo un addetto ai lavori qualsiasi pensando alla storia del Chelsea, si è espresso positivamente sul classe '97 anche quando quest'ultimo doveva ancora esplodere, spiegando che i Blues dovessero puntarci con fiducia senza andare ad attingere necessariamente sul mercato. Abraham andrebbe a comporre con Shomurodov e Borja Mayoral una batteria di prime punte più che mai assortita, con un attaccante abile a sfruttare al meglio la profondità come lo spagnolo e due punte più fisiche ma dalle caratteristiche diverse, potenzialmente compatibili, come l'inglese e l'uzbeko. Un reparto che certo, senza Dzeko, perderebbe un patrimonio notevole di esperienza: un indizio piuttosto chiaro, questo, pensando al tipo di politica che i giallorossi vogliono mantenere sul mercato, con profili ancora in rampa di lancio a cui dar fiducia come titolari.


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