Cosa sta succedendo tra José Mourinho e la Roma?
La Roma è, come le altre big di tutta Italia, completamente invischiata e centrata nella fase finale della stagione. Resta da concludere un'agguerrita lotta per un posto in Champions League e da portare a termine un doppio confronto complicato in Semifinale di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Speranze e aspettative dei tifosi giallorossi si intersecano nella confusione di un rush finale in cui le certezze romaniste vengono alterate da conferme e passi falsi.
Guardando oggettivamente alle ultime uscite della squadra capitolina e focalizzandoci sull'ultimo mese, non si possono che dare meriti alla formazione giallorossa per diversi motivi. La squadra di Mourinho ha fatto bottino pieno con Sampdoria, Torino e Udinese, vincendo senza subire gol, e nel mentre, ha eliminato il Feyenoord in Europa League confermando le aspettative europee con ottime prestazioni.
Poi sono arrivati gli infortuni. Prima Smalling, Wijnaldum e Dybala, poi Llorente e Kumbulla, oltre al lungodegente Karsdorp, a complicare ancor di più le scelte difensive, e infine Stephan El Shaarawy. Dal trio di partite contro Atalanta, Milan e Monza (due in trasferta), i giallorossi sono usciti con due punti, cadendo malamente a Bergamo e sfiorando la vittoria nel recupero dell'Olimpico contro i rossoneri di Pioli. Un bottino gramo se non teniamo conto di tutte le sopracitate difficoltà.
In questa fase della stagione molti allenatori parlano di stanchezza, fisica e mentale (aspetto riscontrabili anche nelle varie formazioni scese in campo) e, nel postpartita di Monza-Roma, ai microfoni di Dazn, Mourinho non ha fatto eccezione. Questa volta, con il suo inconfondibile tono, ha toccato diversi temi, riservando stoccate alle altre società, all'arbitro Chiffi e anche al suo club, al punto che molti sono arrivati a scrivere di probabile divorzio.
Cosa ha detto Mourinho nel postpartita?
Il passaggio su cui i principali media italiani si sono focalizzati riguarda l'incapacità della società giallorossa di imporre la propria volontà sull'essere arbitrati o meno da un determinato direttore di gara.
"Non abbiamo la forza come società, non abbiamo forza per dire che questo arbitro non lo vogliamo. Ho smesso alla fine perché sapevo mi sarebbe arrivato un rosso. Ci sono squadre che dicono 'io questo arbitro non lo voglio' e la Roma non ha questa capacità o questo Dna. "
- Mourinho a Dazn
Per le parole su Chiffi e il movimento arbitrale, la Procura Federale della FIGC ha aperto e chiuso un'indagine notificando l'accusa di giudizi lesivi al portoghese e alla Roma per responsabilità oggettiva. La società giallorossa avrà l'opportunità di difendersi e José Mourinho sarà regolarmente in panchina contro l'Inter. La questione che però sembra ora tenere banco è se ci sarà o meno, sulla panchina dell'Olimpico, nella prossima stagione.
Il contratto del tecnico portoghese scade nel 2024 e dunque avrebbe a disposizione un'altra stagione a Roma, tuttavia le parole nel postpartita sono state interpretate da più di qualcuno come segnale di spaccatura con la società. Dire di non avere la forza o non avere la capacità di imporsi sulle scelte arbitrali come un segno che le strade della dirigenza e di Mourinho possano prendere direzioni diverse.
L'ambiente romano, nella sua tifoseria, non si è mai distaccato dall'allenatore che ha interrotto il counter degli anni senza trofei vinti, portando in città la Conference. Che spesso, nelle proteste, nei gesti e nelle parole, si è fatto portavoce del suo popolo creando un legame importante fin da subito. L'altro passaggio dell'intervista postpartita, sfruttato per alimentare il fuoco di una possibile spaccatura, riguarda le parole rilasciate in una sorta di confronto con le rose e i risultati delle altre big italiane.
"Quando hai una squadra con 30 giocatori uguali, tu non devi avere mai infortuni muscolari. Minuto 60 cambio, minuto 70 cambio. Oggi giocano Dzeko e Lautaro e la prossima partita Correa con Lukaku. Dopo cambio per i due quinti. Questi non siamo noi. Una squadra che ha fatto un percorso orribile nella competizione europea e che gioca una partita a settimana? Non siamo noi. Un squadra che non si è qualificata alla competizione europea? Non siamo noi. Siamo l'unica squadra che non ha una rosa per stare dove siamo."
- Mourinho a Dazn
A Monza la panchina, a detta del tecnico, era inesistente, con Dybala, Wijnaldum, Belotti, Karsdorp, Smalling e Wijnaldum seduti lì soltanto per riempirla, ma infortunati. A entrare a gara in corso sono stati Camara, Spinazzola, Volpato e Tahirovic, quattro cambi, con il quinto che poteva essere sfruttato soltanto per inserire i primavera Keramitsis e Louakima.
Le difficoltà numeriche in cui versa la Roma sono evidenti. E le domande che sorgono spontanee sono diverse: queste difficoltà sono sufficienti ad abbracciare in toto il discorso di Mourinho? Ed esiste davvero una spaccatura tra il portoghese e i Friedkin?
Per la prima invitiamo a interpretazioni personali. L'allenatore non è nuovo a interventi sopra le righe ed è considerato in diversi paesi un comunicatore eccellente in relazione al raggiungimento dei risultati sportivi. Dunque il tentativo di aprire gli occhi o semplicemente spostare l'attenzione dove fa più comodo alla causa Roma non è da sottovalutare (mancano 5 giornate in Serie A e due o tre partite in Europa League). Per l'eventuale spaccatura invece il discorso è più complicato. I Friedkin non rilasciano interviste dal 2020, anno dell'acquisizione della società, se si escludono i brevi complimenti in relazione alla vittoria della Conference League. Il silenzio non è un indizio di qualcosa, ma semplicemente la normalità della nuova proprietà giallorossa. Tra un mese, a risultati stagionali acquisiti, emergerà la verità.