Continuità o rivoluzione: due idee di mercato a confronto

Nedved e Marotta
Nedved e Marotta / Emilio Andreoli/GettyImages
facebooktwitterreddit

Le ragioni per cambiare nel calcio sono molteplici e sfaccettate, non sempre dipendenti dalla propria volontà, e il mercato invernale - ancor più di quello estivo - sancisce una linea di demarcazione piuttosto chiara tra chi percorre la strada nota e consolante della continuità e quei club che, invece, si trovano a fare i conti con cambiamenti persino radicali.

La voglia di risollevarsi dopo un'andata deludente, gli sviluppi del mercato e le conseguenti toppe o semplicemente l'arrivo di un tecnico con diktat diversi da quelli del predecessore: anche l'ultima sessione di mercato ha sancito un punto di rottura, per diverse squadre, con tutte le incognite del caso.

D'altro canto c'è chi non è riuscito ad assicurarsi gli obiettivi prefissati o ha semplicemente preferito dar fiducia alla rosa, senza vedere il mercato come strumento utile alla causa. Scopriamo dunque i diversi scenari, i due schieramenti in Serie A, rispetto all'approccio al mercato appena concluso.

The official Serie A matchball Nike Flight Hi-Vis is seen on...
Serie A / Nicolò Campo/GettyImages

Continuità

Si ritiene che lasciare la strada vecchia per la nuova ponga davanti ai rischi dell'ignoto, al pericolo di derive sconosciute e di ricette da ricreare in fretta e furia. Esistono dunque realtà, a dire il vero la maggioranza, che scelgono di non sfruttare il mercato come soluzione di tutti i mali e che, al contrario, non alterano gli equilibri costruiti. In tal senso occorre fare un distinguo tra le società che, individuata la formula magica, non trovano logico cambiare quel che funziona e quei club che, invece, hanno palesato un certo immobilismo nonostante qualche difetto emerso nella prima parte del campionato.

A chi non trovava ragioni per cambiare s'iscrive senza dubbio l'Atalanta di Gasperini: nessuno scossone, con una cessione pesante come quella di Gosens che però (considerato l'infortunio del giocatore) non rimescola in alcun modo le carte rispetto a quanto fatto fin qui in stagione. Boga, al contempo, porta talento e imprevedibilità all'attacco: la ricetta però resta quella nota e rodata, quella della Dea di Gasperini. Nessun ribaltamento di prospettiva neanche a Bologna, col solo Aebischer a dare un'alternativa in più a Mihajlovic a metà campo, così come l'Inter capolista non ha trovato ovviamente motivi per ripensare un meccanismo fin qui fenomenale.

FC Internazionale v Atalanta - Serie A
Robin Gosens / Anadolu Agency/GettyImages

Marotta si è mosso per perfezionare quel che già andava, con un Gosens in più a sinistra e un uomo di fiducia d'Inzaghi come Caicedo. Nessuna nuova ricetta, solo qualche ingrediente in più. Nel caso di Lazio, Milan e Napoli, seppur per motivi diversi, l'immobilismo sul mercato ha fatto storcere il naso a più di un tifoso. Chi si attendeva un mercato biancoceleste indirizzato a profili ideali per il gioco di Sarri sarà rimasto deluso: è arrivato il solo Jovane Cabral ma gerarchie e titolari non cambiano, con buona pace del tecnico.

Il Milan ha semplicemente sostituito Pellegri con Lazetic, e ha seguito una linea ormai percorsa più volte: continuità, fiducia alle alternative e nessun rinforzo neanche in una difesa in cui la coperta è spesso corta. Una decisione rischiosa, per certi versi, ma coerente con quanto offerto da Maldini e Massara anche in estate. Il Napoli rinvia all'estate ogni discorso sulla sostituzione di Insigne: Spalletti crede nel gruppo che, del resto, fin qui ha meritato fiducia. In casa Sassuolo continuità fa rima con programmazione, come di consueto: al di là dell'addio di Boga i neroverdi hanno trattenuto i più forti e si preparano a sostituirli in estate con profili giovani, italiani e dal sicuro avvenire.

Atalanta BC v AC Milan - Serie A
Massara e Maldini / Pier Marco Tacca/GettyImages

Torino e Verona dal canto loro, a fronte di un girone d'andata soddisfacente, hanno puntellato la rosa con intelligenza senza però alterare gli equilibri trovati con Juric e Tudor. Infine l'Udinese, al netto di uno Spezia che non poteva fare mercato: i bianconeri si sono limitati a sostituire i partenti in difesa, con Pablo Mari che appare il solo a poter insidiare i titolari (almeno a breve termine).

Rivoluzione

Se da un lato c'è chi ha proseguito sui binari già tracciati, come scelta più ragionevole o come immobilismo difficile da spiegare, non mancano squadre che hanno vissuto il mercato come occasione per reinventarsi. Una rivoluzione che non passa necessariamente da acquisti e cessioni in serie ma che regala anche una possibilità alternativa: pochi innesti ma in ruoli nevralgici, tanto da cambiare volto a una squadra e da metterla di fronte a incognite e tanta curiosità in vista del ritorno in campo.

Jonathan Ikone
Jonathan Ikoné / Valerio Pennicino/GettyImages

Il mercato del Cagliari è emblematico in tal senso, con l'intenzione di puntellare il gruppo e di lasciar partire quegli elementi "di nome" ma ormai fuori dalle idee di Mazzarri, in tal senso anche la scelta di puntare su giocatori italiani (Baselli, Goldaniga e Lovato) suggerisce una programmazione, a fronte di addii ormai "necessari" come quelli di Godin e Caceres. La rivoluzione in questo senso porta a ripartire dal gruppo, a costruire uno zoccolo duro per puntare alla salvezza e assecondare Mazzarri. La Fiorentina non ha cambiato tanto ma lo ha fatto in modo da togliere certezze a Italiano o da obbligarlo, comunque, ad accelerare l'ambientamento dei nuovi: Vlahovic era un punto di riferimento, tanto da condizionare il gioco viola, l'attacco Gonzalez-Cabral-Ikoné intriga ma obbliga a trovare una nuova intesa tra giocatori che ancora non si conoscono.

Rivoluzione totale, in senso stretto, in casa Genoa: niente di conservativo ma un manifesto programmatico, partito con l'arrivo di Blessin in panchina e proseguito con l'innesto di giovani rampanti, provenienti anche dall'estero, e dal contemporaneo addio della vecchia guardia. Un piano rischioso, opposto a quanto visto in passato, ma certamente stimolante e in grado di riaccendere una scintilla. La Juventus si è assicurata il titolo di regina del mercato, lo ha fatto investendo con forza su Vlahovic ed entrando così a gamba tesa sulla sessione invernale.

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic / Chris Ricco/GettyImages

L'acquisto del capocannoniere del campionato già di per sé ha un valore rivoluzionario, uniamoci gli addii di Bentancur, Ramsey e Kulusevski e l'acquisto di Zakaria e troviamo una squadra diversa, pronta ad attaccare Serie A e Champions. Non una squadra ribaltata ma qualcosa in più, un'iniezione di fiducia in un ambiente fin qui critico. Rivoluzione vera e propria in casa Salernitana: Sabatini è arrivato e come un ciclone ha messo mano al mercato, in entrata come in uscita, dando vita a una squadra che cercherà l'impresa salvezza puntando su un undici del tutto diverso da quello dell'andata.

Non solo quantità ma anche colpi ad effetto per il fanalino di coda: da Perotti a Verdi passando per Fazio, l'incognita fisiologica è l'amalgama da creare. La Sampdoria non è rimasta a guardare sul mercato, pur senza fondi a disposizione: Sensi e Supryaga sono innesti da seguire con attenzione, Conti e Rincon potranno dare una mano. Infine un Venezia sorprendente e non solo con Nani: Cuisance e Nsamé sono colpi che vanno ben al di là del discorso salvezza, innesti ambiziosi per un girone di ritorno in crescendo.

Walter Sabatini
Walter Sabatini / Ivan Romano/GettyImages

La terza via

Esiste infine una potenziale terza via, per completare il quadro: squadre che hanno cambiato poco, quantitativamente, ma che potrebbero scoprire qualcosa di nuovo e di importante nel ritorno (in positivo come in negativo). La Roma si è mossa con innesti mirati, Sergio Oliveira ha già avuto un rapido impatto sulla Serie A e Maitland-Niles è un jolly prezioso: le fondamenta sono le stesse ma i cambiamenti (seppur rari) potrebbero fare la differenza in positivo.

In casa Empoli l'addio di Ricci può pesare e non poco: Benassi e Verre daranno il loro contributo ma, mai come in questo caso, una singola cessione può cambiare volto a una squadra che fin qui si è messa in mostra come una delle rivelazioni del campionato. Un cambiamento che, a differenza di quanto ipotizzato per i giallorossi, non incoraggia e che non è stato certo accolto con favore dai tifosi.


Segui 90min su Instagram.