Come potrebbe giocare il Genoa di Shevchenko
Il passaggio di consegne tra Davide Ballardini e Andriy Shevchenko sulla panchina del Genoa non può apparire, a conti fatti, un cambio tecnico come tutti gli altri: si passa del resto da un uomo di fiducia storico per i rossoblu, tornato a più riprese sulla panchina genoana, a un nome altisonante ma ancora privo di esperienza da allenatore alla guida di un club, dopo 5 anni importanti come CT dell'Ucraina (dal 2016 al 2021).
Un profilo diametralmente opposto, dunque, senz'altro intrigante e di richiamo ma tale da metterci di fronte a diversi dubbi sulla possibilità di sancire una svolta positiva nella stagione rossoblu: il Genoa, fin qui, ha collezionato 9 punti in 12 partite, con una sola vittoria, 6 pareggi e 5 sconfitte e un bilancio di 17 gol fatti e 24 subiti.
Resta anche da sottolineare come il calendario che attende la squadra ligure, sulla carta, offra subito al nuovo allenatore banchi di prova degni di nota se non proibitivi: tra novembre e dicembre il Genoa dovrà infatti vedersela con Roma, Milan, Juve, Lazio e Atalanta, con tanto di derby con la Samp a condire il tutto.
La missione di Sheva
Quale sarà la missione? O meglio, le missioni di Sheva. Perché se certamente il profilo dell'ucraino appartiene all'ambito delle leggende, per il ricordo lasciato in Italia grazie ai trascorsi rossoneri, rimane tutto da costruire il suo profilo come tecnico: il ruolo del CT e quello di allenatore di un club presentano elementi palesi di distanza, basta riflettere sul termine "selezionatore" per rendersene conto, ed è evidente che il lavoro quotidiano e l'impronta tattica da imprimere su una squadra di club, così come la gestione di un gruppo, offrano un panorama ben più sfaccettato e vasto di quanto potesse accadere nella sua Ucraina.
Tanta curiosità riguarda, ovviamente, quelle che saranno le scelte tattiche compiute dal Pallone d'Oro 2004, gli uomini che con lui si rilanceranno e quelli che d'altro canto potrebbero finire un po' nell'ombra rispetto a queste prime giornate. Una missione fondamentale e certo ostica, lo dicono i numeri, riguarda la difesa da sistemare: 2 gol presi di media a partita sono troppi, è evidente, così come è chiara la necessità di dare più continuità all'assetto tattico dei rossoblu rispetto all'alternanza vista fin qui.
Discontinuità che riguarda la rosa ancor più dei moduli: ben 30 i giocatori utilizzati da Ballardini, tali da rendere il Genoa la squadra che ha inserito in campo più calciatori diversi in Serie A, dall'inizio della stagione.
Come giocava il Genoa di Ballardini
Dopo il ritorno in rossoblu, l'ennesimo, al posto di Maran, Ballardini ha voluto subito mettere le cose in chiaro e per risollevare le sorti della squadra, diciottesima al momento del suo arrivo, ha scelto di puntare sul 3-5-2 come vero punto fermo, utilizzato in ben 24 partite su 25 (unica eccezione il 4-3-1-2 col Bologna alla terzultima giornata).
Una scelta che ha senz'altro premiato e che ha dato una solidità difensiva invidiabile alla squadra, aspetto decisivo per conquistare poi la salvezza e vero marchio di fabbrica nel calcio di Ballardini, timbro di solidità a cui aggrapparsi nei momenti più duri della stagione. Una ricetta che, però, non ha trovato una conferma nella stagione 2021/22 e che, anzi, è apparsa un lontano ricordo in questa prima parte di campionato, come denunciato dallo stesso tecnico che spesso si è trovato a ribadire con tutta la rabbia del caso i "gravi errori difensivi" commessi dai suoi. Il 3-5-2 granitico, sia come tenuta difensiva che come continuità, ha lasciato spazio all'alternanza col 4-2-3-1: in 6 partite il Genoa è sceso in campo col terzetto difensivo, nelle altre 6 ha invece schierato la linea a 4.
Uno degli aspetti peculiari fin qui della stagione genoana risiede nel gran numero di giocatori utilizzati, ben 30: se il turnover può essere spesso segno della volontà di tenere viva la competizione interna, facendo sentire tutti importanti, in questo caso l'impressione emersa è quella di una certa irrequietezza, di una ricerca continua di un bandolo della matassa che non arriva mai. Anche questa, insomma, sarà la missione di Sheva alla sua prima esperienza in un club: dare continuità a un gruppo di giocatori.
Come giocava l'Ucraina di Shevchenko
Appare ovviamente interessante ripercorrere le scelte fatte da Shevchenko durante la sua lunga esperienza come CT dell'Ucraina, accanto al fidato Tassotti, esperienza culminata poi coi quarti di finale raggiunti a Euro 2020.
Osservando tutto il percorso di Sheva come CT apparirebbe scontata la linea a 4 come vero e proprio pilastro, mai messo in dubbio fino al marzo del 2021, ma è proprio l'espressione più attuale di Shevchenko allenatore a creare qualche dubbio: fino al 2021 l'Ucraina ha alternato il 4-1-4-1, il 4-2-3-1 e il 4-3-3 mentre negli ultimi mesi, Euro 2020 compreso, la Nazionale guidata dall'ex rossonero ha adottato a più riprese il 3-4-1-2 o il 3-5-2 (usato a onor del vero una sola volta).
Un "ripensamento" senz'altro interessante, questo, anche perché permette di capire meglio come Shevchenko possa adattarsi alla rosa a disposizione a Genova, come cioè possa applicare i suoi principi in modo comunque coerente con le caratteristiche dei singoli. Diventa altrettanto evidente come trovare l'equivalente di risorse quali Matvienko, Zinchenko, Malinovskyi e Yaremchuk non sia compito facile, pur nell'abbondanza della rosa genoana, con un necessario adattamento alle peculiarità dei giocatori che si troverà davanti a Pegli.
Come giocherà il Genoa?
Alla luce di quanto detto emergono dunque due possibili strade da percorrere, anche osservando la rosa che Shevchenko avrà a disposizione: il 3-4-1-2 potrebbe adattarsi bene al gruppo rossoblu, così come il 4-2-3-1 potrebbe regalare ad alcuni calciatori fin qui in ombra la possibilità di riscattarsi e trovare maggiore continuità. Il 4-3-3, utilizzato spesso con l'Ucraina da Shevchenko, sembra invece più complesso da adottare a causa della carenza di esterni offensivi, con la presenza più folta di laterali difensivi o capaci di giocare a tutta fascia.
Il 3-4-1-2 (considerato qui al netto degli infortuni) vedrebbe davanti a Sirigu una difesa composta da Maksimovic (da dicembre), Vazquez e Criscito, con Cambiaso e Fares sulle fasce, Rovella e Galdames (o Badelj) al centro ed Hernani sulla trequarti. Utopistico immaginare una coppia composta da Destro e Caicedo insieme in campo, più verosimile supporre la presenza di Kallon o Pandev accanto a Destro almeno nello schieramento iniziale. In attesa del rientro di Makismovic e Vanheusden, in difesa, troverebbe spazio uno tra Biraschi e Masiello.
GENOA (3-4-1-2): Sirigu; Maksimovic, Vazquez, Criscito; Cambiaso, Galdames, Rovella, Fares; Hernani; Kallon, Destro.
Nel 4-2-3-1 vedrebbe agire davanti a Sirigu una linea composta da Ghiglione (o Biraschi), Vazquez e Maksimovic al centro e Criscito come terzino sinistro anziché come terzo centrale a sinistra. Rovella e Galdames potrebbero rappresentare una coppia ben assortita, tra ordine e dinamismo, come quelle che Shevchenko ama utilizzare. Hernani potrebbe agire più avanzato, sulla trequarti, mentre gli esterni sarebbero Cambiaso e Fares (Kallon ed Ekuban in partite in cui servirà più spinta). Destro, infine, il terminale offensivo.
GENOA (4-2-3-1): Sirigu; Biraschi, Maksimovic, Vazquez, Criscito; Rovella, Galdames; Cambiaso, Hernani, Fares; Destro.
Da sottolineare come un approccio più conservativo possa anche far figurare un 3-5-2 con una mediana composta da Rovella, Badelj e Sturaro (in attesa del ritorno di Hernani) ma l'arrivo di Shevchenko potrebbe portare con sé anche la voglia di soluzioni più stimolanti e meno "reazionare", come ad esempio l'utilizzo di Galdames insieme a Rovella a metà campo (quello che abbiamo provato a immaginare) anziché come trequartista atipico.
Segui 90min su Twitch.