Chi è Sergio Oliveira: profilo, caratteristiche e cosa potrebbe dare alla Roma

Sergio Oliveira
Sergio Oliveira / Octavio Passos/GettyImages
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Il girone di andata della Serie A 2021/22 ha regalato un tormentone, per certi versi controverso e foriero di critiche, legato a José Mourinho e alla sua insoddisfazione (mai nascosta) per la profondità della rosa della sua Roma e per l'inesperienza dei rincalzi.

Era prevedibile, alla luce di presupposti simili, immaginare un club giallorosso attivo già nella sessione invernale, per limitare i danni, e all'arrivo di Maitland-Niles si potrebbe aggiungere a breve quello di Sergio Oliveira del Porto.

Se Maitland-Niles presenta il profilo del jolly, utile perlopiù come alternativa a Karsdorp a destra, il discorso cambia pensando al possibile impatto di Sergio Oliveira, più esperto e forte di stagioni da protagonista col Porto, tra campionato e Champions.

Sergio Oliveira
Sergio Oliveira / Quality Sport Images/GettyImages

La storia e la carriera di Oliveira

L'aspetto più interessante e peculiare della storia calcistica di Sergio Oliveira, certo un tratto distintivo insolito, riguarda il lungo e complesso periodo di maturazione prima di esplodere, un'incubazione che pareva senza fine e che, invece, si è tradotta in un epilogo importante. In particolare si sottolinea come il Porto abbia impiegato una vita prima di credere in modo saldo nelle doti del centrocampista, nonostante lo stesso Oliveira sia arrivato nel mondo dei Dragões fin dall'età di 10 anni e nonostante (nel 2009) si sia messo in mostra come debuttante più giovane di sempre in prima squadra, in Porto-Sertanense 4-0 di Taça de Portugal, fornendo anche un assist a Hulk a 17 anni, 4 mesi e 15 giorni.

Una buona prova che condusse poi al rinnovo fino al 2012 con tanto di clausola da 30 milioni: sembrava insomma che il Porto volesse puntarci, anche a breve termine. Una situazione che si tradusse però nel consueto giro di prestiti "per trovare spazio", senza che questi permettessero al giovane centrocampista di mettersi del tutto in mostra: 12 presenze complessive col Beira-Mar, un trasferimento al Belgio con 8 presenze al Mechelen, 13 col Penafiel 2011/12. Il rientro al Porto si realizzò poi solo nella squadra B, 36 presenze e 6 gol nella seconda divisione portoghese, senza che il buon rendimento portasse a un ritorno in prima squadra. Anzi, si consumò un addio che sarebbe potuto essere definitivo: contratto triennale col Paços de Ferreira, sembrava insomma che l'affermazione al Porto fosse destinata a restare un miraggio.

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Al Nantes / CHARLY TRIBALLEAU/GettyImages

Dopo due stagioni da titolare, però, i Dragões scelsero di riprovarci nel 2015/16, riportandolo a casa pur senza dargli spazio con continuità: 9 presenze, 2 gol e un assist in campionato agli ordini di Lopetegui e di Peseiro. Spazio ancor più ridotto con Nuno Espirito Santo nel 2016/17, una manciata di minuti fino alla sessione invernale (appena 54 tra le varie competizioni) e la decisione di partire, lasciando ancora una volta il Portogallo per trovare il connazionale Sergio Conceição al Nantes, in Ligue 1. Un incontro certo fondamentale, anche a lungo termine, considerato poi che lo stesso allenatore sarebbe passato proprio al Porto nel 2017/18.

Per la prima volta Oliveira riuscì a trovare spazio con maggiore continuità nel club in cui era cresciuto, 19 presenze nella Liga portoghese condite da 4 gol e 2 assist. La fine del suo peregrinare? Neanche per sogno. Nonostante la presenza di Conceição in panchina, infatti, Oliveira scelse di trasferirsi al PAOK in prestito per diventare titolare e chiudere da protagonista la stagione 2018/19. Missione compiuta, con 3 gol in 11 presenze e coi successi in campionato e in coppa: gli ingredienti per l'ennesimo ritorno al Porto, stavolta per restarci e farlo da protagonista.

La stagione 2019/20 sancì la riconciliazione con Conceição e lo vide scendere in campo 34 volte tra le varie competizioni, con tanto di vittoria in campionato e in coppa e col buon bottino complessivo di 5 gol e 7 assist. Fu l'inizio della rinascita definitiva, a 28 anni, che portò poi all'esplosione assoluta nella stagione 2020/21: a livello di squadra non arrivarono trofei ma Oliveira riuscì a imporsi come uno dei punti fermi, collezionando peraltro 48 presenze complessive, con ben 20 gol e 7 assist. In particolare Oliveira brillò nelle notti europee, il Porto arrivò fino ai quarti di Champions e il centrocampista segnò 5 gol in presenze, con una doppietta di prestigio contro la Juve agli ottavi.

Sergio Conceicao, Sergio Oliveira
Con Sergio Conceicao / Octavio Passos/GettyImages

Siamo dunque al presente, alla stagione in corso: dal mancato approdo in Italia (alla Fiorentina, con conseguente caso Gattuso) alla conferma come titolare del Porto, pur senza ribadire l'impressionante record realizzativo dell'anno precedente.

Ruolo e caratteristiche

Parliamo di un giocatore divenuto nel tempo il prototipo di centrocampista completo, più solido ed efficace anche in interdizione rispetto alla fase iniziale della sua carriera, quando sembrava poter emergere come fantasista e uomo-assist.

Una maturazione che, come detto, ha raggiunto il culmine solo di recente e che ci consegna adesso un centrocampista in grado anche di far valere il fisico e di essere efficace nei contrasti in aggiunta alle doti tecniche già note da tempo. Un bagaglio, quello squisitamente tecnico, che lo vede micidiale sui calci piazzati e più preciso che mai nell'impostazione, soprattutto nella sua stagione da sogno (la 2020/21). Il tutto unito a una buona progressione palla al piede e all'innata visione di gioco, marchio di fabbrica fin dagli inizi.

Fin dagli anni Paços de Ferreira, i primi da titolare nella prima serie portoghese, ha iniziato a occupare stabilmente il ruolo di mezzala nel 4-3-3 e di interno nel 4-4-2, abbinando efficacemente le sue qualità in entrambe le fasi. Anche negli anni della definitiva esplosione ha giocato perlopiù nel 4-4-2 ma le sue doti gli permettono agevolmente di disimpegnarsi davanti alla difesa nel 4-2-3-1 o persino come trequartista nell'ambito dello stesso modulo.

Cosa può dare alla Roma

Se nel caso di Maitland-Niles la Roma trova un prezioso jolly, utile come sostituto di Karsdorp o come mezzala nel 3-5-2, il discorso è diverso pensando all'impatto di Oliveira. Resta da valutare il suo ruolo nell'attuale 3-5-2 ma la versatilità del giocatore e la sua esperienza gli permetteranno di giocare sia davanti alla difesa che come mezzala.

Forse la collocazione più congeniale si associa a un ritorno al 4-2-3-1, accanto a uno tra Veretout e Cristante oppure come vice-Pellegrini sulla trequarti. Si tratta ad ogni modo di un colpo potenzialmente valido considerando il ruolo fin qui del tutto marginale di elementi come Diawara, Villar e Darboe, evidentemente meno graditi a Mourinho rispetto al probabile prossimo acquisto.


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