Conte, Fonseca e Gasperini: quando gli allenatori contano più dei calciatori simbolo

Si dice spesso che sono i giocatori a fare le fortune degli allenatori ed è vero. Nessun mister, per quanto bravo, può vincere da solo le partite. Il calcio è un gioco di squadra e, in quanto tale, premia il gruppo migliore. I singoli emergono solo quando a funzionare è l'intero contesto. Gli allenatori, tuttavia, soprattutto nell'ultimo periodo stanno acquistando una importanza sempre maggiore. Si pensi ad Antonio Conte. "Sono un serial winner", disse il coach salentino dopo i successi al Chelsea. Come dargli torto. In attesa di trionfare anche con l'Inter, l'ex centrocampista ha dimostrato di sapere vincere sia in Italia e non solo. Non a caso l'Inter, fino a quando ha avuto la possibilità di investire, lo ha accontentato con acquisti espressamente voluto da Conte. uno su tutti: Romelu Lukaku. Antonio ha detto di no a Icardi e Nainggolan, due calciatori che avrebbero potuto fare comodo ai nerazzurri. Marotta lo ha prontamente accontentato cedendo entrambi.

Gli allenatori spesso contano più anche dei capitani. Si pensi a cosa è accaduto in casa Atalanta. Alejandro Gomez, calciatore entrato a pieno titolo nella storia del club, dopo avere rotto con Gian Piero Gasperini, è stato messo fuori squadra dalla società. La famiglia Percassi si è schierata dalla parte dell'allenatore e ora il Papu cerca fortuna in Spagna, al Siviglia.

A Roma, negli ultimi giorni, ha tenuto banco il "caso" Dzeko. Dopo avere litigato con Paulo Fonseca, al termine di un faticoso lavoro diplomatico della società, il centravanti bosniaco è stato reintegrato in squadra. Il calciatore, tuttavia, non è più il capitano della squadra. La fascia è andata a Pellegrini. Un altro segno tangibile di quanto gli allenatori a volte contino più anche dei calciatori simbolo delle squadre.

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