Come può influire l'arrivo di Vlahovic sul futuro di Dybala alla Juve

Paulo Dybala
Paulo Dybala / Marco Canoniero/GettyImages
facebooktwitterreddit

In tempo di mercato, si sa, l'attualità del calcio rimbalza da un caso all'altro e trova, nei casi stessi, una fonte inesauribile di notizie e indiscrezioni che si inseguono (talvolta in modo schizofrenico). In questo senso è logico che l'imminente arrivo di Dusan Vlahovic alla Juventus, potenziale punto di svolta della stagione bianconera, rappresenti un proverbiale terremoto anche rispetto ai tanti altri casi che tratteggiano e definiscono l'attualità di casa Juve.

Il caso per eccellenza, nelle ultime settimane e non solo, si lega al ruolo di Paulo Dybala in questa Juventus: non soltanto un discorso legato al rendimento dell'argentino ma, nello specifico, ragionamenti ai piani alti sul rapporto tra l'impatto sportivo della Joya e l'investimento necessario per legarlo ancora alla Juventus in futuro.

Dušan Vlahović
Dusan Vlahovic / Ivan Romano/GettyImages

Del resto può venire piuttosto spontaneo, se non automatico, connettere certi ripensamenti e un andamento "ondivago" sul rinnovo di Dybala con la svolta arrivata poi a tema Vlahovic: come se l'attendismo sull'argentino, sull'investimento necessario, si legasse all'idea - che piano piano si faceva largo - di poter davvero puntare forte sul serbo, come punto di svolta della stagione bianconera (con occhi sulla Champions come vitale necessità).

Il bivio

Si aprono dunque scenari che rendono ancor più spinoso il discorso Dybala, non tanto a livello di collocazione tattica e di sviluppi in tal senso ma, senza dubbio, pensando alla sostenibilità di un futuro insieme e alla nota impossibilità di avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Un discorso che del resto poteva apparire già a priori come un bivio: in senso assoluto il rinnovo di Dybala avrebbe avuto un impatto inferiore sulle casse bianconere ma, di fatto, a fine contratto l'argentino avrebbe avuto un valore di mercato ben inferiore a quello che avrà Vlahovic alla scadenza del quinquennale che è ormai pronto a firmare.

FBL-ITA-SERIEA-JUVENTUS-ATALANTA
Arrivabene, Nedved e Agnelli / ISABELLA BONOTTO/GettyImages

Una prospettiva, su cui ci si è già soffermati, che solo apparentemente vede Dybala come soluzione più conveniente: la giovane età di Vlahovic e i suoi margini futuri fanno sì che il patrimonio messo in casa dai bianconeri non sia destinato a perdere di valore nell'arco dei prossimi 5 anni (come accadrebbe, per questioni anagrafiche, con Dybala). Rimane da capire, però, come sia possibile conciliare il nuovo che avanza con un pezzo di storia recente che chiede un riconoscimento e che ha mal digerito i recenti passi indietro in questo senso.

Un nuovo standard

Sul fronte tattico si può tramutare tutto in un falso problema: il passaggio al 4-3-3 non è del resto un automatismo per Allegri, con l'arrivo di Vlahovic, e sarà possibile puntare sul 4-2-3-1 con Dybala alle spalle del serbo, senza particolari controindicazioni. Anche in caso di 4-3-3, poi, non è poi inverosimile immaginare una convivenza virtuosa tra i due. Subentrano poi altri fattori: la centralità nel progetto bianconero, il livello delle stesse ambizioni del club e la questione più spinosa, quella delle pretese economiche.

Dusan Vlahovic
Vlahovic esulta / Francesco Pecoraro/GettyImages

L'acquisto di Vlahovic, valutando globalmente il livello della Juve e le sue prospettive, non può che essere incoraggiante e stimolante per chi milita attualmente in bianconero: si tratta del miglior timbro possibile sulla volontà di puntare con decisione all'ingresso in Champions, senza concedersi nomi di ripiego che avrebbero fatto storcere il naso alla piazza e che (soprattutto) non sarebbero risultati un passo in avanti rispetto a Morata e a Kean.

Esiste poi una questione diversa, quella del nuovo standard che l'ingaggio di Vlahovic andrà a stabilire: difficilmente l'eventuale rinnovo di Dybala si farà a cifre superiori in rapporto ai 7 milioni che percepirà il serbo, diventa dunque scontato immaginare un passo indietro evidente rispetto all'idea emersa nei mesi scorsi (8 milioni a stagione più importanti bonus).

Tanti se e tanti ma

Dybala dovrebbe dunque accettare sia il ridimensionamento dell'ingaggio rispetto a quel che si profilava poco tempo fa, prima del rallentamento, che la presenza di un altro top player come punto di riferimento assoluto (anche come parametro a livello di ingaggio).

Paulo Dybala
Dybala contro la Samp / Jonathan Moscrop/GettyImages

Per figurarsi un futuro ancora bianconero della Joya occorre dunque immaginare tale presa di coscienza da parte dell'argentino, superando dunque l'orgoglio per quanto dimostrato dal 2015 a oggi, affiancata alla cessione di altri elementi importanti da parte del club: i giocatori dall'ingaggio più pesante, sì, ma anche elementi come Kulusevski (con tutte le difficoltà a ripagare l'investimento fatto) e il rischio concreto di un sacrificio pesante (ma unico davvero remunerativo) come de Ligt.

Tanti se e altrettanti ma che rendono l'epilogo tutt'altro che scontato, considerata poi tutta la volontà di Marotta di aggiungere un nuovo tassello (il più prezioso) alla sua storica collezione di campioni a parametro zero.


Segui 90min su Twitch.