Chi è Alexander Blessin: profilo e storia del nuovo allenatore del Genoa
Tra le tante osservazioni che si potrebbero muovere al Genoa, riferendoci alla stagione in corso, difficilmente rientrerebbe l'accusa di agire in modo prevedibile nelle scelte dirigenziali: al di là del merito delle soluzioni adottate, che nei fatti non hanno premiato, l'arrivo di una nuova proprietà e di Johannes Spors come general manager rossoblù hanno condotto a soluzioni fuori dagli schemi.
Lo hanno fatto sia al momento dell'arrivo di Shevchenko che, ancor di più adesso, andando a pescare Alexander Blessin dal campionato belga, dall'Ostenda, club che oggi - al momento della separazione dal tecnico - si trova al sedicesimo posto (7 vittorie, 2 pareggi e 12 sconfitte in Pro League) ma che lo stesso Blessin ha portato al quinto posto nella stagione scorsa, risultato che lo ha condotto a ricevere il riconoscimento come miglior allenatore del campionato 2020/21.
La natura sorprendente della scelta, soprattutto a fronte di altre voci su nomi vagliati dalla dirigenza, non deve però indurre a ritenerla una decisione priva di una propria ragione d'essere, di fondamenta che si legano senz'altro all'esperienza di Spors ed alle idee del dirigente rossoblù, fin qui tutt'altro che conservativo nelle decisioni e per certi versi ambizioso anche al di là di una classifica decisamente preoccupante.
Lo svolgimento più consueto del copione vorrebbe che, a questo punto della stagione e con la salvezza come obiettivo tutt'altro che alla portata, una società andasse a rivolgersi al classico allenatore "d'emergenza", al condottiero in grado di portare la nave in porto senza andare troppo per il sottile: una soluzione che, del resto, il Genoa ha percorso anche in passato. Stavolta la direzione è diversa e porta il nome di Blessin, un nome che dice tanto delle ambizioni e dei principi portati avanti dalla nuova proprietà. Cerchiamo di capire il perché.
La storia di Alexander Blessin
Nato nel 1973 a Stoccarda, proprio come Klopp, ha vissuto un'esperienza da calciatore con rare vette, arrivando a collezionare 7 presenze in totale in Bundesliga con lo Stoccarda e vivendo la propria carriera da centravanti di peso nelle serie inferiori tedesche. La carriera da allenatore lo ha visto muovere i primi passi come vice di Beierlorzer, di Klauss e di Leicht nell'ambito delle giovanili del Lipsia, certo non un club come tanti e portatore di ovvie connessioni e di altrettanti collegamenti. Connessioni che di fatto, impossibile negarlo, portano inevitabilmente al nome di Ralf Rangnick, coordinatore del progetto RB Lipsia e dell'universo Red Bull fin dal 2012, anno in cui Blessin fece a sua volta ingresso nel club.
In tal senso è ancor più cruciale il ruolo di Spors come responsabile scouting proprio all'interno del Lipsia, dove ebbe modo di conoscere Blessin (continuando poi, ovviamente, a seguirne la carriera anche in Belgio). I collegamenti con l'universo Red Bull, naturalmente suggestivi se applicati alla realtà rossoblù, non devono ovviamente dare un'illusione di continuità e identità rispetto a una realtà così strutturata ma, al contempo, possono far intendere la direzione che Spors intende mantenere: grande attenzione per lo scouting, valorizzazione dei giovani come cifra distintiva e, va da sé, conseguenze anche dal punto di vista tattico.
Come giocherà il Genoa di Blessin?
A tal proposito, come accade per chiunque abbia gravitato attorno all'universo Red Bull e a Rangnick, il ritornello del gegenpressing come must sarà una costante nei prossimi messi in rossoblù, immaginando dunque scenari ben diversi rispetto a quelli più comuni che, in altre epoche, avremmo visto in un Genoa a caccia della salvezza. Pensandola meramente in termini di modulo e osservando la carriera tedesca e soprattutto belga di Blessin possiamo notare come il tecnico abbia fatto ricorso a una varietà infinita di soluzioni nelle prime battute: già con le giovanili del Lipsia - dopo aver assunto la guida dell'Under 17 e poi dell'Under 19 - ha adottato, alternandoli, il 3-4-3, il 4-3-3, il 4-2-3-1 e il 4-4-2.
La vera evoluzione è però arrivata con la prima esperienza alla guida di una prima squadra, fuori dal contesto delle giovanili del Lipsia: all'Ostenda, dopo un iniziale tentativo col 4-3-3, Blessin è passato stabilmente al 5-3-2, rendendolo un marchio di fabbrica nella sua prima (e soddisfacente) stagione in Pro League. Una squadra ricca di giovani protagonisti, tra cui l'attuale centrale del Bologna Theate: tutto lascia intendere che, anche a Genova, l'impianto del 5-3-2 possa restare quello di partenza e che, con coraggio, Blessin si appresti a dare spazio e responsabilità agli elementi più giovani della rosa (anche ai nuovi arrivati) senza necessariamente puntare sull'"usato sicuro".
Il fulcro della questione starà tutto nella rapidità con cui il nuovo tecnico riuscirà a trasmettere idee e convinzioni a una squadra che, classifica alla mano, può difficilmente permettersi voli pindarici che vadano al di là dei prossimi risultati (già decisivi) in sfide da non fallire (Udinese, Salernitana e Venezia nello specifico).
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