"Distruggere" per crescere: perché le parole di Commisso spaventano tanto?

Italian Football Federation 'Panchina D'Oro' Prize
Italian Football Federation 'Panchina D'Oro' Prize / Gabriele Maltinti/Getty Images
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Il ritorno di Rocco Commisso a Firenze, atteso a lungo e posticipato a oltranza a causa delle note limitazioni dovute al Coronavirus, ha rappresentato esattamente quel che tutti si aspettavano e, addirittura, si è spinto oltre: il presidente gigliato si è mosso in modo rapido e su tutti i fronti, dando priorità a quegli aspetti ritenuti strategici per il futuro della Fiorentina e del calcio italiano. Se parlando di Centro Sportivo le dichiarazioni sembrano ormai volte alla fiducia, con tanto di orgogliose proiezioni future da parte del Patron, il discorso stadio comporta come di consueto tanti distinguo e altrettante variabili.

ACF Fiorentina v Torino FC - Serie A
ACF Fiorentina v Torino FC - Serie A / Jonathan Moscrop/Getty Images

Il tutto condito da un nuovo caso, quello legato alle parole di Commisso: l'utilizzo del verbo "distruggere" associato al Franchi ha fatto storcere il naso ad alcuni, la parola del resto è di quelle forti , se non la si contestualizza. L'approccio di Commisso non è fatto di romantici riferimenti al passato che fu, a monumenti vissuti come tali e celebrati di conseguenza. Il numero uno di Mediacom arriva da un contesto, quello statunitense, in cui lo sport professionistico poggia su principi ben diversi dai nostri. L'idea stessa di franchigie trasferibili da una città all'altra, da uno Stato all'altro, esprime in sintesi le differenze abissali tra quel mondo e questo. Una mentalità connessa a certi presupposti vivrà necessariamente il "distruggere" come una risorsa per costruire futuro: il calcio italiano a questo punto deve riflettere, così come la politica, sullo sviluppo del sistema calcio.

ACF Fiorentina v Torino FC - Serie A
ACF Fiorentina v Torino FC - Serie A / Gabriele Maltinti/Getty Images

Tra uno "stadio-monumento" e lo spostamento delle franchigie, del resto, esistono numerose vie di mezzo: un investitore pronto a muoversi con forza sul nostro territorio non può e non deve essere trattato come una minaccia, come un alieno da spaventare. Le sue parole forse fanno paura perché distanti dal nostro vocabolario sportivo, ma stavolta è arrivato il tempo di guardare oltre e di capire l'importanza di stadi all'altezza, che garantiscano sicurezza e comodità ai tifosi. Anche "comodità" è una parola che stride nel contesto italiano, dove vivere il calcio come uno show appare offensivo agli occhi di qualcuno. Bisogna fare i conti coi fatti e coi numeri: la politica, a ogni livello, dovrà necessariamente dare un perché a eventuali nuovi veti o paletti, in tal senso l'emendamento "sblocca stadi" avrà un ruolo importante e renderà meno duro il giogo della Sovrintendenza. Se tutte le caselle non andranno al loro posto in tempi ragionevoli, se pioveranno nuovi veti, la Fiorentina e il calcio italiano perderanno un'occasione importante per fare un passo verso il futuro.


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